L’alluminio è un materiale leggero e versatile molto utilizzato in cucina, sia per la conservazione degli alimenti che per la cottura. Tuttavia, negli ultimi anni si è acceso un acceso dibattito sui potenziali rischi per la salute associati al suo utilizzo, e anche il Ministero della Salute ha ribadito i rischi legati all’utilizzo dell’alluminio nei contenitori e nella cottura degli alimenti.
Di per sé, infatti, l’alluminio non è un materiale che comporta danni alla salute, ma è il suo utilizzo non corretto che può provocare rischi.
In questo articolo, faremo chiarezza su come utilizzare l’alluminio in modo sicuro e responsabile, seguendo le linee guida del Ministero della Salute e dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Spiegheremo perché l’alluminio può essere dannoso se usato in maniera scorretta e forniremo consigli pratici per ridurne l’esposizione e conservare gli alimenti in modo sicuro.
L’alluminio: cos’è e perché può essere tossico
L’alluminio è un elemento chimico presente in natura, contenuto in rocce, minerali e vegetali. È anche un componente di diversi prodotti di uso quotidiano, come deodoranti, dentifrici, farmaci e, appunto, utensili da cucina. In piccole quantità, l’alluminio non è dannoso per l’organismo. Tuttavia, un’esposizione eccessiva può comportare diversi problemi di salute, soprattutto nei bambini, negli anziani e nelle persone con problemi renali.
La via primaria di esposizione all’alluminio per la popolazione generale è quella alimentare; già nel 2008 l’EFSA, attraverso l’opinion “Safety of aluminium from dietary intake”, ha definito una dose settimanale tollerabile (TWI) pari a 1 mg/kg p.c./settimana, corrispondente ad es. a 20 e 70 mg di allumino/settimana, rispettivamente, per un bambino di 20 kg e per un adulto di 70 kg. Inoltre, i dati scaturiti dagli studi condotti negli Stati membri, indicano anche una significativa probabilità di superamento della TWI nei bambini e nei giovani poiché maggiormente esposti all’alluminio contenuto negli alimenti.
Interferendo con diversi processi biologici, l’alluminio può indurre effetti tossici in diversi organi e sistemi, soprattutto in caso di accumulo nell’organismo. Inoltre, dato che l’eliminazione di questo metallo avviene essenzialmente tramite i reni, la sua tossicità è nettamente superiore nei soggetti con funzionalità renale immatura o diminuita, come i bambini al di sotto dei tre anni, gli anziani, le persone con problemi renali e le donne in gravidanza.
Come l’alluminio contamina gli alimenti
La principale fonte di esposizione all’alluminio per la maggior parte delle persone è l’alimentazione. Dalle analisi effettuate, è infatti emerso che la carta di alluminio, nota come carta stagnola, a contatto con alcuni alimenti o durante la cottura rilascia particelle che migrano al loro interno, rimanendo sulle pietanze che poi consumiamo. L’alluminio, quindi, può migrare dai contenitori, utensili, teglie e carta stagnola negli alimenti, soprattutto se questi sono acidi o salati, come il pomodoro, il succo di limone o i sottaceti.
Il rilascio di alluminio è infatti favorito da:
- alte temperature – l’alluminio tende a migrare più facilmente negli alimenti quando viene cucinato o conservato a temperature elevate;
- cibi acidi o salati – l’acidità e la salinità aumentano la capacità dell’alluminio di migrare dai contenitori e dagli utensili;
- tempo di conservazione – maggiore è il tempo per cui un alimento viene conservato in un contenitore in alluminio, maggiore è la quantità di alluminio che può migrare.
Come utilizzare l’alluminio senza rischi per la salute
L’Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito dei limiti massimi di esposizione all’alluminio: una persona che pesa 60 chilogrammi, ad esempio, non dovrebbe ingerire più di 60 milligrammi di alluminio alla settimana. Ma dato che le fonti di alluminio sono diverse, ed essendo un materiale che viene largamente utilizzato per la realizzazione di contenitori, vaschette, pentole, caffettiere e recipienti che vengono a contatto con il cibo, è importante limitare il più possibile l’esposizione a questo composto e, soprattutto, utilizzarlo correttamente in cucina.
Seguendo alcuni semplici accorgimenti, quindi, è possibile ridurre significativamente l’esposizione all’alluminio dagli alimenti e utilizzarlo in sicurezza in cucina:
- leggere l’etichetta – assicurati che i contenitori, le vaschette e i rotoli di alluminio acquistati siano adatti al contatto con gli alimenti e segui le istruzioni per l’uso;
- evitare cibi acidi o salati – non utilizzare contenitori in alluminio o carta stagnola per conservare o cucinare cibi acidi o salati, come pomodori, succo di limone, aceto, sottaceti, pesce in scatola, ecc.;
- conservazione breve – conservare gli alimenti in contenitori in alluminio o avvolti in carta stagnola solo per brevi periodi, preferibilmente in frigorifero o congelatore;
- cibi solidi secchi – i cibi solidi secchi, come pasta, riso, legumi, caffè, tè e spezie, possono essere conservati a temperatura ambiente in contenitori in alluminio;
- non riutilizzare contenitori monouso – i contenitori in alluminio monouso non devono essere riutilizzati;
- non graffiare pentole e padelle – evitare di graffiare pentole, padelle e altri utensili in alluminio durante l’uso e non pulirli con prodotti abrasivi;
- alternative all’alluminio – utilizzare contenitori in vetro, plastica o acciaio inossidabile quando possibile.
In conclusione, l’alluminio può essere un utile alleato in cucina, ma è importante utilizzarlo in modo consapevole per evitare potenziali rischi per la salute. Seguendo i consigli indicati, è possibile ridurre l’esposizione all’alluminio e conservare gli alimenti in modo sicuro e salutare.
Fonte : Today