Annalisa regina della musica italiana: da Sinceramente a Mon Amour, passando per Bellissima e decine di successi portati sul palco in questi anni (siamo quasi a 40 dischi di platino conquistati in carriera). Cantante e autrice dei suoi brani, nel suo team vincente ci sono Davide Simonetta e Paolo Antonacci. Quest’ultimo, classe ’95 è figlio e nipote d’arte (papà Biagio e nonno Gianni Morandi) vive inevitabilmente questo ambiente sin dall’infanzia. Una passione che è diventata lavoro.
“Annalisa è la mia sorella della musica e Davide il fratello”, racconta ad Affaritaliani.it.
“Bellissima è la canzone che ci ha fatto dire ‘Questo disco lo facciamo insieme noi tre’. Con Sinceramente la volontà era di mettere la ciliegina sulla torta di un lavoro fatto assieme”. Ma dà un consiglio ai naviganti, ascoltate Bollicine: “Mi ricorda i Baustelle, una poesia antica che arriva da un altro tempo”.
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Dal terzo posto a Sanremo ai dischi di platino (due in pochissime settimane) e, ancora più dei numeri, la sensazione che Sinceramente sia diventato un brano iconico. Come nasce questa canzone?
“Il team da cui è nata la canzone – io, Annalisa e Davide Simonetta – è padre dell’80% del disco (E poi siamo finiti nel vortice, ndr). Con Sinceramente la volontà era di mettere la ciliegina sulla torta di un lavoro che abbiamo fatto insieme e che volevamo suggellare nella maniera migliore possibile in contemporanea con un evento come Sanremo. Un album che ci piace da morire, il prosieguo dei singoli che ci sono stati prima (da Bellissima a Mon Amour, passando per Ragazza sola e Euforia, ndr). L’intenzione era di fare una cosa che avesse il nostro ‘tiro‘ che sta diventando il marchio di fabbrica del team di Annalisa. Qualcosa che fosse radiofonico, ma mettendoci dentro anche un po’ di vita vera. Ed è uscita ‘Sinceramente‘…”.
GUARDA QUI IL VIDEO DI ANNALISA CHE CANTA “SINCERAMENTE”
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Quest’ultima canzone è diventa iconica…
“Dico la verità, non voglio peccare di presunzione, ma sentivo la canzone dalle cuffie del telefono, dalle casse in casa… ripetutamente, in maniera ossessiva come faccio di solito e…”.
E la sensazione qual era?
“Ogni volta tiravo un sospiro di sollievo dicendomi ‘Cavolo è il pezzo perfetto con cui affrontare l’avventura di Sanremo’. Ero molto sereno. Poi è ovvio che tra sentirsi tranquilli e arrivare sul podio al Festival ce ne passa. Però ci credevamo tutti. Con tutte le normali ansie incorporate, come è sano e normale che sia”.
Se Sinceramente è la ciliegina sulla torta, c’è un’altra canzone a cui sei affezionato?
“Dovessi dire un singolo, sono affezionato sia a Bellissima che a Mon Amour. I singoli li amo alla follia, però cito un filler, per me un pezzone, che è Bollicine“.
GUARDA QUI IL VIDEO DI ANNALISA CHE CANTA “BOLLICINE”
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Come mai?
“C’è qualcosa di estremamente malinconico, mi ricorda i Baustelle, una poesia antica che arriva da un altro tempo. Dico di più…”.
Prego…
“Ai live ho notato che questo ‘brivido’ non arriva solo a me. Questa canzone è stata sposata anche dal pubblico di Annalisa”.
Com’è lavorare con Annalisa?
“Lei è una vera stakanovista. Lavoriamo insieme da un’eternità di tempo, avevamo fatto anche Sanremo 2021 con Dieci. Abbiamo scritto così tante canzoni che non te le saprei neanche elencare, perché ovviamente di quelle che si compongono ne esce soltanto una parte. Secondo me è stata ‘Bellissima‘ quella che ci ha fatto dire ‘Questo disco lo facciamo insieme noi tre’. Lì si è aperto il buco nella diga che ha fatto uscire tutto. E’ il pezzo più importante per questo progetto, che ha aperto la visione. A volte basta una canzone per immaginare il resto”.
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Tu sei un autore da 60 dischi di platino con le canzoni che hai composto per diverse star della musica italiana…
“Sì il conto è quello. Però lasciami dire, io lavoro con tantissimi, ma Annalisa per me è una ‘sorella della musica’ nel bene e nel male, perché poi con i fratelli e i familiari si può anche discutere in maniera diversa. Però poi quello che succede è estramente ‘vero’ e ricco di sentimento. E Davide Simonetta è il mio fratello musicale”.
Hai lavorato anche con Elodie. Se dovessi scrivere una canzone per un duetto tra lei e Annalisa…
“Sì al brano ‘Pazza musica‘ che ha fatto con Marco Mengoni, ma non sono stato in studio con lei. Se mai tra di loro dovessero mettersi in testa di fare una canzone insieme, dovrebbe essere una sorta di inno, qualcosa di importante… Però non lo so o comunque non te lo dico perché poi se no mi rubererebbero l’idea (ride, ndr)”.
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Sei nato e cresciuto nella musica: figlio e nipote d’arte. Un insegnamento che ti ha fatto tuo nonno Gianni Morandi e tuo papà Biagio Antonacci…
“Non mi viene tanto in mente qualcosa da nonno a nipote sul divano, quanto il suo esempio rappresentato dalla sua storia ultradecennale, estremamente di grande ispirazione. Poi ho un maggior rapporto colloquiale con mio padre e lui mi ha detto ‘Guarda se domani dovessi fare successo non starai meglio di testa’. Questo è il grande insegnamento che mi ha dato nella vita: non basare tutto soltanto sui numeri, sulla musica e sui risultati. Quelli arrivano, ma non ti salvano. Non salvano una persona che ha dei problemi al di là di quello. E’ sbagliato focalizzarsi solo su una cosa, vivere esclusivamente in quello. E’ un rischio soprattutto per uno come me che, come dici tu, è nato e cresciuto all’interno di questo sistema. Lo mastico. Io potrei anche stare a digiuno, non mangiare, non bere. La musica è la mia attività fino in fondo. Però non te le salva la vita. E vi assicuro una cosa…”.
Quale?
“Non è scontato capire che nella vita ci siano anche altre cose, specie quando vivi di canzoni come le vivo io 24 ore e 7 giorni a settimana. Invece sulla musica, su come si scrivono canzoni, non ne abbiamo mai parlato, ma avendo respirato melodie ogni giorno fin da piccolo qualcosa lo avrò imparato”.
C’è un cantante con cui vorresti scrivere una canzone e non mai successo?
“Mi piacerebbe tanto con Luca Carboni perchè è stato un riferimento per me importante. Un cantautore che ho scoperto ovviamente dopo – avendo io 28 anni – non ho fatto in tempo a ‘prendere’ in pieno certe sue cose. E poi per me sarebbe un sogno Vasco. Te la dico così…”.
Prego
“Luca Carboni per il cuore, Vasco Rossi per l’emozione”.
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Fonte : Affari Italiani