Prima c’erano “solo” le navi. Poi sono arrivate le nuove tecnologie a trasformare radicalmente uno dei settori industriali più antichi al mondo: la cantieristica navale. IA, realtà aumentata, simulazioni digitali, IoT, robot autonomi, Big Data, connettività cloud e molto altro ancora; sono tutte tecnologie che possono essere integrate per offrire soluzioni intelligenti agli armatori, all’equipaggio e ai passeggeri. “Niente è più come prima: oggi le navi, sia in ambito civile sia militare, sono ‘digital by-design’, interamente concepite, dal progetto globale fino ai singoli dettagli, per un uso e un’esperienza digitale aperta a nuove funzionalità. Semplificando con una metafora, nell’industria cantieristica è come se fossimo passati dai primi telefoni cellulari agli attuali smartphone”, commenta Cristiano Pasanisi, ad di Fincantieri NexTech, il “motore tecnologico” del gruppo Fincantieri che sotto il suo cappello raccoglie le controllate IDS Ingegneria dei Sistemi, Cetena, Issel Nord, e-Phors, Hms IT, Sls e Reicom.
“In altre parole, Fincantieri – che è già oggi leader nella costruzione di navi militari, civili e offshore – vuole ampliare le proprie competenze per costruire le ‘navi digitali’, ovvero creare un portafoglio di servizi ad alto valore aggiunto, offerti al mercato con un business model diverso dal tradizionale. Parliamo di una trasformazione radicale che impone un cambio di paradigma. Come dice il nostro amministratore delegato e direttore generale, Pierroberto Folgiero, dobbiamo passare dal Capex all’Opex, cioè affiancare alla vendita di navi – che genera ricavi one-off – la vendita di soluzioni tecnologiche digitali, per generare ricavi ricorrenti. E in quanto integratori di sistema a livello nave, noi di Fincantieri siamo perfettamente posizionati per offrire soluzioni nativamente integrate tra hardware e software”, aggiunge Pasanisi.
Una missione, questa, che il Cda del gruppo ha affidato a Fincantieri NexTech e alle sue aziende controllate. In tutto 800 professionisti e professioniste in Italia e con sedi in Australia, Canada, Regno Unito e Sud Corea che cresceranno nei prossimi anni, in linea con le ambizioni del piano industriale di Fincantieri (2023-2027). “Qualunque sia l’ambito d’applicazione, il fattore distintivo è oggi rappresentato sempre di più dall’elettronica e dal digitale. Questo implica la necessità di un elevato investimento in ricerca e innovazione ma soprattutto nell’acquisizione delle giuste competenze sulle principali tecnologie ‘disruptive’ come robotica, blockchain, cyber security, artificial intelligence, advanced & mixed virtual reality e big data, molto difficili da reperire sul mercato”, spiega l’ad.
Il mismatch tra domanda e offerta non riguarda solo Fincantieri o NexTech ma in maniera trasversale l’intero sistema produttivo nazionale: “Lavoriamo da anni con tanti partner industriali e tecnologici, tra cui Leonardo ed Elettronica. E queste aziende, come noi, rilevano la scarsità di profili adeguati, soprattutto in ambito digitale. Ciò rende il mercato del lavoro molto competitivo – sottolinea l’ad – e per questo, la sfida di Fincantieri NexTech e di tutto il gruppo è duplice: in primis adoperarsi per trovare questi nuovi profili da inserire in organico e contestualmente comunicare ai potenziali candidati l’opportunità di far parte di un’azienda a spiccata vocazione tecnologica, e non solo navalmeccanica”.
Per attrarre “profili digital”, soprattutto junior, Pasanisi pensa a un modello diverso di recruiting, basato sulle “challenge”: “Partecipiamo a tante fiere o incontri pubblici con scuole, centri di ricerca e università, e vorremmo sfruttare queste opportunità proponendo ai giovani con spiccata vocazione STEM di misurarsi con due o tre “sfide” su casi tecnologici pilota su cui Fincantieri NexTech sta lavorando. È un modello diverso dal tradizionale recruitment HR aziendale, già utilizzato in ambito innovazione, su cui stiamo ragionando a livello di gruppo”.
Per rendere bene l’idea, Pasanisi cita il caso di Fincantieri NexTech, società che rappresenta il “nocciolo duro” delle competenze “digital” del gruppo, ancora poco conosciuta all’esterno. “In Nextech, ci sono professionisti che hanno sviluppato progetti molto avanzati in diversi ambiti come simulazione, realtà aumentata e virtuale (Cetena) oppure nei settori dei sistemi robotici, dei radar, dell’elettromagnetismo e delle comunicazioni satellitari (IDS – Ingegneria Dei Sistemi). Va data visibilità a queste competenze che costituiscono l’ambiente tecnologico e digitale che serve per attrarre questo tipo di profili”, osserva l’ad.
Due sono i macro-trend tecnologici che Fincantieri NexTech e il gruppo stanno seguendo e su cui serve raccogliere nuove risorse: Big Data Analytics e AI. “Per noi, sono abilitanti al fine di generare quel valore aggiunto che ci può rendere davvero distintivi verso i nostri clienti, sia militari sia civili – dice Pasanisi – La fortuna di Fincantieri è essere un integratore di sistemi: siamo gli unici in grado di integrare dal punto di vista hardware tutte le soluzioni necessarie per far ‘funzionare’ una nave. Dal punto di vista digitale siamo gli unici che possono fare la stessa cosa ‘nativamente’, ovvero sin dalle primissime fasi di progettazione della nave. Questo vuol dire ‘digital by-design’. La sfida è raccogliere più dati possibili dal ‘sistema dei sistemi’, cioè la nave, e usarli per abilitare funzionalità distintive a servizio dei nostri clienti. Tutto questo genera una mole impressionante di dati, da cui la necessità delle competenze su Data Analytics ed AI, per la simulazione”.
Prosegue Pasanisi: “Non diventeremo una software company e probabilmente ci faremo aiutare da alcuni partners, ma è certo che entro 3-5 anni dovremo avere un buon numero di data scientist e un numero sufficiente di persone esperte in applicazioni di AI per sviluppare le soluzioni che al momento giusto lanceremo sul mercato – avverte l’ad. Tutto questo abiliterà un circolo virtuoso che aiuterà il gruppo a costruire più navi, migliori rispetto ad oggi, e sviluppare un business digitale a maggior valore aggiunto e minore intensità di capitale, che aiuterà a migliorare il risultato di gruppo”.
Per quanto riguarda l’aspetto legato alla cyber sicurezza, Pasanisi aggiunge, “Il digitale abilita grandi vantaggi, ma espone anche a grandi rischi, da qui la nostra grande attenzione sulla Cyber, che gestiamo internamente con un team di professionisti che abbiamo costruito nel tempo e che presta le proprie competenze sia a supporto dei servizi interni sia per lo sviluppo delle soluzioni destinate al mercato”.
Per dar vita alla strategia di Nextech, Pasanisi non esclude che in futuro il gruppo possa effettuare piccole acquisizioni di società con una forte vocazione digitale. “Potrebbe nascere, nel breve tempo, un’attività di scouting per integrare nuove competenze. In parallelo, con il supporto della capogruppo, stiamo già portando avanti iniziative di ‘open innovation’ e ‘corporate venturing’ per trovare startup in fase di ‘seeding’ con cui sviluppare prodotti tecnologici e digitali da integrare con quelli esistenti. Il modello è stato avviato a livello di gruppo, ora deve solo essere calato in una realtà come Fincantieri NexTech”, conclude l’ad.
Fonte : Repubblica