La Giornata della Terra, che si celebra ogni anno il 22 aprile, ci invita a riflettere non solo sulla necessità di salvaguardare il Pianeta, ma anche sull’impatto che le nostre attività o abitudini hanno sull’ambiente. Uno degli indicatori di sostenibilità più utilizzati è l’impronta ecologica
Domani, 22 aprile, si celebra in tutto il mondo l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. È la più grande manifestazione internazionale dedicata al tema ambientale e una ricorrenza che, oltre a celebrare il nostro Pianeta, ne promuove anche le risorse naturali e la salvaguardia. Istituita nel 1970 da un’idea dell’attivista statunitense John McConnell, l’Earth Day rappresenta oggi una preziosa occasione per sensibilizzare sulle problematiche più urgenti del nostro tempo: dall’inquinamento dell’aria all’esaurimento delle risorse non rinnovabili, fino alla distruzione degli ecosistemi e l’estinzione di animali e piante. La Giornata della Terra è anche un invito a riflettere e a comprendere il nostro impatto sull’ambiente, che è il primo passo per agire in maniera responsabile. Una delle modalità più utilizzate per calcolare l’effetto delle nostre attività sull’ecosistema è l’impronta ecologica.
Cos’è l’impronta ecologica
Sviluppata a metà degli anni Novanta da Mathis Wackernagel e William Rees all’Università della British Columbia, l’impronta ecologica – o Ecological footprint – è un indicatore di sostenibilità che permette di misurare l’impatto sull’ambiente di prodotti, servizi, aziende e Paesi. Si tratta quindi di una metrica internazionale che consente di valutare il consumo delle risorse ecologiche da parte dell’uomo in relazione alla capacità della Terra di rigenerarle. Se il primo elemento supera il secondo, assistiamo a un deficit ecologico. Nel 2023, come stimato dal Global footprint network, l’Italia ha terminato il 15 maggio – in poco più di quattro mesi – le risorse a disposizione in un anno intero: il giorno in cui si registra questo dato è chiamato Earth Overshoot Day e, negli ultimi anni, cade sempre prima. Secondo i dati del Gfn, lo scorso anno il nostro Paese ha superato la biocapacità del 425%.
vedi anche
Earth Day 2024, eventi e manifestazioni in programma in Italia
Come si misura l’impronta ecologica
Esistono numerosi parametri da valutare per misurare l’impronta ecologica. I principali elementi da considerare per calcolare il proprio ecological footprint riguardano, prima di tutto, le abitudini alimentari: la frequenza nel consumo di prodotti alimentari di origine animale e la percentuale del cibo consumato che non è processato, prodotto localmente o privo di imballaggi. Poi ci sono gli indicatori relativi alla propria abitazione: quindi, la tipologia di immobile in cui viviamo (dal materiale di costruzione, alle dimensioni e all’efficienza energetica), il numero di persone che vi abitano e la percentuale di energia elettrica consumata proveniente da fonti rinnovabili. E ancora: quanti rifiuti produciamo in media, quanti chilometri percorriamo ogni settimana e come ci spostiamo (a piedi, in bicicletta, in auto, in autobus) e il numero di spostamenti in aereo ogni anno. Valutando tutti questi elementi con il Footprint Calculator online è possibile conoscere l’impatto delle proprie abitudini sull’ambiente.
leggi anche
Giornata Mondiale della Terra anche in casa Sky
Fonte : Sky Tg24