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Il tecnico della Juventus parla alla vigilia della sfida di campionato col Milan. Gli fanno due domande, sono sufficienti per togliere qualche sassolino dalla scarpa. “Io faccio l’allenatore non il mercato”.
Chiudere il campionato con la Juventus al secondo posto scalpellando la posizione del Milan, portare in dote i milioni della Champions League (che associati a quello del Mondiale per Club alimentano il tesoretto) e poi… poi chissà, a giudicare dal brusio di sottofondo sul futuro che non è poi così saldo nonostante un contratto fino al 2025. Massimiliano Allegri arriva alla vigilia della partita di campionato con il Milan togliendo qualche sassolino dalla scarpa. Gli chiedono cosa manca alla squadra per vincere lo scudetto e cosa per essere (almeno) sullo stesso livello di competitività dell’Inter campione d’Italia. La reazione emotiva del tecnico è tutta nei concetti che esprime: gli pongono il quesito che è come un assist, lui stoppa e rilancia la palla nel mucchio.
“Io faccio l’allenatore e non il mercato”, dice chiamando in causa la società e chi si occupa delle trattative, lasciando intendere tra le righe che il suo compito è capitalizzare al meglio le risorse che a disposizione, puntando a obiettivi possibili. “Il nostro è restare concentrati sulla Champions che è importante a livello economico e ci offre l’opportunità di giocare su più competizioni”. Chiaro il senso: il mio operato è nei parametri, se volete si alzi l’asticella serve dell’altro e ne approfitta per lasciare un’altra traccia del suo discorso.
Questa volta il riferimento è alla strategia che il club seguirà nei prossimi anni: “La sfida è essere competitivi all’interno della sostenibilità, lo sarà ancora di più quando ad agosto prossimo si partirà per vincere il campionato”. Per la serie: vediamo cosa siamo (o siete… nel caso non ci fosse più come si mormora) in grado di fare con investimenti contenuti.
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Il confronto con l’Inter che ha vinto lo scudetto è il secondo ambito di riflessione che gli permette di sottolineare altre cose: ovvero, pensare che la Juve potesse in qualche modo disturbare il cammino dei nerazzurri verso il titolo, provare a strapparlo nel duello a distanza, era roba da matti. E non era lui il pazzo nel sostenere che la squadra di Simone Inzaghi fosse una spanna (e anche di più) sopra tutti.
Un concetto simile, sia pure con accenti differenti, lo ha esposto anche Stefano Pioli in conferenza. “Ho sempre detto che quest’anno l’Inter era la squadra più forte. E in molti mi hanno dato del matto per un pensiero del genere. La realtà è che oggi noi e il Milan domani ci giochiamo anche il secondo posto in campionato. poi magari la prossima stagione sarà bellissima”.
Fonte : Fanpage