Il primo App Store alternativo per iPhone è finalmente arrivato. Non è l’attesa app della software house ucraina MacPaw: si chiama invece AltStore PAL ed è frutto del lavoro del giovane sviluppatore indipendente Riley Testut. L’app si può scaricare solamente con iOS 17.4, la versione del sistema operativo con cui Apple ha abilitato l’installazione di programmi da fonti alternative all’App Store, come imposto dal Digital Market Acts dell’Unione europea.
Testut ha creato AltStore PAL per bypassare le regole di Apple sulla distribuzione di app per l’emulazione di vecchi videogiochi. Non a caso una delle due prime app disponibili su AltStore PAL è Delta, l’emulatore di console Nintendo (dal NES al Nintendo 64) sviluppata dallo stesso Testut. L’app è completamente gratuita e si può ottenere in nell’UE dall’interno di AltStore. Intanto, probabilmente come conseguenza alle pressioni europee e alla recente causa del dipartimento di Giustizia USA, Apple ha cambiato le regole globali sulla pubblicazione degli emulatori sull’App Store ufficiale: ora sono ammessi, e Delta si può scaricare anche nel resto del mondo.
L’unica altra app disponibile per il momento nello store alternativo è Clip, un piccola utility, sempre svliuppata da Testut, che abilita la gestione avanzata del copia-incolla su iPhone. Questa seconda applicazione non può essere distribuita su iPhone tramite App Store perché interagisce con porzioni del sistema operativo che (per ragioni di sicurezza) sono interdette agli sviluppatori dalle regole dell’App Store ufficiale di Apple: “AltStore Pal è un app store open-source, creato specificamente per gli sviluppatori indipendenti e progettato per risolvere i problemi dell’App Store che molti developer hanno riscontrato negli anni – ha scritto lo sviluppatore in un articolo del suo blog – Una volta che saremo sicuri che tutto funziona per il meglio apriremo le porte alle app di terze parti”.
Condizioni per il sideloading
Per poter installare AltStore PAL bisogna rispettare alcune condizioni precise: essere utenti residenti in un Paese dell’Unione europea e appunto avere installato iOS 17.4 o successivi. Attenzione: bisogna anche trovarsi fisicamente sul suolo delll’Unione europea al momento del download. Abbiamo avuto esperienza in prima persona di quanto siano stringenti i controlli di geolocalizzazione di Apple: da Londra, dove ci trovavamo fino a venerdì per lavoro, non è stato possibile in alcun modo installare l’app. Per quanto possa sembrare strano, non siamo riusciti a bypassare il blocco geografico nemmeno con una VPN, a suggerire che probabilmente nella fase di sideloading Apple verifica non solo la localizzazione della connessione ma forse anche la posizione geografica dell’utente.
Una volta tornati in Italia, abbiamo potuto procedere all’installazione senza problemi. Il processo è un po’ più complesso rispetto alla semplice installazione di un’app tramite l’App Store, e prevede l’approvazione di una serie di schermate e popup di avviso e un passaggio dalle impostazioni. Apple ha previsto il tutto per avvisare (e in qualche modo scoraggiare) gli utenti meno esperti del potenziale pericolo di sicurezza legato al sideloading delle applicazioni.
Come funzionano il download e l’installazione
L’applicazione del marketplace AltStore non si scarica ovviamente dall’App Store di Apple, ma si installa tramite il cosiddetto sideloading direttamente dal sito del progetto, previo pagamento di un abbonamento annuale di 1,5 euro più Iva. Il checkout avviene tramite Stripe, noto servizio di pagamenti online concorrente di PayPal. La scelta di questo sistema è un elemento che rassicura: i dati della carta di credito sono protetti dalla crittografia di un gateway sicuro e conosciuto.
Cliccando sul link di scaricamento parte il processo per l’installazione che richiede in tutto qualche minuto. Se si dovesse riscontrare un errore di installazione, è probabile che lo smartphone non sia aggiornato. Altra informazione di servizio: se doveste chiudere la pagina con il link per scaricare AltStore, basta ripetere la procedura di pagamento. Inserendo la mail usata in precedenza, Stripe riconoscerà l’utenza e fornirà immediatamente il collegamento alla sezione di download. Prima dell’installazione definitiva c’è un ulteriore passaggio diverso dal solito: dopo il primo avvio del download, dovrete andare nelle Impostazioni e da qui approvare manualmente l’installazione della nuova App Marketplace. Effettuato questo passaggio sarà possibile tornare sul sito e completare il processo di scaricamento.
Una volta installato AltStore basta aprirlo per esplorare le uniche due app disponibili finora. Da qui la procedura di installazione ricalca quella dell’App Store ufficiale ed è altrettanto intuitiva, anche se prevede sempre qualche avviso e pop-up di sicurezza in più. Una volta effettuato il sideloading di Delta e Clip, le app risulteranno disponibili sullo schermo a fianco di tutte le altre. Per Clip il pagamento però non avviene tramite Stripe, ma serve una donazione allo sviluppatore sul servizio Patreon, quindi è necessaria un’ulteriore iscrizione nel caso non siate ancora utenti registrati.
Pro e contro
Per quanto non sia poi così complicata, l’installazione di AltStore e delle app disponibili al suo interno non è lineare e intuitiva come sull’App Store di Apple. In particolare il fatto che l’iscrizione al servizio avvenga tramite Stripe, un servizio esterno, è il cruccio principale. Il pagamento dell’app Clip tramite il servizio di donazioni Patreon aggiunge un ulteriore livello di frammentazione. I due abbonamenti non sono infatti visibili né gestibili direttamente dalle Impostazioni dell’iPhone come per qualsiasi altra subscription effettuata su iOS. Per cancellare l’abbonamento ad AltStore Pal è necessario ricordare che è avvenuto tramite Stripe e poi accedere al servizio esterno per modificare i dati di pagamento o cancellarlo. Lo stesso vale per la donazione su Patreon necessaria per Clip. È facile immaginare come con il proliferare degli app store alternativi si possa poi facilmente perdere traccia di pagamenti e abbonamenti vari.
D’altro canto però un app come Clip, le cui funzionalità avanzate di gestione degli copiaincolla sono assai utili, non potrebbe mai arrivare su iPhone con le regole dell’App Store ufficiale.
Bene dunque la libertà e lo spunto all’innovazione fornita agli sviluppatori software indipendenti che non vogliono sottostare alle regole di Apple. Peccato però che per ottenere questo risultato si debba rinunciare all’eleganza e semplicità dell’esperienza d’uso dell’App Store controllato da Apple, uno dei principali elementi distintivi tra iOS e Android.
L’azienda di Cupertino avrebbe potuto contribuire a rendere più fluido il sideloading con meno avvisi e passaggi di sicurezza? Certo che sì, ma si può capire anche il punto di vista di Apple: se un utente meno esperto viene invitato e convinto a installare uno store meno controllato (per quanto approvato comunque da Apple) e tramite questo dovesse installare app meno sicure o un malware, a chi pensate che darebbe la colpa? Agli sviluppatori di terze parti o ad Apple?
Per documentare le azioni intraprese per ottemperare al DMA, a fine marzo Apple ha pubblicato un whitepaper sulle novità imposte. L’azienda reitera che le imposizioni della normativa renderanno iOS meno sicuro per gli utenti dell’Unione europea, tuttavia il documento illustra anche le iniziative intraprese per minimizzare i rischi per gli utenti, entro i limiti imposti dall’adeguamento alle regole.
Gli altri store alternativi
Nel momento in cui scriviamo, AltStore rimane l’unico app store alternativo che si possa installare su iOS. A breve ne arriveranno altri però, come quello di MacPaw, azienda ucraina nota per molte applicazioni per Mac e iPhone.
Tra i più attesi c’è l’Epic Game Store. L’azienda di videogiochi, da anni invischiata in uno scontro diretto con Apple proprio sul tema dei sistemi di installazione e pagamento alternativi per le app, sta lavorando all’Epic Games Store, tramite il quale potrebbe tornare a distribuire il famoso videogioco Fortnite anche su iPhone. Secondo Epic, il debutto del marketplace alternativo è previsto entro la fine del 2024.
Fonte : Repubblica