Se si considerano i grandi successi dell’animazione italiana degli ultimi decenni il pensiero non può che andare alle Winx. La serie animata che ha dato il via alla loro fortuna, Winx Club, ha esordito nel gennaio 2004 sui canali Rai (e poi Nickelodeon e Netflix), tutto merito del suo creatore Iginio Straffi e della Rainbow, società d’animazione all’avanguardia che ha decisamente cambiato il modo di produrre titoli per ragazzi in Italia. Oltre vent’anni dopo, un piccolo sogno nato a Loreto, nelle Marche, è diventato un franchise globale distribuito in 150 paesi, e che conta otto stagioni originali, serie spin-off, fumetti, videogiochi, show e musical dal vivo, un merchandising di proporzioni astronomiche e anche un recente adattamento live-action Netflix durato due stagioni.
Tutto nasce da cinque, poi sei, fate che vivono nel magico mondo di Magix: in particolare Bloom vive sulla Terra prima di scoprire di poter controllare l’elemento del fuoco e ancor di più di essere l’erede di un antico potere conosciuto come Fiamma del Drago; si trasferisce a studiare nel collegio di Alfea, dove incontra Stella, Flora, Tecna, Musa e poi Aisha, rispettivamente fate del Sole, della natura, della tecnologia, della musica e dell’acqua (nella quarta stagione ci sarà anche Roxy, degli animali). Le ragazze studiano per ampliare i loro poteri ma devono anche sventare le crescenti minacce poste dalle streghe Tix e da altri tetri antagonisti, mentre sbrigano le loro faccende di cuore alle prese con gli aitanti Specialisti. Poi incontrano le fatine Pixies, incantesimi come l’Enchantix, poteri come Gloomix o Relix e insomma tutto ciò che può leggersi con un x in fondo (lo stesso nome Winx viene dalla variazione dell’inglese wings, “ali”).
Dal punto di vista narrativo ci troviamo di fronte a qualcosa che è sia riconoscibile e rassicurante, sia decisamente innovativo. È ovvio che Straffi avesse chiaramente in testa l’esempio degli anime giapponesi, in particolare Sailor Moon e tutto il genere delle magical girls, ma ha fin da subito l’intuizione di fondere questo spirito con atmosfere più occidentali, principalmente americane: ecco che le protagoniste sono teenager con veri e propri affari di cuore, impegnate tra fidanzatini e lezioni, un po’ alla Beverly Hills. E poi c’è il sincretismo col mondo di Harry Potter, altro fenomeno che all’epoca stava esplodendo, con tutto il filone di scuole di magia, incantesimi e personaggi che salvano il mondo mentre sostanzialmente stanno salvando sé stessi.
Fonte : Wired