Il sesso a pagamento è un pianeta molto più ampio e sfaccettato di come normalmente lo si immagina, condizionati da tabù e pregiudizi radicati, primo fra tutti quello che lo vedrebbe abitato principalmente da uomini. Le donne che scelgono un gigolo per trascorrere qualche ora di passione, o un allegro weekend – dipende da quanto si è disposte a spendere – sono in crescita e i motivi che le portano a rivolgersi a un “professionista” sono diversi, così come diversi sono i servizi che questi prestanti accompagnatori offrono sui principali portali in cui si mettono in vetrina.
Età, città e raggio d’azione, con un paio di click la scrematura principale è fatta e la ricerca si fa più soggettiva davanti alle foto di ogni profilo, che si sfogliano in perfetto stile Tinder con la differenza che qui il match è assicurato. Eleganti, mai volgari – al massimo a petto nudo, ma pur sempre charmant – sguardo accattivante e pose degne del più affascinante Richard Gere visto sul grande schermo. Nelle descrizioni poche infallibili parole, come “gentleman”, o frasi motivazionali in cui riconoscersi, tipo “meglio essere unici che perfette fotocopie”. Se l’indecisione è tanta ci sono le recensioni a fare da guida in questo universo di testosterone: donne che hanno già provato l’uno o l’altro e consigliano altre donne, ma anche uomini soddisfatti del servizio offerto dal gigolo alla propria compagna. Sì, perché c’è anche chi un gigolo lo regala. Perversioni, fantasie o semplici desideri, gli esperti del sesso a pagamento sono lì per soddisfare con “professionalità” – questo ci tengono tutti a sottolinearlo – ogni richiesta.
Eracle, professione gigolo
“Escort esclusivo, etero al 100%, disponibile per donne e coppie. Al tuo fianco con eleganza per cene, aperitivi, weekend, viaggi, cerimonie o più semplicemente al cinema o per qualsiasi tuo desiderio. Sarò come tu mi vuoi”. Eracle è tra i più convincenti. Alla mail risponde qualche ora dopo, mandando direttamente un messaggio su Whatsapp: “Sono a Milano. L’intervista possiamo farla al telefono oppure di persona davanti a un calice di vino”. Per quanto non si dovrebbe mai dire di no a un bicchiere di Nebbiolo, la distanza – ma anche la professionalità, in questo caso la nostra – non lascia scelta e ci impone una lunga chiamata. “Il mio vero nome è Andrea, ma sul portale sono iscritto come Eracle e anche sul mio sito mi chiamo così, Eracle escort”, inizia subito con questo chiarimento. 45 anni, milanese, questo lavoro per lui è la realizzazione di un sogno: “Ho iniziato a trent’anni. Ho sempre avuto una passione per le donne, soprattutto quelle più grandi di me”. Si definisce un pioniere del mestiere: “Quando ho iniziato, 15 anni fa, non c’erano i social né gli smartphone. C’era un portale che raggruppava tutti gli escort d’Italia, ma eravamo in pochi, circa una decina. Mi sono iscritto, ho messo delle foto, una descrizione, mi hanno iniziato a chiamare e da lì non ho più smesso”. In breve tempo è diventato un lavoro vero e proprio: “Faccio solo questo, mi mantengo così”. Andrea non vuole parlare di soldi, ma non è difficile scoprire sul web quali sono i prezzi di un gigolo di fascia medio-alta: tra i 500 e i 1000 euro per una serata nella stessa città, di più se ci si sposta in zona, intorno ai 3000 euro invece per un weekend. Oltre a hotel, pranzi e cene, tutto a carico della donna, ed eventuali regali extra che a quanto pare non mancano quasi mai. Il ‘nostro’ Eracle, ad esempio, colleziona orologi: “Mi hanno fatto grandi regali, principalmente Rolex. Se una cliente diventa fissa è così, capita spesso”.
Quello del gigolo è un mestiere a tutti gli effetti. Gli improvvisati si riconoscono, spiega Eracle a Today.it: “Tanta gente lo fa come secondo lavoro per arrotondare, pensa che basta avere gli addominali, ma non funziona così. Ti ci devi dedicare 24 ore al giorno: devi curare l’aspetto fisico, dare attenzione alle donne non solo quando ci esci. Non si tratta soltanto di sesso. Anzi, il più delle volte l’aspetto sessuale è secondario – continua – La donna che ti chiama deve essere coinvolta anche se ti sta pagando. Vuole vedere che tipo di persona sei, che testa hai, come parli, se la stai ascoltando e sei attento alle sue esigenze. È un lavoro più mentale che fisico. Può capitare di non consumare subito il rapporto sessuale, soprattutto la prima volta. Magari la cliente ti chiama solo per vederti di persona, poi se le piaci fissa la seconda uscita”. Insomma, un rapporto certamente più cerebrale rispetto a quello uomo-escort, “quasi un servizio sociale” lo definisce Andrea, che evidenzia un aspetto importante: “Il vero lavoro è con le clienti fisse ed è quando non sei con loro, perché vogliono il buongiorno, la buonanotte, la chiamata per chiacchierare. Attenzioni, come se fosse una relazione vera”. Non c’è un numero limite di incontri: “C’è chi mi chiama per una sola notte e chi lo fa con costanza. Io ho una cliente da 15 anni, la vedo una volta al mese. Sono quelle fidelizzate”. Il target è più o meno lo stesso, salvo qualche eccezione: “L’età media è 45/50 anni, poi mi capitano anche ragazze di 20 o donne di 60. L’anno scorso mi ha chiamato una professoressa universitaria di 75 anni. Di solito sono benestanti, single, ma anche separate o sposate”. Lo contattano, si sentono al telefono, fissano l’incontro – di solito al ristorante – e poi si va in hotel: “A casa mai, non vorrei ci fossero improvvisate da parte di ex o compagni”.
Donne alla prima esperienza sessuale e regali di coppia: i servizi offerti
Tra le telefonate che arrivano, anche quelle di donne alla prima esperienza sessuale: “Una volta mi è capitato con una ragazza di 24 anni, molto timida, aveva problemi a relazionarsi con i coetanei. Un’altra invece ne aveva 40. Hanno difficoltà ad approcciarsi con un uomo e preferiscono chiamare un professionista, si sentono meno giudicate considerando che poi non ti vedono più. Come va va, senza nessun imbarazzo per il dopo. Negli ultimi anni le donne fanno quello che fanno gli uomini – dice Andrea – Gli uomini fanno sesso a pagamento da sempre, finalmente hanno iniziato anche le donne”. Non è raro, poi, che a chiamare siano i mariti: “Mi è capitato diverse volte. Uomini che godevano a vedermi con la moglie. A volte partecipano, altre guardano e basta. Il threesome va alla grande, ma i maschi neanche li sfioro”. Tra le richieste più strane ne ricorda una: “Anni fa ho visto una coppia in un lussuoso hotel di Roma. Lui aveva prenotato due suite combacianti, all’ultimo piano. Ha messo delle telecamere nella mia stanza, dove poi ho incontrato la moglie, e lui guardava tutto nell’altra camera”. C’è anche chi si rivolge a Eracle esclusivamente come accompagnatore: “Mi capita di accompagnare donne a matrimoni fingendomi il loro fidanzato, oppure ad eventi e cene dove non vogliono andare sole ma farsi vedere con un bel ragazzo. Dopo ci salutiamo e non succede niente”.
Quando l’eccitazione è un lavoro
Seppure di pari passo – più o meno – con la sfera emotiva e psicologica, il sesso resta la pietra fondante del mestiere di gigolo. La capacità di essere performanti con chiunque sotto le lenzuola è un’attitudine che richiama un’altra professione, quella dell’attore porno. Andrea – per le donne Eracle – fa una precisazione: “La dipendenza sessuale che hanno molti pornodivi è una malattia, esattamente come le altre dipendenze. Io non sono a questi livelli. Ovvio che facendo questo nella vita, la mia testa è sempre improntata al pianeta femminile, compreso l’aspetto sessuale, ma se capita che non lo faccio per giorni non sto male”. Diversa, invece, è l’abilità nel concentrarsi su ogni cliente. Di fatto, un talento innato: “Per fare questo lavoro devi avere una mente un po’ perversa. Io sono attratto da belle ragazze, come tutti, ma anche da donne insospettabili e con qualche imperfezione. Trovo lì l’eccitazione maggiore. Per fare questo lavoro devi saperti eccitare anche solo guardando un tacco a spillo”.
Fonte : Today