Il lavoro è il protagonista di Uomini in marcia, il film documentario di Peter Marcias che viene presentato il 2 maggio in Sardegna, a Carbonia, dopo la proiezione alla passata Festa del Cinema di Roma.
Il lavoro ha molte facce e nel film ne vediamo diverse. Sono le facce dei lavoratori, innanzitutto. Qui sono rappresentati dai minatori del Sulcis, da generazioni di loro: esse parlano attraverso gli uomini e le donne di oggi, attraverso cronache d’archivio, filmati in bianco e nero, vecchie interviste. Li vediamo nelle loro attività di produzione e di protesta, li ascoltiamo raccontare la loro giornata di fatica, la necessità di battersi e manifestare per il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro. Il film di Marcias alterna testimonianze e racconti con interviste e materiale storico che raccolgono il pensiero di studiosi, artisti, sindacalisti, politici.
In sala dal 1° giugno
L’operaio e l’intellettuale parlano in parallelo delle rispettive visioni sulla condizione, sullo sviluppo e sugli obiettivi del lavoro. Uomini in marcia viene distribuito nelle sale cinematografiche dal 1° giugno, alla vigila della Festa della Repubblica.
LE INTERVISTE a loach e cantet
La nostra Costituzione stabilisce all’articolo 1 che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” e all’articolo 4 che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Si può dire che tutto il film di Marcias parta da qui, grazie anche al contributo delle interviste a Gianni Loy, professore universitario di diritto del lavoro; a Ken Loach, regista inglese di riconosciuto impegno civile; a Laurent Cantet, autore di cinema sociale e vincitore della Palma d’oro a Cannes con La classe. Proprio a Cantet, scomparso il 25 aprile, Marcias ha voluto dedicare l’anteprima pubblica di Carbonia.
Tra la scienza sociale e le istanze operaie si crea a beneficio dello spettatore un ampio dialogo a distanza su necessità e dignità del lavoro. Un dialogo che non si conclude con la parola ”fine” del film.
Sono questi gli Uomini in marcia: i lavoratori che manifestano e la classe dirigente chiamata a contribuire alla continua riforma del mondo del lavoro: tutti, in questo film, sembrano coscienti che il cammino fatto è stato lungo e faticoso e che il cammino ancora da fare ha un traguardo non ancora all’orizzonte.
Fonte : Sky Tg24