Spotify potrebbe rendere i testi delle canzoni una funzione a pagamento

Secondo quanto riferito da alcuni utenti su Reddit, la piattaforma di streaming musicale Spotify sta trasformando l’accesso ai testi delle canzoni in una funzione a pagamento. Una modifica importante, che non ha ancora ricevuta alcuna conferma ufficiale dalla compagnia. Nonostante questo, sono tantissimi gli indizi che lasciano pensare che presto Spotify possa decidere di rendere i testi un’esclusiva degli abbonati premium. Lo scorso autunno, per esempio, la piattaforma ne ha bloccato l’accesso agli utenti non paganti, che hanno cominciato a visualizzare il messaggio “Goditi i testi su Spotify Premium” ogni volta che cercavano di utilizzare la funzione.

In quell’occasione, un portavoce della compagnia comunicò che si trattava di un test che si stava svolgendo su un numero di utenti selezionati “in un paio di mercati”. Ma ora la situazione sembra essere ben diversa. Nonostante Spotify non abbia aggiornato la pagina relativa alle funzioni esclusive dei suoi abbonamenti, è abbastanza evidente che stia lavorando per rendere i testi un’opzione a pagamento. Prima di rendere definitiva questa modifica, però, la piattaforma sta testando il limite mensili di testi a cui potranno accedere tutti coloro che la utilizzano gratuitamente. Molti utenti, infatti, stanno segnalando che Spotify conteggia le volte in cui visualizzano i testi del brano che stanno ascoltando, a dimostrazione del fatto che il rilascio della funzione è in cantiere.

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A questo punto, è evidente che la piattaforma stia facendo di tutto per incrementare il numero dei suoi utenti Premium, spingendo quante più persone possibili verso la sottoscrizione di un abbonamento per poter accedere a una funzione a cui sono affezionate. Nonostante gli abbonati siano cresciuti esponenzialmente nell’ultimo trimestre, aumentando del 15% rispetto all’anno precedente, Spotify sembrerebbe comunque non aver raggiunto i guadagni sperati. E proprio questo potrebbe averla convinta a cambiare qualcosa nei suoi piani Premium.

Fonte : Wired