In vista delle imminenti elezioni Europee (8-9 giugno 2024) e delle prossime Presidenziali Usa (5 novembre 2024), Meta ha deciso di limitare i post “politici” sulle sue principali piattaforme social. In particolare su Instagram e Threads.
“Se decidi di seguire account che pubblicano contenuti politici, non vogliamo intrometterci tra te e i loro post – ha scritto Meta in una nota ufficiale a febbraio scorso – ma non vogliamo nemmeno consigliare in modo proattivo contenuti politici da account che non segui”.
Per questo motivo chiunque voglia vedere su Instagram post “politici” raccomandati dall’algoritmo di Meta, così come avviene con qualsiasi altro tipo di contenuto, dal cibo allo sport, deve agire autonomamente sulle impostazioni del social.
E dunque, dopo aver raggiunto la pagina che raccoglie le informazioni sull’account, bisogna cliccare sulle tre righe orizzontali – in alto a destra – e poi scorrere fino alla voce “Contenuti suggeriti”. A questo punto è sufficiente cliccare su “contenuti di natura politica” e spostare il pallino blu sulla voce “Non limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui”. Questa azione ha un effetto immediato anche sui contenuti politici proposti agli utenti dal social Threads.
La decisione di Meta di limitare – di default – l’esposizione degli utenti di Instagram ai contenuti politici è stata criticata da molti utenti della piattaforma.
“Questo cambiamento non ha alcun impatto sui post degli account che le persone scelgono di seguire. Ha un impatto su ciò che consiglia l’algoritmo. Se vogliono di più, gli utenti possono sempre scegliere” ha detto Dani Laver, il portavoce di Meta.
Meta sostiene che questa limitazione è il frutto di “anni di lavoro” su come vengono trattati e gestiti i temi politici sulle sue piattaforme social. Ed è anche il risultato “delle preferenze espresse dagli utenti” su questo tema.
Resta il dubbio sulla vaga definizione di un contenuto politico secondo Meta, che parla di testi o immagini “potenzialmente legati ad argomenti come la legge, le elezioni o temi sociali”.
Fonte : Repubblica