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Zerocalcare è stato ospite di Che Tempo che Fa, dove ha parlato del suo nuovo libro e ha toccato varie tematiche che riguardano la sua figura, come la gestione del successo e l’importanza del dissenso.
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Ospite della puntata di Che Tempo che Fa di domenica 5 maggio è stata Zerocalcare. Il fumettista, che ha scritto un nuovo libro dal titolo “Quando muori resta a me“, in cui affronta tematiche anche più intime, che hanno a che fare con i suoi rapporti familiari.
Zerocalcare e il rapporto con il successo
Fumettista tra i più amati di sempre, le cui graphic novel possono vantare milioni di copie vendute, nonché due serie su Netflix che hanno avuto un successo senza eguali per il genere a cui appartengono, Michele Rech con la notorietà non ha propriamente un bel rapporto. È una delle prime riflessioni che emerge nella chiacchierata con Fabio Fazio, al quale rivela, dopo la domanda su come gestisca l’ondata di successo di sentirsi in dovere di dare ridare qualcosa in cambio a chi gli ha dato così tanto:
Lo vivo come un qualcosa che devo restituire. Quindi se lo vivo in maniera individuale lo vivo come una colpa, se riesco a fare in modo di restituire qualcosa alle persone che mi hanno aiutato, alle persone con cui sono cresciuto, mi sembra che io riesca ad espiarlo un po’.
“Adesso il dissenso è tanto malvisto”
Zerocalcare è tra gli artisti che, senza dubbio, è riuscito a manifestare il suo dissenso in più occasioni, attirandosi spesso anche le polemiche di chi non comprendeva i suoi gesti. Lo scorso novembre, infatti, il fumettista ha deciso di non prendere parte al Lucca Comics, perché la presenza del patrocinio dell’ambasciata israeliana, rappresentava per lui un problema, una decisione presa dopo l’inasprirsi del conflitto israelo-palestinese e i ripetuti attacchi a Gaza, dopo l’attentato del 7 ottobre di Hamas.Da Fabio Fazio, quindi, si tocca una tematica piuttosto calda in questi mesi, ovvero la manifestazione del dissenso, e in merito alla questione Zerocalcare risponde:
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C’è un problema nel nostro Paese con il dissenso da molti anni, non è di adesso ed è andato sempre peggiorando. Il problema è che oggi il dissenso è così poco ed è così tanto malvisto che ormai basta un ragazzino di 16 anni che lancia una latta di vernice sul muro che viene denunciato per associazione a delinquere; quindi, penso che bisognerebbe riportare tutto a un pochino una normalità. E questo succede perché siamo disabituati alla critica, al metter in discussione quello che arriva dall’alto e fa sì che quando qualcuno lo fa sembra un rompiscatole o un bandito in qualche modo. Invece dovrebbe essere proprio il motore del progresso quello.
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Fonte : Fanpage