All’inizio di aprile, per ottemperare alle regole imposte dal Digital Markets Act dell’Unione europea, Apple ha modificato le linee guida dell’App Store. La novità più rilevante riguarda i link a sistemi di pagamento all’interno delle applicazioni: ora gli sviluppatori possono invitare gli utenti a comprare una versione pro o in abbonamento del loro servizio con un collegamento diretto a un sito esterno.
Ma non è questa l’unica modifica rilevante arrivata con l’aggiornamento delle regole: al punto 4.7 delle linee guida ora si legge che “le app possono offrire software non integrati nel binario, in particolare mini app e mini giochi in HTML5, giochi in streaming, chatbot e plug-in. Inoltre, le app per l’emulazione di console retro possono offrire il download di giochi. L’utente è responsabile di tutto il software offerto nella sua app, anche per quanto riguarda la conformità di tale software alle presenti Linee Guida e a tutte le leggi applicabili”.
È una modifica assai rilevante a una norma vecchia come l’App Store stesso. Nel corso degli anni gli emulatori di vecchie console sono arrivati a più riprese sull’App Store, spesso nascosti dentro altre app per sfuggire ai controlli di Apple. La loro sorte è sempre stata la stessa: la rimozione forzata dopo pochi giorni di clamore mediatico tra gli appassionati di retrogaming e sui media che si occupano di tecnologia.
C’è voluta la legge europea
Con l’approvazione del DMA e l’imposizione del sideloading delle app da parte dell’UE, mantenere il divieto agli emulatori su App Store aveva poco senso. Non a caso una delle app a essere distribuite tramite il primo app store alternativo europeo, AltStore PAL, è stata proprio un emulatore. Si chiama Delta e l’ha sviluppata Riley Testut, giovane programmatore appassionato di retrogaming che si batte da anni contro il divieto di emulazione e sideloading su iOS e iPadOS.
La modifica alle regole dell’App Store sull’emulazione e l’approvazione del marketplace AltStore PAL da parte di Apple sono avvenute pressoché in contemporanea. Per questo l’emulatore Delta è potuto arrivare sono solo sugli iPhone dei cittadini dell’Unione europea ma anche su tutti gli altri. Qui riteniamo che la tempistica non sia un caso: lasciare a un app store alternativo in Europa il monopolio dell’emulazione su iOS poteva diventare uno spot gratuito per il sideloading, che Apple vorrebbe invece mantenere contingentato all’UE. Una strategia azzeccata, se si considera la velocità con cui Delta ha scalato tutte le classifiche delle app gratuite su App Store: nel momento in cui scriviamo, è ancora prima negli Stati Uniti.
Emulatori per iPhone: i limiti di legge
La disponibilità degli emulatori su iPhone, però, non equivale a un liberi tutti. Sia gli sviluppatori di app sia gli utenti devono comunque rispettare le leggi sulla pirateria. Il problema è annoso e non riguarda solo iPhone. Le app per l’emulazione dei cosiddetti retrogames sono perfettamente legali, in Italia e in Europa come negli Stati Uniti. È illegale invece il download delle ROM, cioè la versione digitale delle vecchie cartucce, a meno che non siano state esportate da un’unità fisica in nostro possesso con appositi dispositivi come il GB Operator.
È palese che, a parte pochi collezionisti con il pallino del retrogaming, la maggior parte dei casual gamer non possiede gli originali e quasi tutti scaricano le ROM da siti dedicati o tramite Torrent. Che però è una cosa che non si può fare. A meno che non abbiate una collezione di cartucce di Super Mario Bros in cantina, insomma, l’app Delta dovrebbe idealmente rimanere vuota.
Come si gioca con Delta (procedete con cautela)
Inutile fare i finti ingenui: chi scarica Delta da AltStore PAL vorrà almeno provare a caricare qualche ROM nell’applicazione, anche se non possiede alcun gioco originale. Qui non vi daremo alcuna indicazione sul come fare (per quello c’è Reddit, e abbiamo detto abbastanza), ma nel caso vi vogliate cimentare in un crimine ai danni della proprietà intellettuale tanto palese quanto impunito, siate perlomeno accorti. Il Web pullula di siti che spacciano per ROM la peggiore spazzatura: scaricare virus e malware al posto di Mario Kart non è uno scenario così improbabile. In questo momento, per dirne una, il primo risultato su Google se si cerca “delta emulator” è una pagina truffa che si spaccia per il sito ufficiale dell’emulatore.
Nel caso abbiate in vostro possesso una ROM legittima, caricarla su Delta è facilissimo: da un Mac basta trasferirla su iPhone con AirDrop; da PC caricatela su Dropbox o Google Drive e poi scaricatela sull’iPhone (in alternativa trasferitela tramite mail o Telegram). Una volta salvata la ROM, dall’app File fate tap e il gioco verrà importato automaticamente su Delta.
L’emulatore è compatibile con i giochi per GameBoy, GameBoy Color, GameBoy Advanced, NES, SNES, Nintendo DS e Nintendo 64. Il supporto al Sega Mega Drive è al momento in corso di sviluppo.
Niente effetto emulazione
Nonostante l’exploit di Delta, gli emulatori disponibili su App Store al momento rimangono pochissimi. In particolare non è disponibile alcuna alternativa per l’emulazione delle console Nintendo. Sono scaricabili invece un emulatore di Commodore64 per iPad, Emu64 XL, e uno per vecchi giochi di avventura punta e clicca per PC, ScummVM. Su Reddit c’è una lista aggiornata degli emulatori già esistenti ma non ancora presenti su App Store o AltStore PAL.
DolphiniOS, un software per l’emulazione di GameCube e Nintendo Wii su iOS abbastanza noto tra gli appassionati del genere, non arriverà invece su App Store nonostante l’allentamento delle regole. Gli sviluppatori hanno spiegato che l’app non può avere accesso alle funzioni di compilazione JIT di iPhone e iPad, necessarie per adattare in tempo reale il codice dei giochi e renderlo compatibile con i processori ARM dei dispositivi.
Fonte : Repubblica