La scrittrice inglese Sophie Kinsella ha dichiarato attraverso un post pubblicato su Instagram di essere affetta da glioblastoma, una forma molto aggressiva di tumore che colpisce soprattuto il cervello, ma che può anche manifestarsi a livello del tronco encefalico, del cervelletto e del midollo spinale. Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta, come viene effettuata la diagnosi e quali sono le possibili cure.
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Sintomi, fattori di rischio e incidenza
Il glioblastoma, si legge sulla pagina dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) dedicata a questo argomento, prende il nome dal tipo di cellule da cui ha origine: le cellule della glia. Queste cellule fanno parte, come i neuroni, del sistema nervoso centrale e svolgono funzioni ausiliari di sostegno metabolico e di isolamento per i neuroni stessi.
Il glioblastoma è il tipo più comune di tumore maligno fra quelli che colpiscono il cervello e insorge più spesso fra i 45 e i 75 anni, ma può potenzialmente presentarsi a qualsiasi età. Secondo i dati riportati sul sito dell’American Association of Neurological Surgeons, questo tumore, noto anche come glioblastoma multiforme, ha un’incidenza di 3,21 per 100mila abitanti.
I sintomi più comuni sono mal di testa persistente e di crescente intensità, nausea, vomito, attacchi epilettici, disturbi della vista, perdita dell’appetito. L’esposizione a radiazioni ionizzanti, come i raggi X e i raggi gamma, è uno dei pochi fattori ad essere stato associato a un possibile aumento nel rischio di insorgenza di questa forma tumorale.
Diagnosi e cure possibili
Per individuare la sede e le dimensioni del tumore vengono utilizzate tecniche di imaging come la risonanza magnetica, la Tac e la Pet. La biopsia, ossia il prelievo e l’analisi di un campione di cellule del tessuto tumorale, serve invece per caratterizzare il tipo di cellule che costituiscono il glioblastoma e identificarne le specifiche caratteristiche genetiche. La biopsia può essere effettuata prima o durante l’intervento chirurgico di rimozione della massa tumorale. Quest’ultimo costituisce solitamente il primo step di cura, che prevede tuttavia un approccio multidisciplinare. La rimozione completa attraverso l’intervento chirurgico risulta infatti difficile a causa del carattere invasivo di questo tipo di tumore. A seguito dell’intervento i pazienti vengono quindi tipicamente sottoposti a radioterapia e a chemioterapia.
Fonte : Wired