Gazprom, l’anno nero

Le conseguenze della guerra in Ucraina hanno avuto un grosso impatto nel 2023 sulle spalle di Gazprom. Infatti, le vendite del colosso energetico di San Pietroburgo sono diminuite lo scorso anno di circa 629 miliardi di rubli, pari a 6,4 miliardi di euro. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, si tratta della peggiore perdita degli ultimi dieci anni ed è collegato al crollo delle vendite in Europa.

I ricavi della società sono diminuiti di quasi il 30% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 8.500 miliardi di rubli. A pesare su questo dato sarebbero proprio le vendite di gas, diminuite da 6.500 a 3.100 miliardi tra il 2022 e il 2023. Di fatto, come sottolineano gli analisti di mercato, Gazprom non è riuscita ad adattarsi alla perdita del mercato europeo. Un dato positivo arriva invece dai profitti del petrolio, del gas condensato e dei prodotti petroliferi, saliti a 4.100 miliardi di rubli (+4,3%), ma non abbastanza da compensare le perdite.

E mentre la Russia si trova in grande difficoltà, non avendo trovato canali alternativi di vendita, i paesi europei, invece, sono stati abili nel sostituire la propria dipendenza dal gas russo. Lo dimostrano i dati che dà l’Unione europea in cui si evince come la quota di importazioni dello vecchio continente dalla Russia è scesa dal 40% del 2021 all’8% del 2023. Dunque, neppure la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2, che trasporterà il gas russo in Cina attraverso la Mongolia, sarebbe capace di compensare le perdite di Gazprom in Europa. La realizzazione dell’infrastruttura, che è stata rimandata a lungo, richiederà comunque diversi anni.

La perdita registrata nel 2023 da Gazprom è la prima conseguita da vent’anni a questa parte, da quando cioè nel 2001 ne ha preso il controllo Alexei Miller, alleato del presidente russo Vladimir Putin. Nel 2022 il gigante di San Pietroburgo aveva registrato un utile netto di 1.200 miliardi di rubli, pari a circa 12 miliardi di euro.

Fonte : Wired