Il telescopio Webb cattura la Nebulosa Testa di Cavallo: nuovi dettagli senza precedenti

Le immagini a infrarossi sono tra le più nitide mai riprese e rivelano caratteristiche e strutture mai osservate con tale livello di precisione

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Il telescopio spaziale James Webb della Nasa/Esa/Csa ha catturato le immagini a infrarossi più nitide fino ad oggi di uno degli oggetti più caratteristici dei nostri cieli: la Nebulosa Testa di Cavallo. Queste osservazioni mostrano una parte dell’iconica nebulosa sotto una luce completamente nuova, catturandone la complessità con una risoluzione spaziale senza precedenti. Le nuove immagini di Webb mostrano parte del cielo nella costellazione di Orione (Il Cacciatore), nel lato occidentale della nube molecolare Orione B. Dalle turbolente onde di polvere e gas sorge la Nebulosa Testa di Cavallo, altrimenti nota come Barnard 33, che si trova a circa 1300 anni luce di distanza. Queste osservazioni sono state effettuate nel programma Webb GTO n. 1192 (PI: K. Misselt) e i risultati sono stati accettati per la pubblicazione in ‘Astronomy & Astrophysics’ (Abergel et al. 2024). 

nebulosa cavallo

Rivelati nuovi dettagli delle strutture della nebulosa

Grazie agli strumenti Miri e NirCam di Webb, un team internazionale di astronomi ha rivelato per la prima volta le strutture su piccola scala del bordo illuminato della Testa di Cavallo. Hanno inoltre rilevato una rete di strutture striate che si estendono perpendicolarmente al fronte del Pdr e contengono particelle di polvere e gas ionizzato trascinati nel flusso fotoevaporativo della nebulosa. Le osservazioni hanno inoltre consentito agli astronomi di studiare gli effetti dell’attenuazione e dell’emissione di polvere e di comprendere meglio la forma multidimensionale della nebulosa. Successivamente, i ricercatori intendono studiare i dati spettroscopici ottenuti dalla nebulosa per evidenziare l’evoluzione delle proprieta’ fisiche e chimiche del materiale osservato attraverso la nebulosa. 

esa

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Si disintegrerà tra cinque milioni di anni

La nebulosa si è formata da una nube interstellare di materiale in collasso e brilla perchè è illuminata da una stella calda vicina. Le nubi di gas che circondano Horsehead si sono già dissipate, ma il pilastro sporgente è costituito da spessi ciuffi di materiale più difficile da erodere. Gli astronomi stimano che alla Testa di Cavallo rimangano circa cinque milioni di anni prima che anch’essa si disintegri. La nuova visione di Webb si concentra sul bordo illuminato della parte superiore della caratteristica struttura di polvere e gas della nebulosa.

Immagini del buco nero e della Via Lattea. Crediti: ESO/S. Guisard. ANSA/US +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

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Perché la Nebulosa Testa di Cavallo è importante per gli astronomi

La Nebulosa Testa di Cavallo è una nota regione di fotodissociazione (Pdr). In una tale regione la luce ultravioletta proveniente da stelle giovani e massicce crea un’area prevalentemente neutra e calda di gas e polvere tra il gas completamente ionizzato che circonda le stelle massicce e le nuvole in cui nascono. Questa radiazione ultravioletta influenza fortemente la chimica del gas di queste regioni e funge da principale fonte di calore. Queste regioni si verificano dove il gas interstellare è abbastanza denso da rimanere neutro, ma non abbastanza denso da impedire la penetrazione della luce ultravioletta lontana delle stelle massicce. La luce emessa da tali Pdr fornisce uno strumento unico per studiare i processi fisici e chimici che guidano l’evoluzione della materia interstellare nella nostra galassia e in tutto l’universo dagli inizi della vigorosa formazione stellare fino ai giorni nostri. Grazie alla sua vicinanza e alla sua geometria quasi di taglio, la Nebulosa Testa di Cavallo è un bersaglio ideale per gli astronomi per studiare le strutture fisiche dei Pdr e l’evoluzione delle caratteristiche chimiche del gas e della polvere nei rispettivi ambienti, e le regioni di transizione tra loro. Viene considerato uno dei migliori oggetti del cielo per studiare come la radiazione interagisce con la materia interstellare. 

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