Annullata la condanna a Weinstein, shock nel movimento #MeToo

La Corte Suprema dello Stato di New York ha revocato la condanna per stupro e violenza sessuale di Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico hollywoodiano. I giudici hanno stabilito che a causa di alcuni errori il processo, che nel 2020 aveva stabilito una pena di 23 anni di carcere, si dovrà ripetere. Per il movimento #MeToo, che aveva scatenato il procedimento legislativo, è uno shock e una pesante battuta d’arresto.

La Corte, con 4 voti a favore e 3 contrari, ha rilevato che sono stati commessi errori procedurali, nello specifico sono state ammesse “erroneamente” testimonianze che non c’entravano direttamente con il processo in corso. La corte ha detto che il giudice del processo ha aggravato l’errore lasciando che l’uomo venisse contro interrogato in un modo che lo ritraeva in una luce “altamente pregiudizievole”. “È un abuso di discrezionalità giudiziaria consentire accuse non verificate di nient’altro che un cattivo comportamento che distrugge il personaggio di un imputato ma non getta alcuna luce sulla sua credibilità in relazione alle accuse penali”, ha scritto il giudice Jenny Rivera per la maggioranza. 

Arthur Aidala, avvocato di Weinstein, ha dichiarato al New York Times che la decisione ha sostenuto “i principi più elementari” che gli imputati penali dovrebbero avere in un processo. Nel 2020, Lauren Young e due altre donne, Dawn Dunning e Tarale Wulff, testimoniarono sui loro incontri con Weinstein sulla base di una legge statale che autorizza deposizioni su “precedenti malefatte” per dimostrare uno schema di cattivi comportamenti da parte dell’imputato. La Corte ha stabilito che “nel nostro sistema di giustizia l’accusato ha diritto a rispondere solo del crimine per il quale è stato incriminato”, e non di altri e precedenti.

L’ex produttore rimarrà però in carcere in quanto era stato condannato anche per stupro lo scorso anno, a Los Angeles, a una pena ulteriore di 16 anni. Sta ora al procuratore di New York Alvin Bragg decidere se tornare a mettere l’ex boss della Miramax di nuovo in stato di accusa. Oltre cento donne hanno accusato nel 2018 Weinstein di reati a sfondo sessuale e le loro storie collettive sono state la pietra angolare su cui si è fondato il movimento #MeToo. In termini legali però la condanna a New York dell’ex boss di Miramax è sempre stata controversa e i ricorsi in appello dei suoi avvocati, secondo gli esperti, avevano sempre avuto una chance.

Ma la condanna era stata considerata una pietra miliare per #MeToo, in cui le donne hanno accusato centinaia di uomini dello spettacolo, dei media, della politica e di altri settori di cattiva condotta sessuale. “La decisione di oggi è un grande passo indietro nel ritenere responsabili di atti di violenza sessuale”, ha dichiarato Douglas Wigdor, avvocato che ha rappresentato otto delle accusatrici di Weinstein. “Le vittime dovranno subire un altro processo”, ha aggiunto. Weinstein ha co-fondato lo studio cinematografico Miramax, i cui film di successo includono “Shakespeare in Love” e “Pulp Fiction”. Il suo omonimo studio cinematografico ha dichiarato bancarotta nel marzo 2018.

Fonte : Today