Nel 1998 il Giappone ha ospitato le Olimpiadi per la terza volta nella sua storia. Ai Giochi invernali di Nagano, quell’anno, debuttava una nuova disciplina: lo snowboard.
Accanto ai cinque cerchi, per la prima volta, compariva anche il nome Samsung tra i brand più importanti associati alle Olimpiadi, quei cosiddetti Top Olympics Partners tra cui figurano per esempio anche Coca-Cola (dal 1928) e Omega (dal 2004).
Con un accordo firmato soltanto un anno prima, Samsung aveva assicurato al Comitato Olimpico Internazionale che avrebbe provveduto alla connettività wireless dei Giochi.
Ma era una scommessa.
Molti competitor dell’azienda sudcoreana, e persino alcune persone al suo interno, avevano seri dubbi sul fatto che Samsung sarebbe stata all’altezza.
All’epoca, infatti, Samsung veniva ancora percepito come un brand di dispositivi elettronici low cost. L’azienda di Seoul non vantava una grande esperienza nel settore dei telefoni cellulari. Né aveva idea di come pianificare il marketing di un evento sportivo.
Su Samsung insomma gravava una pressione enorme, perché l’accordo olimpico era costato il 20% del budget disposto per il marketing del 1998 al di fuori della Corea del Sud.
Eppure Samsung è riuscita a tenere fede alla sua promessa.
Nell’inverno del 1998, 4.460 dispositivi mobili sono stati spediti da Seoul a Nagano. Telefoni che hanno consentito agli organizzatori dei Giochi di comunicare tra di loro. E agli atleti di chiamare a casa.
Il “matrimonio” tra Samsung e le Olimpiadi è iniziato così. Con quello che si può definire un salto nel buio da parte dell’azienda sudcoreana. Un atto di fede chiesto ai suoi dipendenti, nel 1993, dall’allora presidente Kun-Hee Lee, che nel corso di una riunione aziendale organizzata a Francoforte ha detto ai manager: “Cambiate tutto, eccetto la vostra famiglia”.
Per Kun-Hee Lee bisognava puntare in alto. A qualsiasi costo. Le Olimpiadi erano una vetrina imperdibile e necessaria. Solitamente le aziende diventano partner dei Giochi quando raggiungono il successo globale. Samsung, invece, voleva usarli per farsi conoscere nel mondo.
Ventisei anni dopo, si può dire che quel piano è riuscito.
Dal 1998 a oggi, Samsung ha partecipato a ogni Olimpiade. Questa partnership ha dato una spinta enorme all’ascesa iniziale dell’azienda asiatica. Tra il 1999 e il 2002, il valore di Samsung è passato da 1,3 miliardi di dollari a 8,2 miliardi di dollari. Dal 2001 al 2003, i profitti sono passati da 425 milioni di dollari a 1,7 miliardi di dollari.
E oggi Samsung non è più la Cenerentola d’Asia che, nel 1988, contribuiva come “sponsor locale” ai Giochi di Seoul. A dimostrazione del fatto che le Olimpiadi hanno dei valori. Ma anche un valore.
Era importante raccontare questa storia nel giorno in cui TM Roh, Presidente e Head of Mobile eXperience Business di Samsung Electronics, ha inaugurato una boutique “olimpica” allestita da Samsung nel cuore di Parigi, sugli Champs-Elysées, a poche centinaia di metri dall’Arco di Trionfo.
Stretta tra i lussuosi palazzi di Dior e Saint Laurent, questa vetrina temporanea ospita non solo i prodotti più innovativi di Samsung – dagli smartphone top di gamma ai pieghevoli, fino ai notebook più recenti – ma anche i dispositivi che hanno accompagnato, negli anni, le Olimpiadi: dal Samsung SGH-D600e, il telefono ufficiale dei Giochi invernali di Torino, al Samsung SGH-i530 utilizzato alle Olimpiadi di Atene del 2004.
C’è esposto anche il telefono simbolo delle Olimpiadi di Sydney, del 2000. In quell’occasione – due anni dopo l’inizio della partnership tra Samsung e i Giochi – l’azienda sudcoreana ha potuto contare sul suo primo padiglione. Ma lo spazio che le era stato riservato era quello di un garage su più piani. Servì un lungo lavoro per renderlo presentabile.
Lo spazio che ospita la tecnologia Samsung è altrettanto avveniristico ed è stato progettato da un visionario dell’architettura moderna, Jean Nouvel, che in seguito al taglio del nastro ha ricordato quando nel 2002 ha disegnato per Samsung un’ala del Leeum Museum di Seoul, che ospita diversi capolavori dell’arte moderna.
“L’intero spazio è stato progettato per celebrare l’impegno di Samsung per il concetto di apertura – ha detto Nouvel -. La facciata grafica astratta cattura la miriade di movimenti e riflessi di luce che appaiono e scompaiono in un istante, mentre gli specchi bianchi opachi e riflettenti dell’atrio invitano i visitatori a un viaggio attraverso le ultime innovazioni”.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato anche alcuni membri del Team Galaxy, la “squadra” composta da 57 atleti olimpici sostenuta da Samsung. A Parigi hanno parlato Joanne Defay, surfista francese, Karam Singh, ballerino di break dance britannico, e Ugo Didier, nuotatore francese che parteciperà alle Paralimpiadi.
Fanno parte del Team Galaxy anche atleti italiani: il velocista e campione olimpico di Tokyo 2020, Marcell Jacobs, il surfista Leonardo Fioravanti, il lunghista Mattia Furlani, la campionessa di break dance Alessandra Chillemi e lo skateboarder Alessandro Mazzara.
“In qualità di partner olimpico e paralimpico mondiale, Samsung offre tecnologie ed esperienze all’avanguardia ai Giochi Olimpici da quasi 40 anni – ha detto TM Roh -. Il modo in cui viviamo i Giochi si è evoluto radicalmente nel corso del tempo e la tecnologia ha svolto un ruolo fondamentale nel dar vita allo spirito olimpico”.
Per Samsung la vetrina delle Olimpiadi del 2024 è ancora più preziosa.
L’azienda sudcoreana sta spingendo al massimo i suoi dispositivi dotati di Galaxy AI, l’intelligenza artificiale capace di generare testi e immagini. E, per esempio, di tradurre in tempo reale le conversazioni tra due estranei che parlano lingue diverse. Samsung lo ha fatto notare a Parigi, associando la capacità dei suoi telefoni di abbattere le barriere linguistiche al concetto di apertura alla base dei Giochi.
Proprio la Galaxy AI, sviluppata in partnership con Google, ha permesso al colosso tech di Seoul di riprendersi recentemente la vetta della classifica di produttori di Smartphone, che guidava da 13 anni e che le era stata sottratta, a dicembre scorso, da Apple.
Sull’incremento delle vendite di Samsung ha avuto un ruolo fondamentale il nuovo smartphone top di gamma Samsung Galaxy S24, dotato di strumenti basati proprio sull’IA generativa.
Fonte : Repubblica