Il Parlamento europeo sta scaldando i motori per le elezioni del prossimo giugno, entrando nella fase finale di una campagna comunicativa che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe raggiungere tutti i cittadini dell’Unione e convincerli ad andare alle urne. L’obiettivo è continuare il trend positivo registrato cinque anni fa in termini dell’affluenza, riparando allo stesso tempo il voto dalle campagne di disinformazione.
Quello del 6-9 giugno sarà un weekend cruciale per valutare lo stato di salute della democrazia europea: il dato più importante da tenere sott’occhio è quello dell’affluenza, che ci dirà quanti degli oltre 370 milioni di elettori decideranno di usare il proprio voto per scegliere i propri rappresentanti nazionali da mandare all’emiciclo di Strasburgo e Bruxelles. Nel 2019 si era registrato il primo aumento dell’affluenza nella storia delle elezioni europee: il 50,66% degli aventi diritto ha usato il proprio voto per eleggere la nona legislatura, quella uscente, interrompendo un trend negativo che dal 1979 aveva visto crescere l’indifferenza nei confronti dell’Eurocamera, con il record negativo del 42,61% segnato dieci anni fa.
La sfida è ora riportare alle urne almeno la stessa percentuale di votanti, e possibilmente anche di più. Per questo, l’Aula ha lanciato lunedì 29 aprile la seconda parte della sua campagna comunicativa per aumentare la visibilità dell’appuntamento elettorale e convincere quanti più cittadini possibile a prendere parte in questo esercizio di democrazia transnazionale. Se la prima parte della campagna si imperniava intorno allo slogan “usa il tuo voto”, ora si aggiunge un’ulteriore frase: “Usa il tuo voto, non lasciare che gli altri decidano per te”.
La strategia dell’Europarlamento prevede un approccio multidimensionale: eventi mediatici, attività di promozione digitale, coinvolgimento di partner pubblici e privati, iniziative di cittadinanza attiva e programmi educativi su misura per tutti gli europei attraverso gli Stati membri, aumentando dunque sia la presenza dell’istituzione sul web – tramite un portale dedicato (questo) ma anche attraverso la comunicazione dei canali istituzionali – sia le iniziative off-line.
Ad esempio, in occasione della giornata dell’Europa, che cade il 9 maggio in ricordo della cosiddetta dichiarazione Schuman con cui nel 1950 l’allora ministro degli Esteri francese diede un fondamentale impulso all’idea della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), molti palazzi e luoghi d’interesse negli Stati membri verranno illuminati con grafiche per ricordare ai cittadini che, di lì a un mese, avranno l’occasione per dire la loro sulla direzione politica che vorrebbero fosse presa dall’Ue.
Il 23 maggio, invece, si terrà all’interno dell’emiciclo di Bruxelles un dibattito tra i candidati dei partiti europei alla presidenza della Commissione (cioè gli Spitzenkandidaten): è il cosiddetto “dibattito in Eurovisione”, e vedrà come protagonisti Ursula von der Leyen (presidente uscente e candidata dei Popolari), Nicolas Schmit (candidato dei Socialisti), Sandro Gozi (uno dei tre candidati dei liberali di Renew), Terry Reintke (una dei due candidati dei Verdi) e Walter Baier (candidato della Sinistra).
Un’altra iniziativa, in realtà già attiva da qualche tempo, è quella che permette a chiunque di ricevere un promemoria personalizzato a ridosso dell’appuntamento elettorale. Per ottenerlo e non scordarsi quindi di recarsi alle urne, è sufficiente registrare la propria email nel portale del Parlamento cui accennavamo prima e indicare il Paese in cui si voterà a giugno: in questo modo, pochi giorni prima dell’inizio del voto in quel Paese (e poi il giorno stesso delle elezioni) si riceverà un reminder – che, ci assicurano dall’ufficio stampa, non sarà troppo molesto – per non mancare questo appuntamento. Insomma, la casa della democrazia europea ha pensato anche a chi tende a dimenticarsi i propri impegni e non ha l’abitudine a segnarseli in agenda. Per chi vota dall’Italia, ricordiamo che le urne saranno aperte sabato 8 e domenica 9 giugno.
Inoltre, è stato prodotto un cortometraggio di quattro minuti tramite il quale l’Eurocamera cerca di motivare i elettori ad andare a votare facendo leva sul loro senso di responsabilità collettiva: “Non nei confronti di una certa idea politica o di una causa specifica, ma nei confronti gli uni degli altri”, come dichiarato dal portavoce dell’Aula Jaume Duch, che ha inoltre sottolineato come “la democrazia europea ci unisce più di quanto pensiamo, a livello di nazioni, di sensibilità politiche e di generazioni”.
Nel video, alcuni cittadini più anziani provenienti da vari Stati membri condividono le proprie testimonianze con altrettanti giovani, in un metaforico passaggio del testimone civico, rappresentato dal prendersi cura tutti della nostra comune democrazia. La comunicazione del Parlamento insiste dunque su una sorta di monito: mai dare per scontata la democrazia, perché è proprio quando lo si fa che la si mina nel profondo, aprendo la porta a perversioni autoritarie che la corrodono dall’interno e ad attacchi malevoli che la minacciano dall’esterno.
E proprio la difesa dalle azioni malevole esterne sono da mesi al centro degli sforzi dell’istituzione per tutelare l’integrità del voto di giugno. L’Europarlamento sta correndo ai ripari per combattere tanto le campagne di disinformazione e le narrative polarizzanti o fuorvianti quanto gli attacchi veri e propri, portati avanti nella maggior parte dei casi da attori terzi non statali (come collettivi hacker sponsorizzati indirettamente da governi ostili).
Del resto, l’interesse per queste elezioni sembra crescere anche all’interno dell’Unione stessa: stando ai dati raccolti dall’ultimo Eurobarometro (dell’aprile 2024), il 71% degli intervistati si è dichiarato intenzionato a votare a giugno per eleggere la decima legislatura del Parlamento europeo, un incremento di dieci punti percentuali rispetto a cinque anni fa, quando come abbiamo visto c’è stato un aumento nell’affluenza alle urne. Ora resta da vedere se quest’ultimo è stato il primo oppure l’unico.
Fonte : Today