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Dopo le dichiarazioni di Franco Di Mare da Fabio Fazio e la richiesta del giornalista di avere lo stato di servizio del suo lavoro in Rai, l’azienda ha sostenuto che la pratica spetti all’Inail. L’ente, che ora si occupa della tutela dei giornalisti, in una nota ha fatto sapere che non può stabilire il nesso tra il lavoro giornalistico e la malattia.
Domenica scorsa Franco Di Mare ha dichiarato in diretta da Fabio Fazio di avere un mesotelioma, tumore che si sviluppa a contatto con l’amianto, ragion per cui ha chiesto alla Rai, azienda alla quale ha dedicato la sua carriera giornalistica, lo stato di servizio, per provare a ricostruire la genesi del male che lo attanaglia. In risposta alla sua richiesta da Viale Mazzini hanno dichiarato che, venuti a conoscenza della situazione solo tramite la tv, la pratica è attualmente sotto la supervisione dell’Inail, l’ente che ha attualmente ha il compito di certificare l’eventuale correlazione tra le trasferte all’estero e il tumore. Ora, però, arriva la risposta dell’istituto, a cui non spetterebbero gli accertamenti di cui parla la Rai, dal momento che la tutela dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti, da infortuni sul lavoro o da malattie professionali, è relativa all’inizio del 2024.
La richiesta di Franco Di Mare alla Rai e la risposta dell’Inail
“Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni” ha dichiarato Franco Di Mare in un’intervista al Corriere lo scorso 28 aprile, riferendosi al lungo periodo trascorso nei Balcani, come inviato di guerra, senza citare le numerose missioni a cui ha preso parte nel corso dei tanti anni di carriera svolti in Rai. È proprio per il lavoro continuativo di questi anni, nei quali il giornalista è stato cronista instancabile e attento dei conflitti che hanno minato diverse zone del mondo, che Di Mare ha richiesto lo stato di servizio alla Rai, ma l’azienda ritiene che la pratica sia gestita dall’Inail che, però, in una nota controbatte alla tv pubblica sottolineando che “le malattie dei professionisti dell’informazione titolari di un rapporto di lavoro subordinato sono tutelate solo dall’inizio del 2024, dopo la fine del periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi a quella dell’Istituto”.
L’Inail era a conoscenza del caso Di Mare da ottobre
In merito alla vicenda di Franco Di Mare “che ha fatto comprensibilmente scalpore perche’ coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto“, l’Inail e sostiene di “essere venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso mese di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail”. Nella nota, quindi, si legge:
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Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali
Fonte : Fanpage