La ministra Roccella sull’aborto: “Battito del feto? Cattiva prassi medica, non c’entrano i volonari”

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Il commento della Ministra per la Famiglia Eugenia Roccella sul caso sollevato dal Centro antiviolenza di Aosta, secondo cui alcune donne sarebbero state obbligate a sentire il battito del feto all’interno di presidi sanitari pubblici a cui si erano rivolte per abortire: “Cattiva prassi medica”.

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“Far sentire il battito del nascituro a una donna che sta andando ad abortire certamente non è un modo per aiutare le maternità difficili”. A parlare è la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella che, interpellata a margine della conferenza programmatica di Fdi in corso a Pescara, ha risposto a una domanda sul caso sollevato dal Centro antiviolenza di Aosta, secondo cui alcune donne sarebbero state obbligate a sentire il battito del feto all’interno di presidi sanitari pubblici a cui si erano rivolte per una interruzione volontaria di gravidanza.

Questa “è una cosa che non bisogna fare, però non è stato certamente un volontario a fare questo perché per far sentire il battito c’è bisogno di un’ecografia e di un ginecologo, quindi si tratta di una prassi che evidentemente è stata di qualche ginecologo e quindi è giusto che casomai sulla stampa emerga questa cattiva prassi medica”, ha precisato Roccella.

La ministra ha anche sottolineato, in merito alle polemiche sul sì del governo alla presenza di volontari nei consultori che “nella 194 c’è già all’articolo 2 la possibilità di fare convenzioni, soprattutto per aiutare le maternità difficili e quindi perché una donna non debba abortire per motivi economici, solo per motivi economici”.

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Roccella è anche intervenuta su altri temi caldi della giornata politica, tra cui la candidatura del generale Vannacci alle elezioni europee tra le fila della Lega. “Ognuno è libero di candidarsi, è fondamentale che ci siano componenti diverse in ogni schieramento”, ha detto aggiungendo che “per quanto riguarda le classi miste, noi abbiamo sui disabili la stessa posizione che su Pioltello, cioè per favorire l’integrazione è bene che ci sia una mescolanza e che le persone siano abituate a stare anche con chi ha delle diversità”, commentando proprio le parole di Vannacci sulle classi separate per gli alunni disabili.

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Fonte : Fanpage