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Priscilla Pasqualini, sorella dell’uomo sbranato da tre rottweiler nel bosco di Manziana, ha lanciato un appello, commentando la tragedia del bimbo ucciso dai pittbul ad Eboli.
Paolo e Priscilla Pasqualini
La sorella di Paolo Pasqualini, il trentanovenne sbranato da tre rottweiler nel bosco di Manziana l’11 febbraio scorso, ha commentato i tragici fatti avvenuti ad Eboli, dove un bambino è morto ucciso dai pitbull. “Un’altra orrenda aggressione, un’altra vittima, una continua strage nel generale e complice disinteresse: non servono a nulla le superficiali, trite e ritrite, recriminazioni in qualche siparietto televisivo, se non a lavare (??) la coscienza di chi potrebbe e dovrebbe concretamente intervenire”. Poi il ricorso del fratello, trovato senza vita su un sentiero del bosco Macchia Grande, in provincia di Roma: “Paolo aveva la bocca spalancata e gli occhi sbarrati; il suo volto sfigurato gridava paura, terrore, dolore, impotenza…nessun altro deve morire così”.
Chi ha la macchina, ha la patente, chi ha una pistola, il porto d’armi: chi non ce l’ha è punito in modo serio. Il cane, invece, in questo nostro allegro paese, ce lo possono avere tutti: anche se si trattasse di autentici giganti, di armi pericolosissime e sempre pronte, per i motivi più imprevedibili, ad attaccare, azzannare, sbranare, uccidere. Il responsabile non è il cane, ma l’uomo, non è l’arma ma chi la maneggia. E’ impensabile, ma è così, che non vi siano leggi che impediscano in qualsiasi modo di detenere cani (o quantomeno determinate razze) se non custoditi e gestiti in modo rigoroso a tutela della sicurezza pubblica e sotto comminatoria di punizioni severissime.
Non bisogna più permettere che degli irresponsabili gestiscano degli animali potenzialmente pericolosi, senza la dovuta preparazione e senza nessun controllo istituzionale sui sistemi di sicurezza adottati. Non rendiamo inutile la morte di mio fratello e le morti analoghe che purtroppo si erano già verificate e che ancora oggi si stanno verificando. Fate una legge. Noi ci batteremo per questo, oltre che per far riconoscere che Paolo è stato vittima di un omicidio volontario e non di una banale disattenzione destinata a ripetersi all’infinito”.
Fonte : Fanpage