I ministri di Clima, Ambiente ed Energia del G7 accompagnano con un applauso l’approvazione della Carta di Venaria. La reggia che ha ospitato il vertice dà il nome al documento finale approvato sotto la guida italiana.
La linea sul carbone
C’è l’atteso passaggio che riguarda il carbone, quello che tra i combustibili fossili contribuisce di più alla crisi climatica. Si parla di un progressivo addio nella prima parte degli anni Trenta alle centrali a carbone. Una formula poco impegnativa per l’Italia, che ha già fissato per l’anno prossimo la chiusura degli impianti. Più ambiziosa in un contesto internazionale, in cui non era facile trovare il via libera di Paesi come Giappone e Germania.
Poco spazio a biocarburanti e nucleare
“Positivo anche i passaggi sulla decarbonizzazione dei trasporti che passano principalmente attraverso l’elettrico”, spiega a Sky TG24 Luca Bergamaschi, direttore del think tank ECCO. Che sottolinea come nel testo trovino poco spazio i biocarburanti e il nucleare sui cui il governo aveva puntato molto all’inizio del vertice. “La sfida oggi – aggiunge Bergamaschi – è pianificare l’uscita dal gas. La grande sfida dell’Italia e dell’Europa per diventare più indipendente e più autonoma e proteggere e tutelare i cittadini e imprese”.
Le rinnovabili protagoniste della decarbonizzazione
Le rinnovabili si confermano la strada per affrontare la transizione. In questo senso i ministri si impegnano a sestuplicare la capacità degli accumuli di energia entro il 2030. Viene accolta poi l’analisi dell’Agenzia Internazionale per l’energia: gli investimenti nella rete globale devono così raddoppiare entro il 2030 “superando i 600 miliardi di dollari all’anno”.
La finanza climatica
A proposito di soldi, il tema centrale di quest’anno sarà la finanza climatica. Si riconosce così che gli sforzi necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi si misurano in migliaia di miliardi (trillions). Un tema di cui si discuterà soprattutto alla prossima Cop29, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a Baku, in Azerbaigian.
La coalizione per l’acqua
Nasce poi “la Coalizione del G7 per l’acqua”, che punta ad “affrontare la crisi idrica globale”: i ministri spiegano che “mira a identificare obiettivi e strategie comuni, a catalizzare ambizioni e priorità condivise per affrontare la crisi idrica globale e a integrare l’acqua e la sua rilevanza intersettoriale in modo efficace e coerente nei forum e nei processi esistenti, anche attraverso aumentare l’attenzione politica sull’acqua a livello globale, aumentare l’impatto del G7 e integrare altre iniziative globali”.
Vedremo quali tra questi punti finiranno al prossimo G7 ministeriale, quello sull’Economia di Stresa. E quali arriveranno invece in Puglia a giugno, al summit dei leader.
Fonte : Sky Tg24