Un campionato europeo boccia il VAR: nessuno lo vuole, si stava meglio quando si stava peggio

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Il presidente della Federcalcio svedese è stato costretto a fare marcia indietro sull’introduzione del VAR: la quasi totalità dei club di massima serie è contraria, i tifosi non ne vogliono neanche sentire parlare.

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La Svezia è il primo campionato europeo di una certa importanza a rifiutare l’introduzione del VAR: la quasi totalità dei club della massima serie scandinava ha bocciato la proposta del presidente federale, minacciando di cacciarlo e inducendolo a fare marcia indietro. Se per noi ormai è inconcepibile immaginare un calcio in cui ci sono immagini che mostrano un fuorigioco di un metro non ravvisato dall’arbitro e sul quale tuttavia non si può fare più niente, oppure un rigore conquistato con un tuffo olimpico senza essere nemmeno sfiorato e che non può essere cancellato, altrove evidentemente ritengono che si stava meglio quando si stava peggio: sul piatto della bilancia vengono messi i tempi a volte lunghissimi di revisione delle azioni in sala VAR ed al monitor a bordo campo, senza contare che pure con l’uso della tecnologia gli errori – anche clamorosi – non sono stati eliminati del tutto.

Daniele Orsato ascolta nell'auricolare i rilievi provenienti dalla sala VAR

Daniele Orsato ascolta nell’auricolare i rilievi provenienti dalla sala VAR

Il fattore umano, che è ancora presente nei processi decisionali, assieme ad un protocollo che sicuramente andrebbe migliorato quanto alle casistiche di utilizzo, non garantisce insomma il raggiungimento dell’Eldorado promesso da chi aveva insistito anni fa per l’introduzione della tecnologia nel calcio. Tutte considerazioni fatte proprie dalla Allsvenskan, ovvero il massimo campionato svedese. Il presidente della Federcalcio, Fredrik Reinfeldt, aveva spinto affinché il VAR fosse implementato, descrivendo la tecnologia come “il futuro” del calcio svedese.

Parole pronunciate l’anno scorso e che tuttavia gli hanno attirato pesanti critiche di tifosi e club. I tifosi hanno esposto striscioni durante le partite chiedendo le sue dimissioni, mentre l’Hammarby recentemente ha approvato una risoluzione con lo scopo di lavorare per rimuovere Reinfeldt dalla sua posizione di presidente. Finché si è arrivati alla presa d’atto inevitabile da parte di quest’ultimo che l’idea andava scartata alla luce della ferma opposizione della maggior parte dei club svedesi.

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Reinfeldt non ha potuto che fare buon viso a cattivo gioco e cestinare la sua proposta: “Se ho contato bene, abbiamo diciotto club d’élite e due distretti che hanno detto di non voler introdurre il VAR – ha detto Sportbladet – Lo rispettiamo. Per questo non abbiamo presentato alcuna proposta sul VAR alla precedente riunione del consiglio e non la prevedo nemmeno in futuro. Sono fermo nel rispetto delle regole democratiche del gioco“.

Lo stesso Reinfeldt ha confermato che l’UEFA non costringerà la Federcalcio svedese a introdurre il VAR. Insomma c’è chi dice no: niente unghie dei piedi che decidono una partita per un fuorigioco o dialoghi surreali tra sala VAR e arbitri in campo. E pazienza se poi qualche scempio arbitrale passa in cavalleria: non si può avere tutto…

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Fonte : Fanpage