Gli scienziati: “Lo scioglimento di parte del ghiacciaio Hornbreen creerà un nuovo corridoio di mare fra isole nell’arcipelago delle Svalbard. Il modello delle correnti nell’area cambietà, con possibili ripercussioni sul meteo nord europeo”
Abbiamo chiesto al Professor Daniel Kępski, meteorologo e leader della 46esima Spedizione Polare polacca alle Svalbard, un bilancio del lavoro del suo team, che dopo quasi un anno di permanenza nella stazione di ricerca di Hornsund, a giugno farà rientro in patria. “Non è facile spiegare in poche parole quali sono le scoperte scientifiche che le attività della nostra stazione hanno potuto aiutare” precisa subito il Professore, “una su tutte è aver capito che la parte più a sud di Spitsbergen, che si chiama Sorkapp, è un’isola a sé stante, attualmente collegata con la parte nord di Spitsbergen grazie al ghiacciaio di Hornbreen. Dalle misurazioni georadar condotte dagli scienziati dell’Università della Slesia, è previsto che – entro i prossimi 25-30 anni – la parte di collegamento del ghiacciaio fra le due terre si scioglierà, cambiando completamente il modello delle correnti del mare in questa regione e – verosimilmente – avrà effetti sul meteo dell’Europa continentale. Queste previsioni ci dicono anche che ci sarà un anticipo nella nascita di questa isola, che prima era attesa attorno al 2065. Non è facile prevedere cosa succederà al clima dell’area, dipenderà anche molto da quanto sarà esteso il varco con Sorkapp; di certo però la mescolanza fra l’acqua fredda del mare di Barents con l’acqua più calda che arriva dal Mare della Groenlandia, aggiunta ai cambiamenti locali nell’ecosistema marino e ai processi di erosione della costa, avrà un’influenza sulle rotte dei cicloni e, per conseguenza, sul clima in Europa.”
Quanto grande sarà il varco?
“Non è possibile dire quanto sarà largo il varco che si aprirà nel ghiacciaio; per questioni di sicurezza non è stato infatti possibile per gli scienziati mappare con il radar tutto il ghiacciaio e prendere le misurazioni necessarie in modo completo; anche per questo non si può sapere precisamente quanto il tutto inciderà sul meteo”.
Impatterà sul comportamento dei cicloni?
“Mi aspetterei che i cicloni, che a volte seguono la corrente calda verso nord, potrebbero essere “bloccati” e invece, spostandosi verso nord, si fermerebbero più a lungo a latitudini più basse, oppure potrebbero dirigersi verso la Scandinavia. Potrebbe quindi accadere che in Europa, e soprattutto nella Scandinavia continentale, si concentrino più precipitazioni e che i temporali diventino più frequenti. Naturalmente tutto dipende da quanto intenso sarà lo scambio idrico tra la Groenlandia e il Mare di Barents a Hornsund. Tuttavia, abbiamo bisogno di più dati per poter fare tali previsioni per il futuro, ed è difficile formulare ipotesi valide ora”.
La stazione resterà operativa?
“La stazione di Hornsund è stata costruita durante il terzo anno polare internazionale nel 1957, durante il quale molte stazioni polari sono state costruite da diverse nazioni. Fra il ‘57 e il ‘58 il primo team di ricercatori polacchi si è trasferito per qui per la prima volta per restarci un intero anno. Dopo qualche anno di pausa, le missioni di un anno sono riprese a fine anni ’70, quando c’è stato un ammodernamento della stazione. Da quel giorno la stazione di Hornund è occupata permanentemente e ogni anno, generalmente a giugno, si cambia la squadra di scienziati. La nostra spedizione è iniziata infatti nel giugno 2023 e sta per terminare; è formata da un gruppo di scienziati che stanno tutto l’anno e da un gruppo che arriva per l’estate e resta circa 4 mesi. Qualche volta capita anche di ospitare colleghi di altre nazioni, anche perché lavoriamo a stretto contatto con altre istituzioni coinvolte nella ricerca alla Svalbard, soprattutto quelle che sono membri del consorzio SIOS di cui fa parte anche l’Italia. Quest’anno ci sono otto persone qui per tutto l’anno, me compreso, e sono meteorologi, geofisici, idrochimici, un meccanico, un ingegnere IT e un addetto alla stazione. Il team che si ferma un anno per lo più raccoglie i dati e fa manutenzione alla stazione. Su base giornaliera registriamo infatti le osservazioni meteo che vengono usate per i modelli di previsioni del tempo (la stazione è registrata alla WMO – Organizzazione Meteorologica Mondiale); quindi di fatto registriamo le precipitazioni di pioggia e neve, e misuriamo e registriamo i livelli di inquinamento che contengono. Un’altra parte molto rilevante dell’attività della stazione sono le osservazioni geofisiche del campo magnetico terrestre e le misurazioni della profondità ottica dell’atmosfera che pure vengono immesse nei circuiti di raccolta dati internazionali”.
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La stazione è anche un osservatorio sismologico?
“Hornsund appartiene alla rete internazionale degli osservatori sismologici, ed è l’unica stazione facente parte della rete sismologica polacca situata fuori dal territorio nazionale. Lo scopo principale del laboratorio di sismologia di Hornsund è quello di registrare continuamente i terremoti locali causati dalla tettonica a placche e dai ghiacciai. Un altro compito è registrare i cambiamenti negli elementi del campo magnetico naturale della Terra. Grazie alla sua posizione geografica, l’osservatorio registra alcuni dei più grandi cambiamenti nel campo magnetico terrestre, che risultano essere significativi per gli scienziati di tutto il mondo e per questo motivo dal 2002 fa parte della rete di ricerca globale Intermagnet. Non trascurabili sono inoltre le ricerche sulla ionosfera, il monitoraggio del ghiacciaio di Hans, l’analisi delle acque superficiali e delle precipitazioni e tutte le attività legate a biologia, geologia, geodesia.”
Fonte : Sky Tg24