Per quanto possa farci male, Twitter non esiste più. La scorsa estate Elon Musk ha cambiato il nome della compagnia in X, senza riuscire però ad attuare a pieno questo cambiamento. Il dominio principale della piattaforma, infatti, risulta essere ancora twitter.com. E molte delle pagine informative del social vi fanno riferimento chiamandolo Twitter, e non X. Così pure come migliaia di utenti, che faticano ad accettare il cambio di nome imposto da Musk. Stanco di questa condizione, il team dirigenziale della piattaforma ha cercato in ogni modo di convincere gli utenti a utilizzare la nuova denominazione, mettendo Twitter nel dimenticatoio.
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In questi giorni, infatti, non pochi utenti hanno segnalato che sull’app iOS molti degli indirizzi twitter.com erano stati sostituiti in automatico da quelli riferiti al dominio x.com. Stando a quanto riportato sul social, moltissimi hanno cercato di condividere tweet che includevano le url twitter.com, scoprendo solo più tardi – una volta pubblicati, esattamente – che X cambiava i collegamenti senza richiedere alcuna autorizzazione. Una questione alquanto spinosa, perché va a compromettere seriamente i collegamenti condivisi dagli utenti: mentre il link visualizzato risulta variato per volontà della stessa X, l’url rimane di per se la stessa, creando confusione in chi vi clicca.
L’errore, per quanto minimo, potrebbe risultare fatale per gli utenti. E molto utile per cybercriminali e truffatori. L’indirizzo Netflitwitter.com, per esempio, potrebbe essere visualizzato come Netflix.com, convincendo chiunque lo visualizzi a cliccare su un sito fake. E così via. Non a caso, dopo la modifica introdotta dal social, tantissimi esperti del settore hanno segnalato la problematica, convincendo X a rilasciare una patch per risolvere i casi più problematici, come quello di Netflix per l’appunto. Nonostante questo, il social sta continuando a modificare gli url senza alcuna comunicazione specifica, ottenendo forse il contrario di quello che spera. E portando gli utenti a sentire ancora di più la mancanza di Twitter.
Fonte : Wired