Sony Ult Wear, la prova: le cuffie per chi ama i bassi

Per chi ascolta più Mahmood che De André, più Bad Bunny che i Dire Straits, più Nicki Minaj che Kate Bush, Sony ha lanciato una gamma di prodotti audio pensati per dare il massimo con le basse frequenze. Nella serie Ult, oltre agli speaker c’è un paio di cuffie, oggetto della nostra prova: si chiamano Ult Wear e sono in vendita a 199 euro, un prezzo che le pone al centro di una fascia media già affollata di proposte. Oggi, delle cuffie da 200 euro possono offrire comfort, flessibilità, design e suono non troppo distanti da un paio di prezzo anche doppio. Accade anche con le Ult Wear, che prendono in prestito caratteristiche audio, soluzioni estetiche e tecnologiche dalla serie di punta di Sony, la WH-1000XM5, ma sono pensate per un mercato assai diverso.

Design e comfort

Come da tradizione Sony, anche queste cuffie sono esteticamente piacevoli e funzionali. Le Ult Wear si ispirano alle serie XM5 e XM4, hanno un design minimalista ma curato, e fanno tesoro di anni di esperienza nel settore. I padiglioni in poliuretano sono confortevoli, almeno ora che le temperature non sono eccessive, e permettono di sopportare senza problemi anche lunghe sessioni di ascolto. La struttura è in plastica, A parte i bordi dell’archetto in metallo, la struttura delle Ult Wear è tutta in plastica: ne guadagna il peso (255 grammi), anche se questa scelta costruttiva può suscitare qualche perplessità sulla durabilità a lungo termine. Nella confezione è incluso includono un cavo da 3,5 mm, un cavo di ricarica USB-C e una robusta custodia in tessuto. Tre i colori disponibili: nero, grigio e verde scuro.

Il pulsante Ult, che regola l'enfasi sulle basse frequenze

Qualità del suono e funzionalità audio

Sony introduce con le Ult Wear la funzione “Ult Power Sound”, una modalità di equalizzazione preimpostata che permette di aumentare l’impatto delle basse frequenze con la pressione di un pulsante. Due le opzioni disponibili: “attack bass”, che aggiunge un evidente rigonfiamento della risposta in frequenza a delle cuffie già sbilanciate sui bassi, e “deep bass”, che rende la musica quasi inascoltabile. In più, dall’app si può regolare la quantità dei bassi con la funzione Deep Bass e giocare ancora col suono usando l’equalizzatore incorporato. Paradossalmente, l’effetto è il contrario di quello cercato: più che entusiasmo ed energia, i brani ne escono appesantiti e ingolfati, anche se va detto che la distorsione non aumenta in maniera apprezzabile. Meglio comunque lasciar perdere il pulsante ULT e usare le cuffie come sono, con la consapevolezza che il rigore sonoro, la fedeltà o anche solo un’idea di riproduzione audio più vicina alla realtà non sono le caratteristiche principali di queste Sony.

La struttura è in plastica, ma l'archetto regolabile ha i bordi in metallo

Tecnologia e connettività

Le Ult Wear sono dotate del chip V1 di Sony, lo stesso utilizzato nelle sue cuffie di punta, ed effettivamente la cancellazione del rumore è molto buona, anzi tra le migliori in questa fascia di prezzo. Le cuffie Sony supportano codec audio ad alta risoluzione come LDAC e sono compatibili con il Bluetooth multipoint, quindi è possibile collegarle a più dispositivi contemporaneamente, a patto di aver impostato la funzione nell’app. 

L’interazione con le cuffie avviene tramite un pannello touch situato sul padiglione destro, che gestisce volume, cambio traccia e altre funzioni in maniera abbastanza precisa, anche se talvolta capita di attivarlo inavvertitamente sfiorandolo. C’è anche l’assistente vocale, anzi appena configurate le cuffie arriva la notifica di Alexa che ha trovato un nuovo dispositivo, ma è possibile usare Google o Siri. Con servizi e dispositivi compatibili, sono disponibili anche la funzione che adatta la scena sonora alla posizione della testa, la riproduzione dell’audio a 360 gradi e Dolby Atmos. Nelle chiamate, l’audio in ricezione è buono, ma non sempre chi è dall’altra parte parte riesce a distinguere le parole, specie se l’ambiente esterno è rumoroso; questo purtroppo è un problema comune anche su modelli di cuffie – intrauricolari o sovrauricolari – dal prezzo più elevato.

Uno dei microfoni esterni utilizzati per le chiamate vocali e la cancellazione del rumore

Batteria

Sony promette fino a 30 ore di riproduzione con la cancellazione del rumore attivata e fino a 50 ore senza, così le Ult Wear sono tra le migliori nel loro segmento per durata della batteria. La funzione di ricarica rapida offre poi 1,5 ore di ascolto con soli 3 minuti di ricarica, utile se abbiamo dimenticato di caricarle e ce ne accorgiamo all’ultimo momento prima di uscire.

Ci piace

  • Buona autonomia
  • Cancellazione del rumore efficace
  • Design ergonomico

Non ci piace

  • Suono sbilanciato sulle basse frequenze anche senza inserire la funzione Ult
  • Ingombranti
  • Il suono peggiora con la cancellazione del rumore inserita 
La custodia è robusta ma un po' ingombrante

In fine

Le Sony Ult Wear sono ideali per gli amanti dei bassi e per coloro che cercano una cancellazione efficace del rumore senza spendere una fortuna. Nascono da una precisa strategia di mercato, che non mette al primo posto la correttezza della riproduzione musicale ma punta tutto sull’impatto fisico. L’effetto potrà piacere a chi ascolta in prevalenza generi dove la potenza delle basse frequenze è importante (idealmente i più giovani, secondo Sony), ma alla lunga è stancante e monotono. Peccato, perché l’hardware è di buona qualità, il design sobrio, il comfort elevato. Per chi desidera un’esperienza sonora più neutra, comunque, la buona notizia è che l’azienda giapponese offre alternative come le WH-CH720N, che costano anche meno.

Fonte : Repubblica