Tutti parlano di Baby Reindeer: la nuova serie Netflix sta in questi giorni vivendo un successo strepitoso grazie al passaparola ma anche grazie alla sua storia sorprendente e soprattutto vera. Non tutti realizzano fin da subito, infatti, che il creatore e protagonista della serie, l’attore comico Richard Gadd, ha vissuto in prima persona la persecuzione di una donna che continuava a seguirlo e a tempestarlo di mail, messaggi, tweet e lettere. Anni dopo gli eventi, l’attore è riuscito a sublimare quei traumi in una serie ora apprezzatissima, ma il fatto che si tratti di una vicenda realmente accaduta rende il suo racconto ancora più intrigante e inquietante. E ha avuto ovviamente anche delle conseguenze inevitabili: in molti, infatti, dopo aver assistito agli episodi, si sono messi alla ricerca della vera stalker, della donna cioè su cui è basato il personaggio di Martha (interpretata nella finzione dall’attrice Jessica Gunning).
In poco tempo i più attenti ricercatore della rete hanno individuato la donna che per anni ha perseguitato Gadd, in particolare risalendo a un profilo Twitter/X, ancora oggi pieno di messaggi deliranti. Per ovvie ragioni qui non diffonderemo le generalità dell’interessata, ma lei stessa negli scorsi giorni ha rilasciato un’intervista in forma anonima al quotidiano scandalistico britannico Daily Mail. Nella sua intervista con il tabloid rabadisce come fosse Gadd, in realtà, ossessionato da lei: “Sta usando Baby Reindeer per farmi stalking”, ha dichiarato: “Sono io la vittima. Ha scritto una dannata serie su di me!”. Ha anche aggiunto che la sceneggiatura di Gadd non mirasse ad altro che “fare bullismo contro una donna più anziana in tv per ottenere soldi e fama” che, nonostante i tentativi di tenere nascosta la sua identità ha ricevuto sul web “minacce di morte e abusi dai fan di Richard Gadd”.
Fin da subito il fatto che si trattasse di una storia vera è stato un volano fondamentale per il clamore raccolto da questo titolo Netflix, ma si è anche rivelato una specie di boomerang. Tanto che lo stesso Gadd si è visto costretto a chiedere agli spettatori di non mettersi a indagare sulle reali identità dei personaggi citati, per esempio anche del presentatore tv che a un certo punto si approfitta di Donny: “Vi prego di non fare ipotesi su chi siano queste persone nella vita vera. Non è questo lo scopo della serie”. Ovviamente appelli come questo lasciano il tempo che trovano e spesso è la curiosa morbosità dell’internet a prevalere. Nel frattempo c’è anche chi inizia a vedere nella stessa operazione di Gadd un meccanismo ambiguo di vendetta, narcisismo e voyeurismo, con molti spettatori che si chiedono se la versione dell’autore, comunque senza contraddittorio, sia realmente attendibile e se non finisca per danneggiare i diretti interessati, in un ribaltamento continuo di vittime e carnefici.
Fonte : Wired