In risposta all’ultimo sforzo del Congresso, l’ex presidente Donald Trump ha attribuito a Biden la colpa degli attacchi contro l’app: “Che lo sappiano tutti, soprattutto i giovani, il responsabile del divieto di TikTok è quel corrotto di Joe Biden – ha scritto Trump lunedì sul suo social, Truth –. È lui che spinge per la chiusura, e lo fa per aiutare i suoi amici di Facebook a diventare sempre più ricchi e dominanti, e a continuare a combattere, forse illegalmente, il Partito repubblicano“.
In realtà, l’amministrazione Trump è stata la prima a mettere nel mirino TikTok. Nel 2020, l’allora presidente ha firmato una serie di ordini esecutivi per vietare app come TikTok, Alipay e WeChat, che non sono poi entrati in vigore a causa dei ricorsi in tribunale. L’anno scorso anche i legislatori del Montana avevano approvato un ban dell’app, bloccato poi da un giudice federale. Sabato, dopo il passaggio dell’ultimo disegno alla Camera, il responsabile delle politiche pubbliche di TikTok Michael Beckerman ha annunciato allo staff in un’email che se la legge verrà firmata, l’azienda si rivolgerà ai tribunali.
I critici e i sostenitori della legge
Nel frattempo, molti legislatori americano americani citano i timori per la sicurezza nazionale e la privacy dei dati come motivazione principale per sostenere l’iniziativa. “Il Congresso non sta agendo per punire ByteDance, TikTok o qualsiasi altra società – ha dichiarato martedì la senatrice democratica Maria Cantwell in un discorso in aula –. Il Congresso si sta muovendo per impedire agli avversari stranieri di condurre attività di spionaggio, sorveglianza e operazioni che danneggino gli americani vulnerabili, i nostri militari il personale governativo statunitense“.
Dall’altra parte, i critici del divieto sostengono da tempo che l’approvazione di una legge sulla privacy dei dati ad ampio raggio potrebbe rispondere alla maggior parte delle rimostranze sulla sicurezza di TikTok avanzate da legislatori e aziende.
“Il Congresso potrebbe approvare una legislazione esauriente sulla privacy dei consumatori, che a mio avviso farebbe di più per affrontare molte delle preoccupazioni sulla privacy dei dati sollevate in merito a TikTok – sottolinea Kate Ruane, direttrice del Free expression project della no-profit Center for democracy and technology –. E non credo che al momento ci siano prove pubbliche che dimostrino l’esistenza di un danno estremo, grave e immediato“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
Fonte : Wired