Iran-Israele, Netanyahu: “Abbiamo diritto a autodifesa”. Attacchi da Hezbollah

Droni, missili ed export petrolifero: sono questi gli obiettivi delle nuove sanzioni americane contro Teheran per il suo massiccio attacco aereo a Israele lo scorso weekend. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha preannunciato che nei prossimi giorni finiranno nel mirino, insieme al programma iraniano per droni e missili, anche entità che sostengono il Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica (Irgc) e il ministero della Difesa, ossia società ed enti che alimentano la macchina bellica di Teheran. “Queste nuove sanzioni e altre misure continueranno a esercitare pressioni costanti per contenere e degradare la capacità e l’efficacia militare dell’Iran e affrontare l’intera gamma dei suoi comportamenti problematici”, ha spiegato Sullivan, ricordando che negli ultimi tre anni gli Usa hanno già sanzionato oltre 600 individui ed entità connessi al terrorismo, al suo finanziamento, alla violazione dei diritti umani e al sostegno di gruppi come Hamas, Hezbollah, Kataib Hezbollah e Houthi. L’Iran è il Paese col maggior numero di  sanzioni americane, quindi gli spazi di manovra non sono ampissimi. Uno degli obiettivi è tagliare fuori Teheran dall’accesso ai componenti che usa per le sue armi: i missili e soprattutto i droni, vero e proprio fiore all’occhiello dell’industria militare iraniana, che li vende anche alla Russia per la sua guerra contro Kiev. L’altro settore nel mirino è quello energetico. La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen ha suggerito ulteriori restrizioni all’export, durante gli Spring Meetings del Fmi in corso a Washington: “Abbiamo lavorato per diminuire la capacità dell’Iran di esportare petrolio ma chiaramente continua ad esportarne, potremmo fare di più”. A comprarlo è soprattutto la Cina. Colpire tuttavia con ulteriori restrizioni banche e raffinerie di Pechino rischia non solo di far infuriare il Dragone, compromettendo il disgelo tra Biden e Xi, ma anche di far impennare il prezzo del petrolio (e quindi della benzina), minando le chance di rielezione del presidente americano. Probabile quindi che in questo settore le misure siano sostanzialmente simboliche, contro piccoli trader. Anche il Congresso Usa si sta dando da fare. Tra le misure, approvate finora solo da uno dei due rami del parlamento o a livello di commissione, una legislazione che prevede un monitoraggio annuale e il sanzionamento delle istituzioni finanziarie cinesi coinvolte in transazioni petrolifere con l’Iran. E una norma che punisce porti e raffinerie che processano greggio iraniano esportato in violazione delle sanzioni Usa. 

Fonte : Sky Tg24