Ventisette anni, ma “attivo” da dieci e ritenuto responsabile di oltre cinquantamila reati informatici. È il profilo di Julius Kivimäki, l’hacker più ricercato di tutta Europa e arrestato in Finlandia. Il suo vero nome è Aleksanteri Tomminpoika ed è stato condannato a sei anni e tre mesi di carcere per aver ricattato gli oltre 33mila pazienti di un centro finlandese specializzato in assistenza psicologica minacciando di diffondere i loro dati sensibili. Dati legati quasi sempre alla salute mentale e divulgati nonostante il versamento della somma richiesta. Duecento euro, che diventavano 500 se non versati entro le 24 ore.
Le informazioni sono però finite sul dark web su un forum a firma di “ransom_man”, pseudonimo dello stesso hacker. Alcune delle persone coinvolte per la vergogna si sono tolte la vita.
L’attacco risale al periodo 2018-2019. Gli investigatori hanno accertato che, prima di puntare ai pazienti, Kivimaki aveva tentato di ricattare i vertici della struttura sanitaria Vastaamo, che avevano però rifiutato di versare quanto richiesto per impedire la pubblicazione dei dati. Ecco dunque che il giovane si è rivolto direttamente ai malati. Non è chiaro il guadagno finale: se fosse riuscito a estorcere 200 euro da tutte le sue vittime, l’operazione gli avrebbe reso circa 6 milioni e mezzo di euro.
Kivimäki ha iniziato a collezionare condanne già da giovanissimo, la prima a 17 anni, eppure non era mai stato arrestato (la pena a due anni è stata sospesa, ndr). Poi l’operazione Vastaamo. Per anni è riuscito a sfuggire alla giustizia internazionale, fino all’arresto avvenuto a Parigi. Le vittime del ricatto attendono che sia riconosciuto loro un risarcimento per i danni subiti. Il fondatore di Vastaamo è stato condannato a 3 mesi di reclusione con sospensione della pena per non aver adeguatamente protetto i dati dei pazienti.
Fonte : Today