Come incassare 70mila euro in un giorno: il modello Venezia

Si è chiusa con 133 mila persone registrate, di cui 15700 paganti, la prima giornata del “contributo d’accesso” a Venezia, la misura ideata dal Comune di Venezia nel 2018 per disincentivare il turismo giornalieri: ma che, emendata negli anni fino ad arrivare alla forma in cui ha debuttato ieri (29 giorni di sperimentazione, solo dalle 8.30 alle 16, più di 40 categorie esenti) porta a pagare i 5 euro sostanzialmente i visitatori giornalieri, non veneti, che non dormono nel territorio comunale e non hanno amici in città. Mentre tutti gli altri (studenti, lavoratori, amici, parenti) dovranno registrarsi in un portale per ottenere l’esenzione. Una misura senza precedenti al mondo, motivo per cui ha registrato l’interesse dei media non solo nazionali, e altamente sperimentale. Per dichiarazione stessa della giunta, diversi correttivi potranno essere messi a punto in itinere: sia per quanto riguarda la raccolta dei dati personali, sia riguardo il pagamento. La necessità di prenotazione, ad esempio, che doveva giustificare la misura nelle intenzioni iniziali, nelle ultime settimane è andata via via sbiadendo, con la possibilità di ottenere il ticket e le esenzioni sul posto, in biglietterie costruite ad hoc.

La giornata

La prima giornata, così come la seconda in corso, è trascorsa senza intoppi, complice anche la scelta di adottare una linea molto “soft” nei controlli. I circa 75 steward, collocati in 15 diversi accessi alla città, hanno chiesto a chi arrivava il qr code e il documento, trovando una sostanziale collaborazione tra i turisti soprattutto stranieri (per cui non è strano pagare per entrare a Venezia), più difficile invece ottenere i documenti dai residenti: al nostro passaggio ci è stato chiesto di esibire il ticket, ma è stato sufficiente dichiarare che siamo residenti e non ci sono state avanzate ulteriori richieste. L’impatto maggiore, anche visivo, intorno alla stazione di Santa Lucia, dove si era concentrata l’attenzione mediatica: qui è stata collocata una biglietteria, diversi totem informativi che dividono gli arrivi tra “turisti” e “residenti, lavoratori, studenti”, e un gran numero di controllori che chiedevano il qr code a tutti i turisti incanalati, o li invitavano a pagare nella biglietteria lì accanto. A metà mattinata il piazzale della stazione si presentava molto affollato, con gli addetti impegnati a verificare i voucher e fornire informazioni ai visitatori. Altri “varchi” meno invasivi, con totem e controllori, sono stati collocati in altre aree d’accesso alla città, quali piazzale Roma (il terminal dei bus) e i principali terminal di attracco delle navi: i totem informativi spiegano quando si paga e per quali zone (Venezia e Giudecca), incluso un qr code dove reperire maggiori informazioni, ma non menzionano le esenzioni.

La giornata di ieri è stata caratterizzata, come prevedibile, anche da diffuse proteste. Arci Venezia distribuiva davanti alla stazione passaporti simbolici per protestare contro il provvedimento, altri movimenti cittadini hanno protestato presso i totem della stazione: «Se lo spettacolo non è stato di vostro gradimento, potrete ottenere il rimborso del biglietto». La protesta più corposa, organizzata da attivisti per la casa ma partecipata da diverse centinaia di cittadini, molti anziani, si è tenuta a metà mattinata in fondamenta Santa Chiara, dietro a Piazzale Roma (il terminal dei bus), un luogo che era piuttosto lontano dalle telecamere. Dalla fondamenta si è spostata prima occupando il Ponte della Libertà e poi Piazzale Roma, dove ci sono stati dei momenti di tensione con le forze dell’ordine che hanno impedito al corteo di raggiungere (e attaccare) uno dei nuovi totem informativi. Il corteo è poi proseguito per le vie della città fino a Campo Santa Margherita. 

Al termine della prima giornata la giunta si è detta soddisfatta. “La paura del cambiamento è legittima – ha detto il sindaco Luigi Brugnaro – ma anche questa può servire per migliorare ma se la paura blocca tutto non c’è progresso, non c’è futuro. La sperimentazione sarà medio lunga, dobbiamo raccogliere dati ed informazioni per poi tarare il  sistema, offrire servizi come già fa il QR code. La maggior soddisfazione – ha concluso – è stato vedere chi si  avvicinava ai varchi sventolando il QR code d’accesso: queste persone hanno capito”.   

Oggi è la seconda giornata in cui è previsto il contributo d’accesso a cui faranno seguito quelle del 27, 28, 29 e 30 aprile;  1, 2, 3, 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25, 26 maggio; 8, 9, 15, 16, 22, 23, 29, 30 giugno;  6, 7, 13 e 14 luglio 2024. E sempre con gli stessi orari. 

L’impatto nel mondo

Una misura così radicalmente innovativa, che vede l’intera opposizione in consiglio comunale ma anche una parte non nota della cittadinanza (non esistono dati a riguardo) contraria, richiederà diverso tempo per poterne valutare l’impatto. Oggi sono 22 mila i paganti. Ma nel frattempo sta già facendo molto rumore a livello globale, trattandosi di un precedente assoluto: fatto previsto, dato che la giunta poche settimane fa aveva organizzato a Roma una conferenza stampa nella sala della stampa estera. I titoli e gli articoli si concentrano sulle motivazioni che hanno spinto l’amministrazione a richiedere il pagamento, ma anche sui dubbi e le proteste che li hanno accompagnati. La Reuters, una delle principali agenzie di stampa internazionali, titola: “I residenti a Venezia protestano perché la città inizia a chiedere ai turisti una tassa d’ingresso”. Il New York Times sceglie un titolo ironico: “Benvenuti a Venezia. Sono cinque euro, per favore” ironizzando sull’estrema delicatezza dei controlli di ieri (il titolo “aggiorna” quello di tre settimane fa sull’avvio dell’iniziativa). Il Guardian calca sulle contestazioni “Scherziamo? I residenti protestano perché Venezia inizia a far pagare l’ingresso ai visitatori”. Altri scelgono titolo più freddi: “Venezia testa una tassa di 5 euro per il turisti giornalieri”. In ogni caso, i veneziani hanno gli occhi del mondo addosso.

Fonte : Today