Due dei principali siti web di deepfake porno hanno iniziato a bloccare gli accessi dal Regno Unito. La mossa arriva pochi giorni dopo che il governo britannico ha annunciato di voler introdurre una nuova legge che renderà la creazione di deepfake non consensuali un reato.
Negli ultimi anni siti web e le app che diffondono pornografia deepfake non consensuale, sono cresciuti a un ritmo allarmante, causando danni incalcolabili a migliaia di vittime.
Clare McGlynn, docente di diritto all’Università di Durham, in Inghilterra, afferma che la novità rappresenta un “momento estremamente significativo” nella lotta contro i deepfake: “Si mette fine alla facilità di accesso e alla normalizzazione dei deepfake basati sull’abuso sessuale“, ha dichiarato il professore a Wired US.
Da quando è emersa per la prima volta nel dicembre 2017, la tecnologia deepfake è stata largamente utilizzata per creare immagini sessuali e non consensuali di donne, inserendo i loro volti all’interno di video pornografici o permettendo agli utenti di generare immagini di nudo. Grazie al miglioramento della tecnologia e alla maggiore facilità di accesso, sono stati creati centinaia di siti web e app simili. Di recente, solo per fare un esempio, alcuni studenti della Florida sono stati sorpresi a creare foto di nudo delle compagne di classe.
Il blocco dei portali di deepfake porno nel Regno Unito
Il blocco dei siti web deepfake nel Regno Unito è stato individuato per la prima volta il 19 aprile, quando la landing page di due popolari portali – che abbiamo deciso di non citare per non aumentarne la notorietà – ha iniziato a mostrare un messaggio che avvertiva che i siti non erano più raggiungibili dal Regno Unito.
Uno dei servizi coinvolti è il più grande sito di pornografia deepfake in circolazione. “A causa delle leggi o delle (imminenti) normative nel vostro paese o nel vostro stato, siamo purtroppo obbligati a negarvi l’accesso a questo sito“, si legge sulla homepage del sito quando si prova ad accedere dal Regno Unito. Il messaggio riporta anche l’indirizzo Ip e il paese del visitatore.
L’altro portale, che ha anche un’app, mostra un avviso simile: “L’accesso al servizio nel tuo paese è bloccato“, recita la comunicazione, che fa riferimento alla possibilità di aggirare la restrizione geografica. I siti in questione non sembrano invece essere soggetti a restrizioni se visitati dagli Stati Uniti, ma non è da escludere che siano limitati anche in altri paesi.
Fonte : Wired