Israele ammassa carri armati e veicoli militari al valico sud di Gaza: “L’obiettivo è Rafah”

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Conflitto Israelo-Palestinese

L’esercito israeliano ha ammassato decine di carri armati e veicoli militari blindati al valico sud di Gaza, nei pressi di Kerem Shalom, quello più vicino alla cittadina in cui si sono rifugiati gran parte dei palestinesi dopo la fuga dal nord della Striscia. “Non c’è contraddizione tra un’operazione a Rafah e un accordo per la restituzione degli ostaggi” affermano funzionari di Tel Aviv.

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L’attesa offensiva israeliana su Rafah, nella Striscia di Gaza, appare sempre più imminente. L’esercito israeliano infatti ha ammassato decine di carri armati e veicoli militari blindati al valico sud di Gaza, nei pressi di Kerem Shalom, quello più vicino alla cittadina in cui si sono rifugiati gran parte dei palestinesi dopo la fuga dal nord della Striscia. A confermarlo è l’Associated Press riportando quanto visto giovedì 25 aprile da un proprio giornalista sul campo.

“Siamo diretti a Rafah senza dubbio. Non c’è contraddizione tra un’operazione a Rafah e un accordo per la restituzione degli ostaggi ma valuteremo ogni possibilità per riportare a casa i rapiti” ha confermato nella serata di giovedì anche un alto funzionario israeliano al giornale locale  Ynet dopo la riunione del gabinetto di guerra israeliano di oggi. Il riferimento è alla proposta di pace avanzata da Hamas con la liberazione degli ostaggi a cui Israele ha risposto con una contro proposta approvata dallo stesso gabinetto di guerra.

I preparativi per l’attacco a Rafah

Israele da tempo afferma che sta preparando un piano per evacuare i civili prima di effettuare qualsiasi operazione a Rafah dopo che la comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, si è detta contraria, temendo una strage di civili. Circa 1,4 milioni di palestinesi infatti si sono rifugiati a Rafah dopo l’invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele.

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Le autorità di Tel Aviv però non hanno mai fermato quelli che sembrano essere i preparativi per un’invasione di Rafah. I leader israeliani affermano che Rafah è l’ultima roccaforte di Hamas e il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso che invaderà la città come parte del suo piano per distruggere Hamas in risposta al raid del 7 ottobre nel sud di Israele.

Raid e bombardamenti quotidiani su Rafah

Israele conduce raid quasi quotidiani sulla città che ormai ospita più della metà della popolazione di Gaza. Anche giovedì le autorità sanitarie palestinesi hanno affermato che almeno cinque persone sono morte durante gli attacchi aerei israeliani. Tra le vittime anche un operatore umanitario che lavorava a Gaza per l’Agenzia belga Enabel e il figlio di 7 anni. Ad annunciato è stato il ministro dello Sviluppo di Bruxelles, Caroline Gennez: “È con profonda tristezza e orrore che apprendiamo della morte del nostro collega Abdallah Nabhan (33 anni) e di suo figlio Jamal, di sette anni, avvenuta ieri notte, a seguito di un bombardamento da parte dell’esercito israeliano nella parte orientale della città di Rafah”.

L’accordo con Hamas sugli ostaggi

Intanto Hamas ha detto di essere disposta ad accettare una tregua di cinque anni o più con Israele in cambio dei prigionieri. Secondo diversi media israeliani, però, le autorità di Tel Aviv hanno respinto l’ultima richiesta del gruppo armato palestinese presentando una controproposta più limitata che non mette fine alla guerra. La proposta prevedrebbe solo il rilascio di 30 ostaggi e il permesso ai palestinesi di tornare nel nord di Gaza, ma non dichiarerebbe la fine della guerra.

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Fonte : Fanpage