Nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre scorsi, due persone si sono avvicinate all’automobile di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, che era parcheggiata in una zona a sud della Capitale, vicino la villa acquistata la scorsa estate dal capo di Governo. Come da protocollo di sicurezza, a poco distanza c’era una volante della polizia che sorveglia. Gli agenti in servizio notano infatti due persone che armeggiano attorno alla macchina di Giambruno e si avvicinano per chiedere le loro generalità. I due si sarebbero rivolti ai poliziotti come “colleghi”, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto e andare via senza essere identificati. È quanto scrive il quotidiano Domani raccontando un episodio su cui è stata aperta un’indagine coordinata dal procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi. È successo un mese dopo la rottura tra il giornalista e la premier, dopo la campagna di Striscia la Notizia che ha pubblicato gli imbarazzanti fuorionda di Giambruno, tanto che Mediaset ha deciso di sospenderlo dalla conduzione del suo programma.
Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche la Procura della Capitale.
Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati a una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.
Sulla vicenda è intervenuto il 28 aprile il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “Dell’episodio accaduto sotto l’abitazione del Presidente del Consiglio nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, mentre il Presidente Meloni era impegnato in una missione all’estero, ho puntualmente riferito – quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica – nella mia ultima audizione al Copasir il 4 aprile scorso. Non ho difficoltà a ribadire quanto già chiarito nella sede parlamentare propria, e cioè che gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell’episodio di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del Presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.
Fonte : Today