È il 9 giugno 2009 e un gruppo di ricercatori dell’Università di Princeton sta presentando uno proprio studio alla conferenza Cvpr in Florida, l’annuale ritrovo delle migliori mente in materia di intelligenza artificiale. Negli ultimi 2 anni hanno lavorato ad un progetto chiamato ImageNet, un database che classifica oltre 15 milioni di immagini che permettono agli algoritmi di machine learning di allenarsi e apprendere informazioni. Uno sforzo senza precedenti, i cui risultati furono resi disponibili a tutta la comunità scientifica, dando così il via a una nuova era di scoperte sensazionali nel campo dell’AI.
Nella terza puntata dello speciale Wired 15 di Grande Giove, il podcast powered by Wired in occasione dei suoi 15 anni, parleremo di come l’intelligenza artificiale abbia fatto passi da gigante, fino a diventare una tecnologia che, nel bene e nel male, oggi sta sulla bocca di tutti. Faremo questo viaggio nella storia e nel futuro degli algoritmi di machine e deep learning con Francesca Rossi, già docente di informatica presso l’Università di Padova per 20 anni prima di arrivare in Ibm, dove ha fondato il comitato per l’etica dell’IA ed è leader per l’etica dell’AI dell’azienda. Attualmente presiede l’associazione mondiale per la ricerca sull’intelligenza artificiale (Aaai).
Dal tema della privacy a quello del copyright, dei deepfake e del riconoscimento facciale, fino ad arrivare ai grandi concetti filosofici di verità, di intelligenza e di morale, sono molteplici le sfide etiche e i rischi associati all’AI. Un punto critico, spiega la professoressa, è rappresentato ad esempio dai bias presenti nei dati di addestramento di molte AI, che possono generare decisioni discriminatorie o ingiuste da parte degli algoritmi di deep learining. Celebre il caso del sistema Compas, utilizzato nella giustizia americana che aveva ereditato dai dati storici utilizzati nel suo addestramento, il pregiudizio della discriminazione delle persone basata sul colore della pelle.
Per questo e altri motivi l’anno scorso è stata firmata una lettera da alcuni informatici e imprenditori di grande fama, tra cui Elon Musk, chiedendo la sospensione dell’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale per almeno sei mesi. Le motivazioni dietro questa richiesta erano principalmente legate al fatto che l’intelligenza artificiale aveva raggiunto una fase di sviluppo tale da poter essere utilizzata con conseguenze potenzialmente negative sulla società. Tuttavia, non tutti erano d’accordo con questa proposta, come la stessa professoressa Rossi, secondo cui fermare o mettere in pausa le fasi di ricerca e addestramento dell’AI non solo è poco utile, ma potrebbe addirittura arrecare danni. “I problemi come la privacy, la trasparenza e l’etica sono già presenti nei sistemi di intelligenza artificiale attuali. Comprendere e risolvere queste sfide ci preparerà meglio ad affrontare quelle future, le quali al momento non possiamo nemmeno immaginare, considerando che l’evoluzione della tecnologia è incerta”, ha spiegato Rossi ai microfoni di Grande Giove.
In studio Daniele Ciciarello e Matteo Imperiale, con il coordinamento editoriale di Luca Zorloni, l’assistenza editoriale di Maddalena Sara e il supporto operativo e logistico di Elena Lotto.
Fonte : Wired