Auriemma (M5s): “Autonomia farà male a Sud e Nord, per approvarla la destra stravolge la democrazia”

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In un’intervista a Fanpage.it, la deputata del M5s Carmela Auriemma fa il punto sull’autonomia differenziata, che è arrivata alla Camera. La maggioranza, ha detto Auriemma, “stravolge le regole base della democrazia” per arrivare all’approvazione in fretta.

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Il dibattito sull’autonomia differenziata delle Regioni è entrato nel vivo: ieri dopo mesi e mesi il testo del ddl Calderoli è arrivato in Aula, alla Camera, anche grazie agli strattoni della maggioranza che ha cercato di forzare i tempi. A Montecitorio l’ostruzionismo delle opposizioni è partito ieri, con tensioni altissime e proteste continue (da entrambe le parti) che hanno obbligato a fermare gli interventi più volte. La scorsa settimana aveva tenuto banco il caso dell’emendamento su cui la maggioranza era andata sotto, in commissione Affari costituzionali, per poi fare ripetere il voto due giorni dopo.

La prima firma di quell’emendamento era di Carmela Auriemma, deputata del Movimento 5 stelle che in un’intervista a Fanpage.it ha denunciato il comportamento del centrodestra e chiarito la linea della minoranza sulla riforma: opposizione dura, con tutti gli strumenti democratici a disposizione.

Ripercorriamo la vicenda dell’emendamento che ha sollevato le vostre proteste. Qual è stata la forzatura della maggioranza?

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Mercoledì scorso in commissione si votavano gli emendamenti presentati dall’opposizione al ddl sull’Autonomia differenziata. Nel pomeriggio è arrivato l’emendamento 1.19, a mia prima firma, ed è stato messo in votazione. In quel momento molti della maggioranza non erano presenti – in particolare quasi tutti i componenti della Lega – e l’emendamento ha avuto dieci voti a favore e sette contrari. L’emendamento era importante perché toglieva dai principi del provvedimento, elencati all’articolo 1, il principio della autonomia, quindi di fatto svuotava di significato quel testo. Subito il segretario della commissione (il collega Penza) ha contato i presenti e ha certificato i voti. Di regola, sarebbe passato.

E invece?

La regola base della politica è che se prendi un voto in più vinci e se ne prendi uno in meno perdi. Invece la maggioranza, a distanza di 48 ore, non ha riconosciuto questo risultato e ha pensato bene di stravolgere tutto il regolamento della Camera, di stravolgere le regole base della democrazia. Ha fatto rivotare lo stesso emendamento, con un risultato ovviamente diverso. Non si è mai visto nella storia parlamentare che una votazione, solo perché non ha l’esito che vuole la maggioranza, venga fatta rifare.

In generale, i tempi di lavoro in commissione sono stati troppo stretti?

Sono stati estremamente forzati. Per risolvere la questione di questo emendamento, la maggioranza ci ha messo oltre dieci ore, quindi di fatto noi il provvedimento non l’abbiamo proprio potuto esaminare. C’erano 2500 emendamenti in tutto.

E quanti ne avete discussi?

Una cinquantina. Stiamo parlando forse uno dei più importanti provvedimenti degli ultimi vent’anni, che va a stravolgere l’assetto del nostro Paese, le fondamenta della nostra Repubblica, e noi non siamo arrivati ad esaminare neanche il 5% degli emendamenti. Abbiamo chiesto anche di ridurre gli emendamenti, di lavorare su quelli più significativi sabato e domenica. Invece la maggioranza non ha voluto sentire alcuna ragione: alle 18 di sabato hanno messo una tagliola e il provvedimento è stato portato in Aula.

Ieri è iniziato il dibattito. Che clima si respirava?

La tensione è altissima, c’è di un clima di estrema prepotenza da parte della maggioranza.

Ha fatto discutere – e obbligato a interrompere la discussione per alcuni minuti – una deputata leghista che indossava una maglietta verde con la scritta “Vento del Nord”. Era Simona Bordonali, peraltro una sua collega di commissione.

Sì, e anche una delle componenti della Lega che erano assenti quando il mio emendamento è stato votato in commissione. Sulla maglietta c’era questo slogan provocatorio, ma se si vanno a guardare le felpe di Salvini negli anni si vede come la Lega ha cambiato direzione: si passa da Milano a Napoli, Viterbo e altre città del Centro-Sud. A dimostrazione che la Lega da anni fa ben altro rispetto a questa propaganda nordista. L’autonomia è una riforma per recuperare qualche voto al Nord riportando in vita una fase del Carroccio che non esiste più, anacronistica e fuori tempo massimo.

Pensa che la riforma avrà un impatto sugli elettori in vista delle europee?

Se ce l’avrà, sarà un effetto limitato nell’elettorato della Lega al Nord, ed è il motivo per cui loro hanno accelerato tantissimo sull’approvazione. Ma bisogna ricordare una cosa: è un provvedimento che fa male al Sud, ma anche al Nord. Dividere l’Italia in venti staterelli creerebbe un appesantimento delle normative regionali che non farebbe bene neanche agli imprenditori. Tant’è vero che Confindustria è contraria. In generale non credo che ci sarà un grande miglioramento elettorale per il Carroccio: è il canto del cigno della Lega per provare a recuperare un elettorato storico che ha un peso minimo.

Può essere che abbia invece un effetto contrario? Nel dibattito sull’autonomia l’opposizione può sollevare temi pesanti, come le disuguaglianze nella sanità e nella scuola.

La discussione sull’autonomia ha fatto emergere che il Nord in questo momento è travagliato dalla piaga della povertà, e ci sono dati sconcertanti sulle prestazioni e i servizi mancanti nelle periferie del Nord. Quindi il tema potrebbe essere un boomerang. Semmai, sarà la Lega a dare un assist a Fratelli d’Italia, dato che l’autonomia differenziata trascina il premierato.

Qui voi denunciate uno “scambio”, il presidente Conte ha parlato di Meloni che “svende a Salvini l’Unità d’Italia pur di avere i pieni poteri con il premierato”, e di riforme costituzionali che si “scambiano come figurine Panini”. 

Avviene una cosa sconcertante: le tre forze di maggioranza (perché c’è anche Forza Italia, che punta alla riforma della giustizia e alla separazione delle carriere) si dividono le riforme in base alle proprie bandierine. La Costituzione non si cambia in base a un’idea innovativa di Paese – cosa che sarebbe anche accettabile, con interventi chirurgici – ma in base alle necessità ideologiche ed elettorali di ciascun partito.

Come vi muoverete nell’opposizione sull’Autonomia in Parlamento?

Procederemo con delle sedute-fiume, ci siamo iscritti in tantissimi a parlare. Purtroppo, l’unico strumento che ci hanno lasciato è l’ostruzionismo. Il provvedimento non sarà approvato prima delle europee, crediamo, e questo è importante.

Per evitare di dare un eventuale vantaggio elettorale alla Lega?

Non solo, ma perché penso che i risultati delle europee potrebbero dare uno scossone alla maggioranza.

Sembra probabile che comunque l’approvazione arriverà, anche dopo le europee. Poi?

Poi la grande sfida passerà al Paese. Bisognerà fare rete, andare nelle piazze, ritornare a parlare alle persone e far capire che siamo in un momento storico delicatissimo, dove una maggioranza (che tra l’altro non rappresenta la maggioranza di questo Paese) sta cercando di sovvertire completamente il fondamento della nostra Costituzione. Sul premierato è probabile che si arrivi a referendum, sull’autonomia questo se ci sono delle perplessità sulla possibilità che possa essere oggetto di di referendum, ma in ogni caso useremo tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione.

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Fonte : Fanpage