Confesso: camminando per le vie trafficate del centro di Roma, prima di salire in auto con Carlo Calenda per raccontare la prima tappa del suo “BlaBlaCarl”, il tour elettorale per le prossime europee ispirato a una celebre app di car pooling (che in parole povere vuol dire condividere l’automobile per viaggiare dividendo le spese con altre persone), sono stato assalito da alcune domande. E se alla guida fosse spericolato come in politica? E se invece di andare ad Ancona, come da programma, all’ultimo momento cambiasse idea deviando per Belvedere di Spinello, un comune in provincia di Crotone che conta meno di duemila anime?
La campagna elettorale “BlaBla Carl” di Calenda: “Io metto la macchina, voi pagate il caffè”
Pensieri legittimi di un cronista del Palazzo che da anni deve fare i conti con dei leader che cambiano idea su grandi e piccole cose. E Calenda è tra i più spregiudicati nella singolare arte. Nell’ultimo editoriale pubblicato su queste pagine, ad esempio, lo avevo elogiato perché era tra i pochi capi di partito a non essersi candidato in Europa; mai avrei pensato che dopo meno di 48 ore lo avrebbe fatto. Il leader di Azione è istintivo e imprevedibile, caratteristiche che negli anni gli hanno causato non pochi problemi.
Il generale e la musicista
Lasciate sul marciapiede domande e inquietudini, salgo a bordo ed entro in modalità car pooling; ma prima di iniziare a chiamare tutti per nome, presento gli altri viaggiatori. Oltre al sottoscritto, in macchina con Carlo Calenda ci sono il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa, nonché candidato al Parlamento Europeo, Isabella Rosini, una professoressa d’orchestra appassionata di Gustav Mahler e convinta sostenitrice dell’ex ministro dello Sviluppo Economico e Francesca Scarpato, mente della campagna elettorale che in alcuni momenti ti fa sorgere il sospetto che in realtà sia lei la vera leader di Azione.
Vincenzo è il candidato “anti-Vannacci” e non solo sulla carta: durante il viaggio dimostra di avere idee molto chiare ed equilibrate su come l’Europa dovrebbe dotarsi di una difesa comune (ipotesi che il candidato di Salvini esclude) e alterna interessanti descrizioni tecniche di caccia bombardieri del passato e di quelli attualmente in servizio a ricette di cucina. Isabella racconta invece i tanti problemi della sua professione, che come altre soffre contratti precari e salari tra i più bassi d’Europa. Carlo la ascolta e promette di metterla in contatto con una deputata che in Parlamento si occupa di cultura.
Elkann, Landini e la “black list” di Repubblica
Da Roma ad Ancona ci sono circa quattro ore di viaggio, anche a causa degli infiniti lavori sulla A24 che costringono a viaggiare per lunghe tratte su una sola corsia. Ne approfitto per chiedere all’illustre uomo al volante come mai, visto il suo passato di manager Ferrari prima e di ministro dello Sviluppo Economico poi, sia alla guida di un’automobile tedesca. “È la prima della mia vita – spiega – perché prima guidavo solo macchine Italiane. Mi sono talmente inca**ato per come è finita con Stellantis, che ho deciso che da quel momento in poi avrei abbandonato le auto italiane, che oltretutto ormai sono pochissime. Quello che sta accadendo a Stellantis è un cataclisma: Elkann diceva che avrebbe garantito posti di lavoro e investimenti e non ha garantito un cacchio”.
“Elkann diceva che avrebbe garantito posti di lavoro e investimenti e non ha garantito un cacchio”, spiega Carlo Calenda a Today.it
“Hanno capito – continua – che bastava avere La Repubblica per avere la sinistra e il sindacato. Ho una pila di interviste di Landini contro Marchionne – con la Fiat che produceva il 30 per cento in più – e solo cinque interviste in cui il segretario Cgil non parla neanche di Stellantis, ma in generale di Automotive; questo da quando Elkann si è comprato Repubblica. Io sono stato bannato da tutti i giornali del gruppo per aver detto quello che stava accadendo. Non mi hanno più fatto mezza intervista, cancellato”.
“Renzi? Non andrà a Strasburgo”
Chissà perché decido di chiedergli di Matteo Renzi mentre attraversiamo un lungo cavalcavia: “È stato un brutto momento – racconta – in cui stavo pensando davvero di mollare tutto. Avere intorno gente che pensa solo a trovare il modo migliore per fregarti non è piacevole. Lui dice che se verrà eletto andrà a fare l’eurodeputato, ma secondo me all’ultimo momento si inventerà che si dovrà operare per un callo al piede e resterà al Senato: a Strasburgo è obbligatorio dichiarare da chi si viene pagati per le consulenze e se queste sono incompatibili non si può prendere parte a commissioni o votare i provvedimenti”.
L’ex alleato, con molta probabilità, la spunterà anche questa volta: l’alleanza con i radicali di +Europa, sondaggi alla mano, dovrebbe rendergli agevole il superamento della soglia di sbarramento del 4 per cento necessaria per assicurargli almeno il suo seggio. A farne le spese è stato il suo fedelissimo Nicola Danti, eurodeputato uscente che era già in campagna elettorale e ora dovrà mandare al macero volantini, santini, manifesti e roll-up. “Ti rendi conto? Quello era il suo capo scout, l’amico di una vita. Non guarda in faccia nessuno. Probabilmente ha aspettato fino all’ultimo per dirglielo per paura che passasse con noi, ma io non lo avrei mai candidato”, giura Carlo.
“Il Pd di Schlein? Un menu a la carte. Conte? Il personaggio di un film di Peter Seller”
Eppure, con le opposizioni tutte in ordine sparso, Giorgia Meloni continuerà ad avere gioco facile. “Questa cosa non si può dire – replica Carlo – perché non possiamo prevedere quello che accadrà tra due, tre o quattro anni: magari io sarò al 40 per cento e Meloni tornerà al 4. Non si possono mettere insieme delle cose incompatibili per fare una somma matematica che poi non è d’accordo su nulla. Il Partito Democratico di Elly Schlein è il partito dei buoni, ma poi mette in lista uno come Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire che su aborto, eutanasia, matrimonio egualitario e unioni civili la pensa come il generale Vannacci. Dicono che è lì perché è pacifista, ma con tutti i pacifisti che ci sono in giro proprio uno così? In realtà sono un grosso contenitore dove dentro c’è tutto: vuoi votare quello contro l’aborto? ho quello contro l’aborto; vuoi votare Zan per i diritti? Ho anche Zan. Ti piace quella dei verdi che vuole cancellare tutti i termovalorizzatori? Ce l’ho; ti piace invece Zingaretti che insieme a Gualtieri il termovalorizzatore lo ha votato? Eccolo. Nel Pd c’è tutto e il contrario di tutto, è un menu a la carte”. E con la pioggia che si infrange sul parabrezza, viene quasi naturale parlare di cinema: “Giuseppe Conte – confessa Carlo – mi ha sempre fatto pensare a un bellissimo film con Peter Seller che si chiama ‘Oltre il giardino’. Parla di questo giardiniere che dice una marea di ovvietà tipo ‘dopo l’estate arriva sempre l’autunno’, ma che entra nelle grazie di un magnate che poi lo fa diventare presidente degli Stati Uniti”.
La recensione
Come in ogni app di car pooling che si rispetti, non posso non lasciare una recensione. Il viaggio con Carlo è stato molto confortevole, merito di una guida pulita malgrado le intemperie e i tanti cantieri incontrati durante il tragitto da Roma ad Ancona. Anche gli altri viaggiatori si sono rivelati persone a modo e intellettualmente stimolanti. L’auto tedesca, acquistata dopo una serie di esperienze negative con i produttori italiani, tiene bene la strada (ci mancherebbe, con quello che costa…) e i sedili sono molto comodi. I brani più ascoltati durante i viaggi di Carlo in giro per lo Stivale sono quelli di Roberto Murolo, quindi se non amate il genere riflettete bene prima di salire in macchina. Se siete donne, sappiate che Carlo non vi farà pagare neanche un caffè all’Autogrill, ma attenzione: non c’è del patriarcato, è solo di Roma Nord.
Fonte : Today