Notte della solidarietà a Roma, mobilitati 2000 volontari 

AGI  – Che faccia ha la solidarietà? A Roma, stanotte, ha il sorriso di Cristina. Lo sguardo di Luca. I capelli ricci di Martina. Sono i volontari che hanno scelto di aderire alla ‘Notte della solidarietà’, l’iniziativa promossa dall’assessorato alle Politiche sociali di Roma Capitale con l’Istituto Nazionale di Statistica per censire la popolazione senza dimora sul territorio comunale di Roma. A rendere possibile il censimento, i volontari che hanno scelto di aderire registrandosi attraverso il portale dedicato all’evento. Un’iniziativa che ha visto in particolare la partecipazione dei giovani, secondo i numeri annunciati nel corso del punto stampa effettuato in serata in Campidoglio.

 

Più di 700 giovani universitari su un totale di 1962 iscritti, dei quali 1657 volontari operativi. Il 62 per cento delle adesioni è arrivato da donne, il 37 per cento da uomini, 795 sono studenti universitari e 328 volontari over 60. Sei le università coinvolte, 36 enti aderenti e 127 organismi coinvolti. Tutti coloro che hanno risposto all’appello di solidarietà sono stati organizzati in squadre, suddivisi in 20 cluster e 338 aree, e, proprio in queste ore e per tutta la sera di sabato 20 aprile, stanno collaborando alla rilevazione con l’obiettivo di individuare e conteggiare le persone senza tetto, che vivono per strada, in sistemazioni di fortuna o nei dormitori e nelle strutture di accoglienza.

 

Alla realizzazione hanno preso parte 36 associazioni tra cui Croce Rossa, comunità di Sant’Egidio, Angeli su due ruote, Mamma Roma. Obiettivo comune, “realizzare una città che include e non vuole lasciare nessuno ai margini” come spiegato da Barbara Funari, assessora alle Politiche sociali di Roma Capitale nel corso del punto stampa organizzato in Campidoglio. “Roma fa da capofila, altre 14 città seguiranno questo modello” ha spiegato l’assessora.

 

“Questa partecipazione dei giovani è, in particolare, molto importante – ha aggiunto Funari -, ci hanno detto che è la prima volta che avvicinano e incontrano una persona che vive in strada. A volte si pensa che siano esperienze lontane da noi, invece poi si scopre che tante persone come noi possono finire in strada. Questo dimostra che la partecipazione dei giovani è possibile, a differenza di quanto se ne dica spesso”. La Capitale è la prima ad aderire al progetto, lanciato dall’Istat, poi seguiranno 14 città. “Noi, come Roma, abbiamo accolto la sfida di partire per primi. Le prossime città potranno prendere spunto dal nostro esempio e seguirci come modello. Roma è la capitale della solidarietà, siamo orgogliosi di poterlo dire”. 

 

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha spiegato che con la notte della solidarietà di Roma “si realizza una iniziativa di conoscenza importante per due ragioni. In primo luogo, si va oltre la dimensione del centro e si copre tutta l’area dell’anello, quindi la dimensione consolidata della città. Il fenomeno delle persone in difficoltà non riguarda solo i luoghi dei quali si parla più spesso. Molte volte i senza fissa dimora sono considerati problemi e non persone in difficoltà. Non si può intervenire senza conoscere – ha proseguito il sindaco – Roma deve sostenere le persone in difficoltà ma se non le conosce non può farlo. Questo è un tentativo di conoscere le persone e capire come possiamo fare per aiutarle meglio e dare loro un tetto e un percorso di integrazione.  Il nostro lavoro è costruire dei percorsi che investano in strategie di integrazione, supporto e sostegno che daranno a queste persone un percorso di autonomia. Non sono numeri – ha concluso Gualtieri – sono persone che vanno conosciute e vanno guardate negli occhi”. 

 

“L’impatto diretto con i più fragili non è stato facile, ma ancora più difficile è stato ribaltare alcuni ruoli e visioni – è stato il racconto appassionato di Cristina, studentessa dell’università di Tor Vergata, che ha portato la propria testimonianza –  abbiamo avuto l’onere e l’onore di entrare in punta di piedi nella vita di queste persone che, contrariamente a quanto si pensi, hanno voglia di sentire e farsi sentire. Non abbiamo solo censito delle statistiche, ma delle intere vite”.

 

“La notte della solidarietà ci ha permesso di crescere umanamente – ha concluso Cristiana -. La nostra speranza è che il numero di partecipanti continui a crescere. Questo è l’esercito che ci piace” ha concluso rivolgendosi ai volontari.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte : Agi