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Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros.Discovery, ha spiegato quali sono i prossimi obiettivi del gruppo dopo aver portato tra le sue fila Amadeus. La strategia non è quella di creare un terzo polo televisivo, quanto di crescere sotto ogni aspetto, considerando però che la tv lineare in Italia è ancora fondamentale.
Alessandro Araimo è senza dubbio il nome del momento, l’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, dopo aver sottratto alla Rai due pilastri come Fabio Fazio e Amadeus, non ha intenzione di fermarsi. In un’intervista al Corriere della Sera ha parlato dei suoi prossimi obiettivi, sottolineando quanto l’intento del gruppo sia quello di crescere sotto vari aspetti, non solo quello televisivo e che, il mercato, è sempre aperto, basta solo individuare la persona e il progetto giusto su cui puntare.
I prossimi obiettivi di Warner Bros.Discovery
“Non ci fermiamo ad Amadeus. Il nostro è un percorso strategico pensato e sudato, fatto di investimenti importanti, che non ha come obiettivo la costruzione del terzo polo televisivo, che trovo un concetto francamente anacronistico, che poteva andare bene 25 anni fa” è così che si apre l’intervista all’uomo più chiacchierato del momento, colui che sta creando tassello dopo tassello un’altra tv, un’alternativa che possa dirsi valida e contrasti il duopolio Rai-Mediaset:
La televisione lineare continua a essere centrale nel sistema mediale italiano, ma il mondo intorno nel frattempo è completamente cambiato. Il mio lavoro è dimostrare ogni giorno che l’Italia è un mercato dove il nostro gruppo può investire in maniera profittevole. Siamo un gruppo ambizioso che ha sempre interpretato in modo ambizioso la sua posizione nel mondo dei media.
L’obiettivo, però, è quello di far crescere l’intera società e non solo uno dei comparti. Lo spiega bene, Araimo, che in maniera anche piuttosto schietta, ribadisce come l’ambizione spinga il gruppo a puntare sempre più in alto: “Il sistema Wdb però è costituito da tre gambe: la tv lineare (dove per altro siamo già il terzo editore), la distribuzione cinematografica (dove siamo leader in Italia), la piattaforma di streaming — Discovery+ (che dal prossimo anno si chiamerà Max come nel resto del mondo) — che ha l’ambizione di competere con Netflix e Disney+”.
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Il futuro di Amadeus sul Nove
La conquista degli ultimi giorni, quella di Amadeus, è particolarmente interessante e c’è chi ha già avanzato la cifra di cento milioni di spesa solo per lui. L’ad di Discovery non si sbilancia sulle cifre: “Parliamo di quattro anni con due prime time e un access in onda tutto l’anno: qualcuno potrebbe anche dire che non sono tanti. E poi non conta il numero: la bontà dell’investimento si giudica dal costo orario rispetto allo share e ai ricavi che genera”. Il conduttore dovrà coprire una fascia importante che il gruppo spera possa arrivare a punte anche dell’8% di share, ovvero il doppio dell’attuale, ma l’obiettivo è avere una crescita costante nel tempo. Il plus di Amadeus è la sua capacità di personalizzare i prodotti da lui condotti:
Nonostante lui lavori su format di cui non è proprietario, a differenza di Fazio o Crozza, Amadeus ha sempre messo una sua fortissima impronta su questi programmi […] È un talento creativo perché ha un magic touch nel dare un’anima a format internazionali. Anche il Festival di Sanremo in fondo è stato il Festival di Amadeus, il suo tocco creativo lo vedi dappertutto.
Tra i nuovi possibili acquisti, gli si fa il nome di Fiorello: “Mai incontrato. Ma chi non vorrebbe lavorare con lui? Però ci vorrebbe un progetto preciso che oggi non abbiamo” risponde Araimo che aggiunge: “Non c’è un no a priori a nessun progetto, ma deve avere un senso sia editoriale sia economico. In generale però non ci fermiamo ad Amadeus”. E per quelli che al Nove ci sono già, come Gabriele Corsi dice: “È un volto fondamentale di Nove e per lui prevediamo un suo spazio quotidiano in una fascia oraria pregiata oltre che programmi in prime time”.
Fonte : Fanpage