Il 25 aprile 1994 usciva il terzo lavoro in studio della band britannica. Grazie a 4 singoli di successo si rivelò un trionfo commerciale, con oltre 5 milioni di copie vendute ad oggi nel mondo. L’album ha permesso al gruppo di Damon Albarn di imporsi, definendo una nuova scena musicale (insieme agli Oasis). Dalla genesi alla foto di copertina, dalle canzoni ai riconoscimenti planetari: ecco tutto quello che c’è da sapere sul disco
Nel 1990, un anno prima dell’uscita dell’album di debutto dei Blur, il frontman della band Damon Albarn parlando con alcuni giornalisti musicali fece una profezia: “Quando uscirà il nostro terzo album, il nostro posto come band inglese per eccellenza degli anni ’90 sarà assicurato. Questa è una semplice constatazione di fatto. Intendo scrivere quel disco nel 1994”, disse. Quella che all’epoca sembrò solo un’uscita ai limiti dell’arrogante presunzione, diventò invece realtà, dall’inizio alla fine. Il 25 aprile 1994 l’etichetta Food Records pubblicava l’album Parklife, terzo lavoro in studio della band. Grazie a 4 singoli di successo fu un trionfo commerciale, con oltre 5 milioni di copie vendute ad oggi nel mondo. Parklife ha permesso ai Blur di imporsi nel panorama musicale britannico, di fatto definendo e lanciando la scena del Britpop, insieme a Definitely Maybe degli Oasis, uscito qualche mese dopo.
La nascita dell’album
Il secondo album dei Blur, Modern Life is Rubbish, fece registrare vendite modeste. Dopo la fine delle sessioni di registrazione del disco, Damon Albarn iniziò a scrivere in modo prolifico e la band fece delle demo. A causa della loro precaria posizione finanziaria in quel momento, i Blur tornarono rapidamente in studio con il produttore Stephen Street per registrare il loro terzo album. Le sessioni vennero fatte tra il Maison Rouge di Fulham e i RAK Studios, a partire dalla fine del 1993. Furono relativamente veloci, a parte qualche intoppo per la canzone This is a Low. I membri del gruppo erano soddisfatti del risultato finale. L’unico a non essere convinto dell’album era David Balfe, il proprietario della Food Records, l’etichetta discografica dei Blur, che però poco dopo venne acquistata dalla EMI.
Titolo e copertina
In origine l’album si sarebbe dovuto intitolare London e la copertina dell’album avrebbe dovuto raffigurare un carretto di frutta e verdura. Albarn ha dichiarato ironicamente: “Quella è stata l’ultima volta che Balfe è stato, in un certo senso, a conoscenza di qualsiasi decisione o processo creativo con noi”. La band invece scelte come immagine di copertina uno scatto che si riferisce al passatempo britannico delle corse dei levrieri. La maggior parte delle immagini nel booklet sono della band al Walthamstow Stadium, anche se la foto della cover vera e propria non è stata scattata lì. La copertina di Parklife è stata tra le dieci scelte dalla Royal Mail per una serie di francobolli “Classic Album Cover” emessi nel gennaio 2010.
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Le canzoni
Albarn in un’intervista nel 1994 ha definito Parklife come “un concept album le cui canzoni sono vagamente collegate e coinvolgono tutte queste storie diverse. Sono i viaggi del mistico mangiatore di birra, che vede cosa sta succedendo nel mondo e lo commenta”. Il frontman ha citato il romanzo London Fields di Martin Amis come una delle principali influenze sull’album. I testi sono tutti opera di Albarn, ad eccezione di Far Out scritta dal bassista Alex James. Invece la musica è accreditata a tutta la band. Dall’album sono stati estratti quattro singoli di grande successo: Girls & Boys (pubblicato il 7 marzo 1994), To the End (il 30 maggio), la title track Parklife (il 22 agosto) e End of a Century (il 7 novembre). I brani del disco abbracciano molti generi diversi: dalle influenze synthpop agli interludi di valzer, dal punk alla new wave.
Accoglienza e successo
Parklife è stato accolto con grandi favori dalla critica e rimane uno degli album più acclamati degli anni ’90. Ha debuttato al numero uno della Chart dei dischi del Regno Unito ed è rimasto in classifica per 90 settimane. Ad oggi è l’album in studio di maggior successo commerciale dei Blur nel Regno Unito, con poco più di un milione di copie vendute, ottenendo la certificazione come quadruplo disco di platino dalla BPI. Si stima che nel mondo abbia venduto oltre 5 milioni di copie finora. L’album venne nominato al Mercury Prize nel 1994 ma non vinse. I Blur si aggiudicarono invece quattro premi ai Brit Awards del 1995, incluso il riconoscimento per il miglior disco britannico per Parklife. Negli anni è diventato un classico: nel 2003 Pitchfork l’ha inserito al numero 54 nella lista dei 100 migliori album degli anni ’90. Invece nel 2020 Rolling Stone l’ha classificato al numero 438 nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.
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Fonte : Sky Tg24