L’influencer marketing spiegato facile facile

Al termine influencer marketing è spesso associato quello di strategia. Operare nel settore significa orchestrare un piano d’azione, una campagna, i cui obiettivi possono essere vari e, spesso, convivere tra loro: far conoscere un brand, un prodotto, un servizio (awareness); aiutare un brand a rivolgersi a un nuovo target o a modificare la sua immagine rispetto a quella che si era costruito nel tempo ma ormai superata (positioning); instaurare un dialogo-scambio tra brand e consumatore (engagement); o spingere l’utente che viene raggiunto a un’azione, sia essa un approfondimento o l’acquisto (conversion). Sulla base della tipologia di obiettivo che si vuole raggiungere, si mette in campo una strategia diversa, si coinvolgono tipologie di influencer diverse, si lavora a differenti contenuti. Tutto soggiace alla grandezza dell’azienda e al budget previsto per questa strategia, oltre alla concertazione con altre divisioni, come quella pubblicitaria o stampa.

Chi sono gli influencer, oggi

Gli influencer sono videomaker, fotografi, content creator (termine ombrello che raccoglie figure assai diverse tra loro), youtuber, divulgatori, personaggi televisivi, che postano con regolarità su una o più piattaforme contenuti e interagiscono in direct o pubblicamente con utenti e follower interessati ai temi e agli argomenti di cui si occupano. Quella degli influencer è, a tutti gli effetti, una professione, sebbene questo termine abbia spesso assunto connotazioni negative anche a causa della cattiva comunicazione fatta intorno al business; non solo perché trattandosi di un’attività retribuita non può definirsi in altro modo, ma perché nell’ambito della influence economy, il mercato nato intorno a queste occupazioni, genera a sua volta posti di lavoro e indotto.

Nell’ambiente dell’influencer marketing aziendale un primo tipo di classificazione degli influencer è quello quantitativo, legato ai follower, da cui dipendono le performance. Ma non è l’unico: più utile risulta una valorizzazione qualitativa, di tipologia di profilo e di comportamento che gli influencer stessi tengono sui social. Si possono così distinguere i “classici” influencer, ovvero personaggi che hanno acquisito notorietà sui social, specializzati su un solo tema o vocali in diversi campi, che condividono alcuni aspetti della loro vita privata; le celebrity, personaggi che hanno una notorietà ottenuta da attività realizzate al di fuori dei social media, come ad esempio la partecipazione a programmi televisivi; creator, ovvero quegli influencer che creano contenuti mirati all’intrattenimento; expert, gli influencer fortemente specializzati in un determinato settore anche grazie a una professione esercitata al di fuori dei social; community and editorial, ossia pagine social di editori o di community che non si identificano con un unico volto, ma dietro cui lavora un team.

Piccoli influencer, in molti casi, possono generare interesse, interazioni e conversioni migliori in virtù della maggiore attinenza a un prodotto o un brand a cui per la natura stessa del loro successo sono più facilmente associabili. Significa ad esempio che nel caso di prodotti ecosostenibili, una campagna con un piccolo influencer (in termini di numeri) seguito da persone interessate ai temi ambientali può ottenere risultati migliori rispetto a una campagna portata avanti con una figura più “pesante” dal punto di vista dei numeri, ma meno attinente per interessi e tematiche. E qui torniamo alla strategia e ai ragionamenti che, di volta in volta, caso per caso, è utile per le aziende e per gli influencer stessi seguire.

Con il passare del tempo le community raccolte intorno agli influencer sono diventate centri d’aggregazione per esperti e appassionati, dove gli utenti non solo ricercano e ricevono informazioni su servizi e prodotti, ma intrattengono un dialogo intorno a questi. Domande, richieste e opinioni possono generare dibattito e conversazioni con un alto tasso di considerazione da parte degli attori coinvolti. Basterebbe questo, insomma, per capirne le enormi potenzialità.

Fonte : Wired