“Nel 2014 sono partita dall’Italia con un biglietto di sola andata, a Londra ho riscritto la mia storia”

video suggerito

Storie di italiani all’estero

Talita, 29 anni, ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza di italiana a Londra. Dal 2014 vive e lavora nella capitale del Regno Unito come Faculty Assistant alla London Business School. Si dedica anche a un podcast che raccoglie le esperienze di italiani all’estero come lei: “Volevo dare voce alle loro storie e creare un maggiore senso di comunità”.

0 CONDIVISIONI

Da sinistra, Talita e un’immagine di Londra

La mia storia comincia nel 2014. Studiavo Lingue e Letterature Moderne all’Università di Tor Vergata, a Roma. All’epoca non avevo una situazione familiare semplice e, dopo la morte di mia nonna, ho deciso di prendere un biglietto di sola andata per Londra. Volevo davvero essere anonima e riscrivere una storia che conoscevo solo io“.

Così Talita, 29 anni, inizia a raccontare a Fanpage.it la sua vita da italiana all’estero iniziata ormai quasi 10 anni fa. Da allora vive e lavora nella capitale del Regno Unito come Faculty Assistant alla London Business School.

Sei un/a italiano/a all’estero e vuoi raccontarci la tua storia? Scrivici qui

Leggi anche

“Io, italiano alle Canarie, rifarei questa scelta. Ma qui le cose sono molto cambiate”: la storia di Ramon

Da sinistra, Talita e una foto di Londra

Da sinistra, Talita e una foto di Londra

Talita sta anche studiando per diventare una PNL Practitioner (la programmazione neurolinguistica, è un modello di studio della comunicazione intrapersonale e interpersonale il cui obiettivo è permettere agli individui di raggiungere il modo più efficace di comunicare e di relazionarsi, ndr).

E si dedica al suo podcast, Over IT, nel quale intervista persone che come lei hanno scelto di vivere in un altro Paese. “Per dare importanza alle loro storie e creare un senso di comunità più stretto“, ci racconta.

Quando e perché hai deciso di trasferirti a Londra?

La mia storia comincia nel 2014. Studiavo Lingue e Letterature Moderne all’Università di Tor Vergata, a Roma. All’epoca non avevo una situazione familiare semplice e, dopo la morte di mia nonna, ho deciso di prendere un biglietto di sola andata per Londra. Volevo davvero essere anonima e riscrivere una storia che conoscevo solo io.

Sono nata in un paese in provincia di Frosinone che si chiama La Forma, ma ho sempre avuto voglia di connettermi con il mondo e di non avere limiti. Quando sono arrivata a Londra ho sentito di avere davvero delle possibilità. Avevo appena compiuto 20 anni, ho lasciato gli studi a Roma e mi sono messa a studiare recitazione.

Talita, 29 anni

Talita, 29 anni

Ho sempre voluto dare vita alle cose: quando da piccola mi facevano imparare le poesie e io costruivo delle vere e proprie performance. Questo mi ha anche tolto tanti blocchi, ho imparato a gestire meglio le situazioni delle vita e a improvvisare.

Ora non vivi più nel centro di Londra, giusto? 

Sì, vivo a Cheam. Mi sono allontanata dalla grande città perché avevo bisogno di stare più a contatto con la natura, di poter uscire di casa e trovare il parco davanti, di un ambiente più tranquillo.

Cheam

Cheam

Però ogni cosa ha il suo lato negativo e adesso pago tanto di trasporti perché lavoro alla London Business School come Faculty Assistant. Il treno qui costa quasi 20 sterline al giorno e quindi sto valutando di trasferirmi di nuovo.

Cosa ti piace e cosa non ti piace della vita a Londra?

Allora, mi piace il fatto che nelle zone molto frequentate, soprattutto quelle del centro, sono piene di gente ma anche estremamente “silenziose”. Si sentono soltanto i passi delle persone che corrono, non c’è tanto rumore. Sembra un po’ un paradosso, ed è una cosa che mi affascina.

Mi piace molto anche il modo in cui le persone qui lottano per i loro diritti e quello in cui sono riusciti a integrare culture così diverse con la propria. Sono riusciti a rendere quest’aspetto una grande ricchezza dal punto di vista economico e in senso positivo. Scontrarsi e incontrarsi con culture diverse è sempre bello.

Londra

Londra

Ci sono stati anche momenti di puro odio nei confronti di Londra perché il tempo non esiste, una giornata sembra avere solo 10 ore e non 24. Tutto corre, tutto va in fretta e spesso non hai il tempo nemmeno di capire chi sei e dove sei, a volte è frustrante. Però ho sempre capito e saputo che dovevo andare avanti.

Un’altra cosa che non mi piace è il fatto che non ci sia sempre il sole, è una cosa davvero difficile di accettare. So che forse è scontato, ma influisce tanto sull’umore delle persone. Quando c’è il sole il mio mood è dieci volte migliore.

Come descriveresti le persone?

I londinesi sono davvero persone che hanno bisogno di precisione, anche a livello verbale, perché gli manca un po’ il senso dell’astratto. Se ci pensi per dire “piove”, loro usano “it rains”. Quindi, più riesci a essere preciso e più loro riescono a capirti. Al contrario, se si rimane sul generico, c’è il rischio di venir fraintesi e a quel punto possono risultare freddi, antipatici, persone che danno poca confidenza.

Talita, 29 anni

Talita, 29 anni

Le amicizie che ho le ho costruite principalmente in ambito lavorativo, nella ristorazione e in azienda, e mi sono accorta che c’è differenza tra ambienti. Nel primo caso, per esempio, ho incontrato tanti expat e lì ho costruito amicizie italiane, polacche, etc… Mentre in azienda ho conosciuto più locals, anche il mio partner è inglese.

Gli altri emigrati capiscono quello che senti, cosa significa lasciare il proprio paesi, gli inglesi invece magati ti ammirano per aver fatto questa scelta ma a volte faticano un po’ a capirla. Io ero qui anche durante la Brexit e non è stato un periodo facile, sia a livello politico che sociale. Mi chiedevo spesso: ‘Chissà cosa pensano’, non è un momento che ricordo con affetto.

Ti manca l’Italia?

A me manca sempre, non c’è un giorno in cui non penso all’Italia. Ho un bel rapporto con la mia famiglia, scendo molto volentieri e ho sempre l’intenzione di fare qualche weekend in posti diversi.

È il Paese in cui sono nata e cresciuta e il mio spostarmi non è stato dettato dal fatto che non mi piacesse l’Italia. Mi sono detta soltanto: “Voglio provare a vivere una realtà diversa per vedere se mi piace fare qualcosa di differente da ciò che faccio tutti i giorni qui”.

Talita, 29 anni

Talita, 29 anni

Torneresti?

Tornerò quando riuscirò a fare tutto quello che mi sono prefissata. In realtà, mi piacerebbe tanto poter vivere in tutti e due luoghi e non avere una casa sola. C’è chi mi chiede: ‘Casa dov’è?’, a me piace più pensare: ‘Che cos’è?’. Non penso sia un luogo, ma un modo di sentirsi.

Al momento, non voglio tornare perché sento che c’è ancora molto da fare, da vedere, da imparare qui. E tutto questo al momento me lo sta dando Londra. Poi, ti dico la verità, ho anche un po’ paura al pensiero di questo passo. Mi dico: ‘Lo rimpiangerei? L’Italia è pronta per me?’. Non penso sia ancora il momento.

0 CONDIVISIONI

Fonte : Fanpage