Elon Musk, perché è andato in Cina

Un viaggio in Cina per accelerare il processo che, nelle sue intenzioni, dovrà portare all’approvazione del governo di Pechino all’introduzione nel paese da parte di Tesla di sistemi avanzati di assistenza alla guida. Come riporta l’agenzia Reuters, Elon Musk è sbarcato in Asia il 28 aprile per discutere con le autorità del lancio del software full self-driving (Fsd) e del permesso di trasferire i dati di guida all’estero.

Tra gli altri, l’amministratore delegato della casa automobilistica di Austin avrebbe incontrato anche il premier cinese Li Qiang, che avrebbe avuto modo di elogiare il lavoro di Tesla in Cina, ergendolo a esempio virtuoso di cooperazione economica e commerciale tra Pechino e gli Stati Uniti. Il viaggio del magnate sudafricano avrebbe peraltro consentito al colosso texano di ottenere l’importante sostegno di una delle principali associazioni automobilistiche cinesi, che ha affermato come il modello 3 e il modello Y rientrino tra quelli conformi ai requisiti di sicurezza dei dati del paese.

Secondo quanto riporta l’agenzia stampa britannica, Tesla avrebbe nel frattempo raggiunto anche un accordo con Baidu per usufruire della sua licenza sulla mappatura e sulla raccolta di dati sulle strade pubbliche cinesi, un passaggio fondamentale in vista dell’effettiva introduzione della Fsd nel paese. Tutte queste voci hanno intanto fatto sì che le azioni di Tesla aumentassero negli scambi pre mercato del 7%.

Proprio la sicurezza dei dati e l’aderenza dei propri sistemi alle normative locali sono state alla base del mancato completamento del processo di introduzione dell’Fsd da parte di Tesla in Cina (il suo secondo mercato più grande a livello globale), nonostante il lancio della versione più autonoma del software Autopilot risalga ormai a quattro anni fa.

Sin dal 2021 le autorità di regolamentazione cinesi hanno imposto a Tesla di archiviare tutti i dati raccolti dalla sua sezione cinese a Shanghai, impedendole di trasferirli negli Stati Uniti. Musk sta invece cercando di ottenere l’ok per trasferire i dati raccolti nel paese all’estero, anche per addestrare algoritmi per le sue tecnologie di guida autonoma.

Fonte : Wired