Molte città d’Italia e d’Europa hanno adottato la pratica dello “sfalcio ridotto”, per aumentare la biodiversità. Ma davvero l’erba alta non va tagliata per il bene della natura e per il benessere dei cittadini? La risposta dell’entomologo Leonardo Forbicioni ai microfoni di Sky TG24
Milano è tra le ultime città in Italia ad aver annunciato che anche questa primavera praticherà lo “sfalcio ridotto” nella gestione del verde urbano, ovvero tagli d’erba meno frequenti in alcune aree verdi della città. Una pratica adottata negli ultimi anni in diverse città sia europee sia italiane, da Vienna a Barcellona, da Milano a Parma, con l’intento di aumentare la biodiversità, cioè la varietà di specie presenti nell’ambiente. Una scelta che continua a spaccare destra e sinistra, e che ha messo medici contro ambientalisti. Ma davvero l’erba alta non va tagliata per il bene della natura e per il benessere dei cittadini?
Le critiche mosse dal mondo politico
Tra le figure politiche, soprattutto di centrodestra, c’è chi dissente da questa pratica, ritenendola una strategia finalizzata principalmente a risparmiare soldi. Non tenendo conto del fatto che lo “sfalcio ridotto”, se pianificato con criterio, comporta un aumento della qualità, dell’impegno e della differenziazione operativa nel servizio di manutenzione ordinaria del verde. Ma c’è anche chi, come Giulia Pelucchi, presidente del municipio 8 di Milano, chiede un ridimensionamento, a ribasso, del progetto, perché “non tutti i cittadini possono andare in vacanza nei periodi di caldo” e “molti utilizzano i parchi per trovare luoghi con ombra in cui sostare”.
Burioni: “Follia autolesionista”. Poi si corregge: “Non è così”
Quello dello “sfalcio ridotto” è un tema che ha sollevato critiche anche nel settore medico. “Se tra gli insetti di cui si favorirebbe la presenza ci fossero le zanzare, questa sarebbe letteralmente una follia autolesionista in vista del pericolo Dengue”, ha commentato il virologo Roberto Burioni su X. Salvo poi fare un passo indietro, a seguito della replica arrivata in rete dell’entomologo Leonardo Forbicioni, che ha spiegato come l’erba non falciata non solo “non aiuta in alcun modo l’aumento numerico e comunque la prolificazione di zanzare”, ma, al contrario, potrebbe avere conseguenze opposte. “Come molti, ho pensato che potesse fare aumentare il numero di zanzare”, ha scritto, dunque, il professore del San Raffaele in un altro Tweet, per poi concludere: “Forbicioni mi spiega che non è così e lo ringrazio. La realtà è complessa, bisogna sempre accostarsi con umiltà alle questioni”.
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L’importanza dell’erba alta: la parola all’esperto
“La maggior parte delle persone crede che l’erba alta corrisponda a una maggiore presenza di zanzare, zecche, mosche, e di tutti quegli insetti che danno fastidio all’uomo. Ma, in realtà, è esattamente l’opposto”, ha spiegato ai microfoni di Sky TG24 l’entomologo Leonardo Forbicioni, vicepresidente della WBA World Biodiversity Association. “Se un ambiente ha un tasso di biodiversità basso, come lo hanno le città, ogni ristagno d’acqua, che può essere anche il sottovaso delle piante, è un potenziale luogo dove le zanzare proliferano, perché le loro larve sono acquatiche. In questi ambienti, quando le zanzare crescono, non hanno nessun nemico e crescono indisturbate. Se, invece, creiamo zone a sfalcio ridotto, con un ambiente biodiversificato, diamo casa a un maggior numero di specie viventi, comprese le antagoniste a quelle a noi “scomode”, in grado di ridurre la loro presenza”.
Perché le zanzare proliferano in ambienti con bassa biodiversità
Il punto cruciale della questione è che “un basso tasso di biodiversità comporta una maggiore presenza di specie animali che danno fastidio all’uomo, che sono generalmente specie che si adattano alla vita anche in condizioni estreme, come appunto le mosche e le zanzare”, ha sottolineato Forbicioni, che all’interno del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, nell’Isola d’Elba (dove vive), ha creato Nat-Lab, un laboratorio e museo naturalistico, dove organizza anche visite gratuite per scolaresche.
“L’abitudine di tagliare l’erba, tenendo tutto pulito, stile prato inglese, non fa altro che sterilizzare l’ambiente, banalizzando la fauna presente. In un ambiente più diversificato dal punto di vista vegetale, invece, si offre una casa a tutte quelle specie, sia animali, sia fungine, sia vegetali, che da quella diversità dipendono. Tra cui anche predatori potenziali di certe specie a noi antipatiche”. Nello specifico, per quanto riguarda le zanzare, “un alto livello di biodiversità darebbe spazio ai predatori naturali delle loro larve, ovvero tutti quegli artropodi, come coleotteri, eterotteri e larve di libellula, predatori che vivono in ambiente acquatico. Oltre ai piccoli insetti e ai ragni, che predano le zanzare in fase adulta”.
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L’erba alta attira le zecche?
Un’altra critica sollevata contro la pratica dello “sfalcio ridotto” è il possibile rialzo del numero di zecche presenti sull’erba alta, tra i nemici per eccellenza dei nostri amici a 4 zampe. “In generale non è opportuno portare gli animali domestici a passeggio nell’erba alta. Ma, come detto per le zanzare, un ambiente biodiversificato, anche nel caso di pulci e zecche, potrebbe stimolare la presenza di specie loro antagoniste. Stiamo parlando di parassiti che hanno fasi di vita molto lunghe, e che si adattano anche in situazioni estreme. Potremmo trovare zecche e pulci anche nel nulla cosmico”, ha precisato l’esperto.
Dalle farfalle alle api: le specie che proliferano nell’erba alta
Ma quali specie animali proliferano nei giardini con erba alta? “In un giardino con erba alta, con la fioritura dei mesi primaverili arrivano tutte quelle specie legate ai fiori e che si nutrono di nettare, a partire dalle farfalle e dalle api, fino ai ditteri sirfidi. In generale arrivano tutti gli impollinatori. Questi ultimi attraggono altre specie di insetti predatori che si nutrono degli impollinatori e così via”, ha riferito l’esperto, per poi sottolineare: “Seppur ogni luogo d’Italia abbia specie peculiari e più presenti, in generale possiamo dire che un alto tasso di diversità attrae per primi gli impollinatori, e per secondi i fitofagi, che si nutrono di piante. Dopo di loro arrivano quelle specie e quei predatori che hanno bisogno per vivere delle specie presenti, perché tutto è concatenato in un ecosistema. Con il tempo, non sfalciando, si creano degli ecosistemi che si mettono in equilibrio autonomamente. Quando un ecosistema funziona, è sano e in equilibrio, difficilmente una specie prevarrà sull’altra”.
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Come e quando tagliare l’erba
“Non dico di non sfasciare l’erba”, ha poi ribadito Forbicioni, “ma di farlo solo in determinate zone, magari lasciando dei punti con erba bassa e altri con erba alta, e in momenti di stasi della biodiversità, come può essere la piena estate. Ad agosto gli insetti vanno in una sorta di quiescenza estiva. Se si taglia l’erba nei mesi particolarmente caldi non si arreca alcun danno alla biodiversità”. “È, importante, inoltre sensibilizzare i cittadini su questo tema, mettendo dei pannelli informativi in prossimità di queste aree a “sfalcio ridotto””, ha aggiunto l’esperto. Proprio come disposto dal Comune di Milano, che ha lanciato una campagna informativa volta a spiegare ai cittadini e alle cittadine, l’obiettivo di questa pratica, tramite l’installazione di 150 cartelli.
In gioco anche il benessere e la salute degli esseri umani
Dunque, una maggior biodiversità è un bene anche per il benessere e la salute degli esseri umani, oltre che per la natura? “A mio parere sì. Con un alto tasso di biodiversità avremmo meno problemi anche noi umani. A partire da un minor tasso di tutte quelle patologie collegate alle zanzare, come la dengue. Probabilmente non avremmo neanche più bisogno di veleni sintetici e trattamenti particolari contro le specie a noi antagoniste perché ci penserebbero le specie stesse a rimettersi in equilibrio”, ha concluso Forbicioni.
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Fonte : Sky Tg24