Cina e Russia starebbero intensificando la loro relazione economica e militare per aprire un nuovo fronte di guerra: lo stretto di Taiwan. È quanto credono i funzionari dell’intelligence statunitense, che stanno riflettendo sull’ipotesi di un nuovo piano del governo di Washington per contrastare un potenziale scenario in cui i due Paesi autoritari combattono assieme nelle acque dell’Indo-pacifico.
“La Cina e la Russia stanno lavorando insieme più da vicino su questioni militari, inclusa una possibile invasione di Taiwan”, ha detto la direttrice dell’intelligence Usa, Avril Haines nel corso di un’audizione in Congresso rispondendo a una domanda del senatore repubblicano del South Dakota, Mike Rounds. “Abbiamo visto per la prima volta la Cina e la Russia esercitarsi insieme in relazione a Taiwan. Questa è un’area in cui la Cina vuole lavorare con la Russia, e non vediamo ragioni perché non dovrebbero farlo”, ha evidenziato ancora. Per la direttrice dell’intelligence statunitense, ci sono prove di una “crescente cooperazione nella partnership ‘senza limiti’ tra Russia e Cina in ogni settore della società: politico, economico, militare e tecnologico”.
Il “dividi et impera” di Xi in Europa
La cooperazione tra i leader dei due Paesi desta preoccupazioni nelle cancellerie occidentali. Gli occhi sono puntati al viaggio di maggio del presidente russo Vladimir Putin a Pechino, in Cina. Qui il leader del Cremlino incontrerà il presidente cinese Xi Jinping, fresco di ritorno da una trasferta in Europa. Si tratta del suo primo tour europeo dopo la pandemia di Covid-19, che ha visto il colosso asiatico interrompere per lungo tempo molte relazioni diplomatiche con il resto del mondo. Dal 5 al 10 maggio, il segretario del Partito comunista cinese sarà prima in Francia e poi sarà atteso in Serbia e Ungheria in quello che è un viaggio che potrebbe mettere a nudo le divisioni europee sul commercio con Pechino e sullo scontro tra gli Stati Uniti e Cina.
È interessante la scelta delle tappe della visita di Xi. L’Ungheria e la Serbia sono i Paesi europei che più sostengono Mosca e Pechino. Per capire il sostegno dei due Paesi al gigante asiatico basta guardare agli ingenti aiuti finanziari cinesi che saranno utilizzati per ultimare il progetto ferroviario Hungary-Serbia Railway, ponte di collegamento tra le capitale due Paesi, che rientra nell’ambito della Belt and Road. Gli analisti cinesi, inoltre, ritengono che Xi potrebbe sfruttare la sua sosta a Belgrado, che coincide con il 20esimo anniversario del bombardamento della Nato contro l’ambasciata cinese, per promuovere l’agenda cinese contro l’Alleanza Atlantica e per trarre vantaggio dalle divisioni in seno all’Unione Europea.
Il corteggiamento del presidente francese
La Francia, invece, è guidata da un leader che adotta la politica della “carota e bastone”. Macron, infatti, spera che Bruxelles adotti una politica più dura contro i sussidi che il governo cinese dà alle aziende nazionali per produrre batterie elettriche. Tema, quest’ultimo, che ha spinto la Commissione Europea a lanciare una indagine per valutare se il blocco debba imporre tariffe per proteggersi dai produttori delle auto elettriche del gigante asiatico, accusati di tenere i prezzi bassi grazie a sussidi statali.
L’Unione europea dichiara guerra alle auto elettriche cinesi
Ma è la Germania quella più restia sulle tariffe che Bruxelles vuole imporre a Pechino. Una posizione che la Francia non vuole accettare. Sembra che per questo il cancelliere tedesco Olaf Scholz abbia avuto una cena il 2 maggio a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron per discutere della politica dell’Unione europea e della Cina, riporta Politico. Macron sembra voglia convincere Scholz a unirsi a lui per l’incontro con Xi la prossima settimana, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma al momento, da Berlino, non trapelano indiscrezioni sulla presunta presenza del cancelliere all’incontro tra Xi, Macron e von der Leyen. Secondo Parigi si tratterà comunque di una visita molto politica, senza grandi contratti, anche se il presidente francese spera di attrarre nuovi investimenti cinesi, in particolare nel settore delle batterie elettriche.
Il presunto aiuto della Cina alla Russia nella guerra in Ucraina
Le discussioni tra Xi e Macron si concentreranno soprattutto sulle crisi internazionali, in primo luogo la guerra in Ucraina e la situazione in Medio Oriente. Un anno fa in Cina, il leader dell’Eliseo ha invitato Xi Jinping a “riportare la Russia alla ragione” nei confronti dell’Ucraina “e a tutti coloro che siedono al tavolo delle trattative”.
Pechino e Mosca, pur non essendo alleati formali, hanno mantenuto stretti legami anche durante l’invasione dell’Ucraina, che Pechino ha sempre rifiutato di condannare. E questo, nonostante l’appello di Stati Uniti e altre potenze occidentali rivolto al presidente cinese Xi Jinping di fare pressione su Putin. Finora, il rapporto tra i due Paesi si è basato sulla vendita a basso costo del greggio venduto dalla Federazione, superando persino le accuse mosse dalla comunità internazionale su un presunto rifornimento di armi cinesi alla Russia che potrebbero essere utilizzate nel conflitto ucraino. Accuse sempre respinte dal gigante asiatico.
La Cina avrebbe fornito armi in segreto alla Russia
Poco dopo l’invito di Macron, il presidente cinese ha chiamato per la prima volta dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022 il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Ma i progressi diplomatici attesi da Parigi sul fronte russo-ucraino si sono fermati lì. Un anno dopo, lo scenario prospettato dalla Francia non è cambiato. Anzi, Il segretario di Stato americano Antony Blinken, dal canto suo, ha detto di aver espresso alla Cina le sue preoccupazioni riguardo al sostegno dato alla Russia, affermando che l’invasione dell’Ucraina sarebbe più “difficile” senza il sostegno di Pechino.
Crollano le esportazioni cinesi verso la Russia: ecco perché
L’ambasciatore americano presso la Nato, Julienne Smith, ha affermato in un’intervista che la Cina sta aiutando la Russia a raggiungere i suoi obiettivi di guerra in Ucraina continuando a vendere forniture come tecnologia dei droni e ingredienti scientifici per creare la polvere da sparo a Mosca. Vista da Washington, quindi, Pechino e Mosca amplieranno la loro relazione per aprire un nuovo fronte di guerra a Taiwan.
Fonte : Today