Hamas pubblica un nuovo video di due ostaggi: “Netanyahu negozi per il nostro rilascio”

A distanza di qualche giorno dalla notizia diffusa dall’intelligenze israeliana, secondo cui solo 33 sui 133 ostaggi israeliani trattenuti da Hamas sono ancora vivi, arriva un nuovo video diffuso dal gruppo terrorista. Hamas ha pubblicato il 27 aprile un nuovo filmato di altri due ostaggi in vita, Keith Siegel, che ha 64 anni, e Omri Miran, che ne ha 46. Nei giorni scorsi era stato pubblicato, come prova in vita, il video di un altro ostaggio, Hersh Goldberg-Polin, 23enne con doppia cittadinanza israeliana e americana.

Nel video – che dura tre minuti – Siegel e Miran si identificano e dicono che sperano in un accordo sugli ostaggi che consentirebbe loro di tornare a casa. Il video non è datato, ma Miran dice di essere prigioniero da 202 giorni e Siegel menziona la festa di Pesach, la Pasqua ebraica, il che fa pensare che il video sia stato girato di recente. 

“Qui la situazione non è piacevole, è difficile, ci sono molti bombardamenti. A volte abbiamo la sensazione che stia peggiorando. Chiedo al primo ministro e all’intero governo di partecipare ai negoziati”, afferma Siegel, ostaggio 64enne con doppia cittadinanza israeliana e americana, nel video pubblicato da Hamas. Siegel poi chiede ai familiari degli ostaggi di “fare tutto il possibile e continuare con le proteste” per portare a un accordo. “Ho visto varie volte le manifestazioni a Tel Aviv e Gerusalemme”, ha aggiunto nel video.

La condanna dei familiari

Dopo che Hamas ha pubblicato il video dei due ostaggi ancora in vita nella Striscia di Gaza, i famigliari hanno chiesto al governo di riflettere perché non c’è scelta alternativa, a loro giudizio, che quella tra gli ostaggi stessi e la guerra. In una nota diffusa ai media, le famiglie accusano il governo del fatto che la pressione militare, che a giudizio di Benjamin Netanyahu avrebbe riportato a casa i loro cari, è fallita. “Lo Stato di Israele deve scegliere: ostaggi o guerra. Entrare a Rafah farà sì che altri ostaggi rimarranno uccisi, in cattività o sul campo di battaglia. Entrare a Rafah sarà un altro modo in cui gli ostaggi moriranno. Israele deve scegliere di far tornare a casa gli ostaggi”. Le famiglie chiedono inoltre al ministro del Gabinetto di Guerra Benny Gantz e all’osservatore Gadi Eisenkot di lavorare per sostituire il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Le trattative per trovare un accordo sono ancora in atto. Un alto funzionario di Hamas ha detto che “sta ancora esaminando la proposta” di accordo presentata da Israele, ma che ci sono “poche chance” che venga accettata, “a meno che non vengano apportate modifiche fondamentali”. Secondo l’esponente del gruppo islamista, che ha parlato all’emittente libanese Al-Mayadeen, che è legata a Hezbollah, “la proposta che è stata presentata dagli israeliani non riflette un cambiamento fondamentale nella loro posizione. Non fornisce risposte chiare alla questione del ritiro da Gaza e di un cessate il fuoco totale”, afferma il funzionario senza fornire dettagli sulla proposta. 

Secondo fonti egiziane, la parte israeliana sarebbe disposta a sospendere le operazioni militari per circa sei settimane e consentire il ritorno degli sfollati nel Nord di Gaza; e avrebbe dato una prima approvazione allo scambio di ostaggi detenuti da Hamas con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. ”Se si arriverà a un accordo” tra Israele e Hamas per la liberazione degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, le Forze di difesa israeliane (Idf) ”sospenderanno l’operazione prevista a Rafah”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz intervistato da News 12.

Fonte : Today