AGI – “Marco Mottola mi telefonò, mi disse ‘mi hanno sentito a Frosinone e mi hanno chiesto dove fossi il 1 giugno del 2001 e se fossi andato al bar Chioppetelle’. Poi aggiunse ‘ho detto che non mi ricordavo e che certamente se sono stato in quel bar l’unica persona con cui potevo stare eri tu’. E infine concluse con ‘sicuramente chiameranno anche tè. Io in quel bar non ci sono mai stata”. Lo ha detto Laura Ricci, fidanzata con Marco Mottola nel 2002 davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma nel corso del processo sull’omicidio di Serena Mollicone, la giovane ragazza di Arce uccisa nel 2001.
“Di essere stata a Chioppetelle non potevo confermarlo perché non c’ero”, ha aggiunto. “All’epoca avevo 17 anni, mi ero fatta una certa idea ma poi più tardi ho rivalutato le mie opinioni, ho pensato di essere stata usata”, come alibi e ha detto. “Di Marco pensavo che fosse un ragazzo normale e non forte dal punto di vista fisico – racconta -. Non era un carattere forte, non assumeva posizioni, annuiva, se ne fregava un pò non gli interessava quello che dicevo”. E sui capelli ha detto che “a volte portava le meches, poi li tagliava. Nel periodo in cui siamo stati insieme li aveva a spazzola”.
“Con me è stato sempre gentile quando siamo stati insieme, ma poi dopo che ci siamo lasciati non mi calcolava proprio – ha detto -. Quando ha cominciato a girare la voce che si pensava fosse stato lui a uccidere Serena stava male: soprattutto quando ha saputo che si sarebbe dovuto trasferire. Quando passavamo davanti alla cartoleria di Guglielmo lui diceva sempre, il papà di Serena è ‘convinto che sono stato io”. Quanto all’ipotesi che potesse essere lui l’autore dell’omicidio di Serena, Ricci ha aggiunto: “Ho sempre pensato che se mai avesse potuto fare una cosa del genere si sarebbe fatto aiutare da altri”, ha spiegato.
Fonte : Agi