Uno studio del 2023 ha rilevato che l’incitamento all’odio su X è aumentato dall’arrivo di Musk. Secondo gli esperti, il Brasile è solo l’ultimo caso in cui il miliardario si allinea e dà spazio a pericolosi movimenti di estrema destra in giro per il mondo: “Non si tratta di Twitter o del Brasile. È una strategia con cui l’estrema destra globale cerca di scavalcare le democrazie e le istituzioni democratiche in tutto il mondo – dice Nina Santos, ricercatrice che si occupa di democrazia digitale presso l’Istituto nazionale brasiliano di scienza e tecnologia –. L’opinione di un miliardario americano non dovrebbe contare più di un’istituzione democratica“.
Nel frattempo, in Brasile la Corte suprema continua a indagare sulle circostanze che hanno portato all’insurrezione dell’8 gennaio 2023, quando un gruppo di estremisti che rifiutava di accettare la sconfitta del presidente Jair Bolsonaro alle presidenziali ha assaltato il Congresso nazionale del paese. Sia Arduini che Santos ritengono che gli account che Musk si rifiuta di rimuovere siano probabilmente collegati all’inchiesta del tribunale.
“Recentemente in Brasile è iniziata una lotta per la sopravvivenza dello stato di diritto democratico e contro un colpo di stato, che è oggetto di indagine da parte di questo tribunale nel rispetto del giusto processo – ha scritto Luís Roberto Barroso, presidente della Corte suprema in una dichiarazione in risposta ai commenti di Musk –. Nell’uso criminale dei social network continua a manifestarsi un mancato rispetto verso il predominio della democrazia“.
Santos teme anche che Musk stia creando un pericoloso precedente, offrendo protezione e visibilità all’estrema destra sulla piattaforma a prescindere dalle leggi locali o dall’opinione pubblica. “Stanno cercando di usare il Brasile come laboratorio, per capire come interferire nella politica e nelle imprese locali – commenta la ricercatrice –. Stanno cercando di far passare l’idea che la loro decisione sia più importante di quella presa da un’istituzione democratica statale“.
Libertà di parola un tanto al chilo
Sebbene Musk dica di essere un sostenitore della libertà di parola, l’applicazione di questo principio da parte della sua piattaforma finora è stata tutt’altro che uniforme. A febbraio, su ordine del governo indiano, X ha bloccato gli account di Hindutva watch e dell’India hate lab, due organizzazioni no-profit con sede negli Stati Uniti che monitorano gli episodi di violenza a sfondo religioso perpetrati dai sostenitori del governo di destra del paese. Uno studio del 2023 del Berkman Klein center for internet and society di Harvard ha inoltre rilevato che sotto la direzione di Musk, X ha approvato più richieste di rimozione di account da parte dei governi rispetto al passato. A marzo, il social ha bloccato i profili di diversi ricercatori e giornalisti che avevano rivelato l’identità di un noto vignettista neonazista, modificando poi i propri termini di servizio per giustificare la decisione.
X non ha risposto a una richiesta di commento che chiedeva conto del perché l’azienda avesse rilasciato una dichiarazione pubblica per condannare gli ordini di rimozione del tribunale brasiliano ma non di quelli emessi da altri governi.
“Il nostro contesto è diverso da quello degli Stati Uniti. È più simile al concetto europeo di libertà di espressione – afferma João Brant, segretario per la politica digitale del Ministero brasiliano per la comunicazione sociale –. Si può discutere delle elezioni, ovviamente. Il problema era affermare categoricamente che ci sono stati dei brogli e che il tribunale elettorale non ha agito. Va benissimo discutere delle ordinanze giudiziarie, ma è anche importante rispettarle“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
Fonte : Wired