La tecnologia italiana Bes Test ambisce ad andare nello spazio per studiare le alterazioni ossee causate dai periodi di permanenza in orbita. Messa a punto dalla Pmi Innovativa M2Test, che ha sede presso l’Area Science Park a Trieste, si tratta di un’innovazione che consente di diagnosticare e prevenire la fragilità ossea, con un metodo più accurato e meno invasivo della classica Moc, o diagnosi densitometrica, alla quale può essere associata. Le potenzialità di Bes Test nel monitorare lo stato osseo degli astronauti saranno presentate nel dettaglio in occasione del prossimo congresso dell’Elgra (European Low Gravity Research Association), l’evento che mette insieme i principali operatori del comparto spaziale, scientifici e industriali.
La tecnologia nel dettaglio
“A suo tempo, sono stati proprio i risultati ottenuti con modelli sviluppati per studiare sulla terra come si deteriora il tessuto osseo, al termine dei viaggi spaziali, che hanno dato lo spunto alla creazione di Bes Test, il nuovo dispositivo medico da utilizzare nella pratica clinica”, ha spiegato la cofondatrice dell’azienda Francesca Cosmi, Professoressa all’Università di Trieste, a cui è venuta l’idea di proporre l’installazione di Bes Test sui veicoli spaziali per monitorare costantemente lo stato osseo degli astronauti. “Questa innovazione, se messa a bordo delle missioni di lunga durata, potrebbe contribuire a gettare nuova luce, già a partire dalle prime settimane, sulle alterazioni ossee causate dai periodi di permanenza nello spazio. Discuteremo con l’Elgra e i suoi numerosi attori la proposta di installare sui veicoli spaziali Bes Test, che misura l’elasticità ossea e per questo possiede un’accuratezza che può arrivare al 90% (contro il 50% della Moc) e può identificare anche i soggetti a rischio che sfuggono alla classica diagnosi densitometrica”, ha aggiunto.
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Bes Test in uso su 12mila pazienti: i punti di forza
Al momento, Bes Test vanta 16 early adopters, tra cui la Fondazione Maugeri e l’Ospedale di Verona, e più di 12mila pazienti. Come spiegato dall’azienda sviluppatrice, consente, con una minore esposizione alle radiazioni, di completare la diagnosi e prevenire le fratture da fragilità e da stress, permettendo un taglio dei costi sanitari. Inoltre, rispetto ai metodi tradizionali, il nuovo test è in grado di valutare, anche e soprattutto, la struttura interna dell’osso e non soltanto la densità e questo è uno dei suoi principali punti di forza. Sulle potenzialità di Bes Test si è espressa anche Giovanna Mazzoleni, professoressa responsabile della “Tissue Engineering Unit” alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Brescia: “Bes Test è un eccellente candidato per il monitoraggio e lo studio, in tempo reale, delle rapide e importanti alterazioni indotte sul sistema osseo degli astronauti che operano sulla Stazione spaziale internazionale in condizioni di microgravità e dell’efficacia delle eventuali contromisure da potersi adottare”.
La campagna di crowdfunding su CrowdFundMe
Per Bes Test è stata lanciata una campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe SpA, portale di crowdinvesting quotato su Borsa Italiana, che finora ha raccolto quasi 150mila euro. Con i proventi raccolti, M2Test ambisce all’apertura di una sede statunitense, all’espansione in Italia e in Europa, a nuove assunzioni e a investimenti tecnologici. L’intento dell’azienda è anche quello di ottenere un interesse concreto da parte dei grandi player che sono alla ricerca di nuovi dispositivi medici di digital health e di prevenzione. M2Test, infatti, punta a diventare, con Bes Test, il nuovo standard di riferimento per le fratture da fragilità con applicazioni nello sport, nella nefrologia, nell’oncologia e nelle missioni nello spazio. In particolare, la società mira a raggiungere cinquanta ospedali in Italia e cento cliniche private per la fine del 2024.
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Fonte : Sky Tg24